Daniel Buren Pistoia

Daniel Buren, la grande mostra

A Pistoia una grande mostra dedicata al pittore e scultore francese Daniel Buren, una delle voci più autorevoli della scena artistica contemporanea.


Fino al 27 luglio 2025 Palazzo Buontalenti di Pistoia ospita una retrospettiva unica che ripercorre la carriera dell’artista francese Daniel Buren, la mostra “DANIEL BUREN. Fare, Disfare, Rifare. Lavori in situ e situati 1968-2025”, nata dalla collaborazione tra l’artista e la direttrice di Pistoia Musei, Monica Preti. La mostra è organizzata dalla Fondazione Pistoia Musei con il supporto di Fondazione Caript e la collaborazione di Galleria Continua.

“DANIEL BUREN. Fare, Disfare, Rifare. Lavori in situ e situati 1968-2025”

I dipinti e le opere esposte nelle sale e nel cortile interno di Palazzo Buontalenti documentano la produzione dell’artista a partire dagli anni Sessanta del XX secolo. Tra queste troviamo le celebri Cabanes prodotte dagli anni Ottanta ai giorni nostri, che rivelano il caratteristico percorso creativo personale dell’artista francese. Le opere trovano continuità espositiva anche nello spazio urbano di Pistoia, come la fontana monumentale Muri Fontane a tre colori per un esagono (2005-2011) nel parco di Villa La Magia a Quarrata e La Cabane Èclatée aux Quatre Salles (2005) nella Collezione Gori – Fattoria di Celle a Santomato di Pistoia.

La carriera artistica di Daniel Buren prende il via negli anni Sessanta, quando, affiancandosi alle idee di riduzione alle strutture elementari geometriche del minimalismo americano, sviluppa un approccio personale radicale all’arte concettuale. Buren lo definisce “grado zero della pittura”, un’esplorazione rigorosa dei mezzi espressivi e del rapporto tra il segno e il suo supporto. Materiali di scarto, tele riappropriate e decostruite ma anche supporti di provenienza industriale come vetro, bandiere, poster, plexiglass e metalli: ogni materiale diventa un mezzo per sovvertire la relazione tra l’oggetto e l’ambiente che lo circonda. L’elemento unificante di tutti i suoi interventi in situ è ​​il contesto architettonico, che Buren analizza in profondità, instaurando un dialogo costante con esso e provocando un gioco percettivo con i sensi dell’osservatore intrappolati tra specchi, colori e forme geometriche.

“DANIEL BUREN. Fare, Disfare, Rifare. Lavori in situ e situati 1968-2025”

Buren sviluppa l’idea di una pittura che perfora lo spazio, realizzando potenziali spazi da abitare dotati di porte e finestre immaginate. Lavorando analiticamente, l’artista non si limita ai luoghi museali e crea opere che affrontano la complessità degli spazi pubblici aperti, analizzando la storia, la funzione, il significato e la specificità di ogni contesto.

Nel 1965, l’artista propone come mezzo d’espressione un elemento tipico dello spazio urbano, una serie di strisce verticali multicolori larghe 8,7 cm. Questi elementi, semplici e ripetitivi, diventano il suo strumento visivo, punto di partenza per una riflessione profonda sulle loro potenzialità espressive, sull’ambiente da cui dipendono e sul loro impatto fisico e sociale. Ad esempio In Piazza del Duomo a Pistoia, Buren ha realizzato La Facciata ai Venti, una sequenza di strisce bianche e nere sospese sotto la loggia del Palazzo dei Vescovi, capace di creare un dialogo con il bicromismo delle facciate della cattedrale, del battistero e del palazzo stesso.

“DANIEL BUREN. Fare, Disfare, Rifare. Lavori in situ e situati 1968-2025”

L’artista gioca consapevolmente con la storia dell’arte tradizionale, dando priorità alle sperimentazioni artistiche emergenti attraverso l’uso di forme di espressione geometriche ridotte e pure. Un intervento diretto e sovversivamente marcato nel tessuto architettonico ha contribuito ad ampliare il campo di sfumatura dei confini tra l’opera stessa e il contesto urbano in cui viene inserita. Il punto di svolta nella carriera dell’artista è Cabane del 1984, dove il rapporto tra oggetto e spazio, tema ricorrente nella serie Cabanes éclatées, raggiunge un nuovo livello di complessità. Ogni struttura Cabane è costituita da moduli fissi che, una volta assemblati, rivelano ambienti tridimensionali abitabili, le cui dimensioni e colori si adattano al contesto espositivo. 

Buren, attraverso sperimentazioni con forme, segni, colori e materiali, provoca la riflessione del pubblico, mettendo in discussione le abitudini della percezione visiva ed esplorando l’inevitabile intreccio di connessioni tra oggetti nello spazio. Solitamente inserite nel tessuto urbano, le sue forme scultoree si trasformano in un dialogo vibrante, creando una fusione con le costruzioni architettoniche circostanti, ricche di segni riappropriati, riflessi specchiati e scintillanti colori, introducendo il contrasto nell’uniformità del paesaggio urbano.

 

“DANIEL BUREN. Fare, Disfare, Rifare. Lavori in situ e situati 1968-2025”

La mostra pistoiese presenta la poetica di Buren in dialogo con lo spazio urbano del centro storico e con l’architettura del patrimonio rinascimentale, come una continua esplorazione di possibili nuove relazioni tra ambiente e forme geometriche in diversi contesti storico-culturali. Grazie al suo linguaggio visivo originale, attraverso interventi pittorici che interrompono e catturano gli elementi cromatici, riesce a coinvolgere direttamente il pubblico in un dialogo quotidiano tra astratto e tangibile.

La mostra si inserisce perfettamente nelle nuove tendenze dell’architettura contemporanea, che hanno fatto del riciclo, del riutilizzo e del riadattamento delle strutture esistenti allo spazio circostante il proprio caposaldo. 

Foto a cura di Agenzia Foto CLP