In tour nei più prestigiosi teatri italiani torna in scena a Firenze, il 23 novembre sul palco del Tuscany Hall, con il suo ultimo lavoro “Il rigore che non c’era”, scritto in collaborazione con Marco Caronna.
Federico Buffa, milanese classe 1959, avvocato mancato, è considerato uno dei migliori narratori italiani. Caratterizzato da uno stile avvincente, è apprezzato dagli appassionati di sport grazie ai programmi televisivi in onda su SKY Sport che lo vedono protagonista: da “Buffa Racconta” a “L’uomo della domenica alle Storie”. Telecronista e radiocronista deve la sua carriera di giornalista alla rivista Superbasket, per la quale scrisse il suo primo articolo. Nota la sua passione per la pallacanestro, tanto che lo portò alla fine degli anni Settanta a trasferirsi a Los Angeles per una Summer Session alla UCLA, dove lo sport era dominante nell’attività scolastica.
Proprio questo amore per il basket ha portato il commento dei match in onda sull’allora Tele+ oltre i tempi legati alla partita, rivoluzionando lo stile delle telecronache. Anche per le storie di calcio, grazie alle sue straordinarie doti espressive, la narrazione diventa epica. Così, dopo la televisione, nonostante il successo dei suoi programmi dove la componente calcistica lascia spazio a margini espressivi, il teatro è il palcoscenico ideale. Qui si dimenticano le immagini, si libera la parola e il pubblico rimane incantato dal racconto. Una performance, quella messa in scena da Federico Buffa, che il 23 novembre salirà sul palco del Tuscany Hall per coinvolgere il pubblico fiorentino in un importante riflessione sul destino: “a un certo punto di una qualsiasi partita, un qualunque arbitro decide di fischiare un rigore, giusto o sbagliato, vero o falso. In quel momento, quello in cui la sorte ci mette davanti a un bivio, con una porta rossa o una porta nera da aprire per proseguire il cammino, cambia la vita di tutti.”
“Il rigore che non c’era” è un testo che narra storie di sportivi e non, da George Best ai rivoluzionari peruviani di Sendero Luminoso, da Leo Messi al batterista dei Beatles Ringo Starr, passando per Garrincha e Pelè in un luogo senza tempo e senza spazio. Strade diverse percorse da grandi personaggi che nel corso della vita si sono trovati una volta a un bivio fatale, nel quale a determinare il loro futuro e la fama fu la scelta che ne conseguì. Uno spettacolo, quello diretto dal volto di SKY che, dopo i successi teatrali di “Olimpiadi del ‘36” e “A night in Kinshasa”, vuole andare oltre le sue narrazioni piene di enfasi, pathos ed empatia fino a diventare affresco musicale e poetico. Con lui sul palco ci saranno la cantante Jvonne Giò, il regista e speaker radiofonico Marco Caronna e il pianista Alessandro Nidi.
Buffa mette in scena la metafora della vita, quei secondi in cui la vita ci costringe a prendere una decisione che può segnare per sempre la nostra esistenza, come quegli istanti che succedono dopo il fischio dell’arbitro durante il calcio di rigore, dove o si vince o si perde.
Articolo a cura di Irene Solaro