Festival Inequilibrio: arte, sperimentazione e collettività

festival inequilibrio 2021

Teatro, danza, musica e digital performance  alla scoperta della Costa degli Etruschi. L’intervista ai direttori artistici del festival Angela Fumarola e Fabio Masi.

festival inequilibrio 2021

Dal borgo di Rosignano Marittimo al torreggiante Castello Pasquini di Castiglioncello, il festival Inequilibrio, giunto quest’anno alla sua XXIV edizione, attraversa questi luoghi per dare spazio a un cantiere di idee e linguaggi performativi a cielo aperto.
Una storia iniziata ventiquattro anni fa per mano di Armunia, associazione che promuove, organizza e gestisce attività di teatro, danza e iniziative culturali, in sintonia con i cittadini, come laboratori, letture e festival finalizzati alla diffusione dello spettacolo dal vivo.


Dopo mesi di assordante silenzio che hanno invaso i luoghi dell’arte, Inequilibrio riparte dagli artisti ospitando nuove residenze creative, compagnie di teatro, danza e sperimentazione e immaginando forme d’arte alternative attraverso uno sguardo rivolto lontano, per ripensare al futuro come presente.

Tra le piccole corti nascoste lungo la costa di Rosignano, si dirama un itinerario sulle orme di una drammaturgia urbana e umana che intende esplorare i linguaggi dell’arte e fare luce sul patrimonio e sulla storia di questo territorio. Un’edizione diffusa e policromatica che rappresenta modalità diverse dello spettacolo, indagando la scena contemporanea tra sperimentazione e multidisciplinarietà.
Inequilibrio non evento ma luogo del possibile in cui ri-trovarsi, partecipare, condividere; un luogo che racconta di creatività, passioni e nuovi scenari.
 

Come nasce e qual è l’essenza intrinseca di Inequilibrio?

Se c’è un’altra natura che connota Armunia, oltre alle residenze artistiche è il festival Inequilibrio che in 24 anni è diventato luogo della sperimentazione, culla, spazio divulgatore di quei codici che nel tempo hanno riempito i teatri delle grandi città, trasformato le cose, mutato le pratiche artistiche, contribuendo con forza allo sviluppo del contemporaneo. Partendo da questa natura riconosciutaci nel tempo, è stato importante diventare parte del disegno di Politica Culturale del Comune di Rosignano Marittimo, l’Inequilibrio di oggi ripensa a cosa vuol dire fare comunità partendo dal mutamento sociale emerso da questa pandemia.

Le residenze artistiche rappresentano da sempre il tratto caratterizzante del festival. In che modo si instaurano relazioni con il pubblico e con i cittadini del territorio?

Il progetto di Armunia è costituito da tante azioni sinergiche che hanno al loro centro gli ambiti del teatro, della danza con frequenti sconfinamenti nella musica e nella videoarte. Abitare il borgo di Rosignano Marittimo nella nuova collocazione ci ha portato ad immaginare un nuovo approccio alla visione sviluppando molto l’ambito della performance in Site Specific, anche alla luce della complessità data dalla situazione pandemica. La sperimentazione di soluzioni possibili, partite nel 2020, sono state facilitate delle residenze che sono sconfinate verso il concetto di riqualificazione urbana intesa come espansione della visione rispetto ai luoghi abitati. La storia di Armunia è iniziata nel 1996 come associazione tra i Comuni della Bassa Val di Cecina, a cavallo tra le province di Livorno e Pisa per promuovere, organizzare e gestire le attività di teatro, danza e culturali di questa parte di territorio toscano.

Negli anni il Comune di Rosignano Marittimo attuale socio della Fondazione Armunia Castello Pasquini, ha potenziato le attività dell’Associazione, allargando le connessioni con la comunità.  “Dimora creativa” da sempre, Armunia nel 2020 si sposta da Castiglioncello al borgo medievale di Rosignano Marittimo dove si è impegnata a consolidare la funzione culturale delle residenze artistiche, e nonostante la complessità del momento, non ha rinunciato a immaginare progetti laboratoriali che entrassero in relazione con la comunità. La principale urgenza è fare comunità, riappropriandosi lentamente di spazi di aggregazione per ricompattare il tessuto, sociale e culturale, che per oltre un anno ha vissuto solo on line. In questo periodo così lacerato e complesso, Armunia ha cercato di tenere vivo il tessuto connettivo costruito in questi anni con la comunità e guardando al futuro ha chiesto ad alcuni dei suoi artisti, di immaginare dei laboratori sul contemporaneo, modulati per tutte le generazioni da tenere on line. La risposta è stata formidabile per la partecipazione e l’interesse, tanto da rendere la pratica del digitale una scelta da continuare.

La XXIV edizione del festival dedicherà particolare attenzione al gesto comico nella danza per mettere a confronto il linguaggio coreografico con la funzione catartica del comico. Cosa porta alla scelta di questa correlazione?

Perché abbiamo pensato ad un simposio sul comico, legandolo alla danza? Per parlare della natura umana nella sua dimensione collettiva. Si ride insieme, il riso è il più bell’esperimento unificante che dissacra la danza come luogo estetico della bellezza e ne consacra il corpo. La natura della danza nell’attimo prima del riso stabilisce un patto di distanza con il pubblico, scardinando l’empatia e l’emozione tra palco e platea. Lo spettatore rimane spettatore, lontano dal coinvolgimento perché l’atto comico possa compiersi e dissolvere l’umana inadeguatezza. La drammaturgia nella danza deve avere una scrittura molto precisa ed è di questo che vogliamo parlare, con Alessandro Pontremoli Professore Ordinario di Discipline dello Spettacolo Università di Torino Gaia Clotilde Chernetich Drammaturga, Autrice e Studiosa di danza, teatro e scienze sociali Enrico Piergiacomi Cultore di storia della filosofia antica presso l’Università degli Studi di Trento; Visiting Researcher Fondazione Bruno Kessler e i coreografi/registi Silvia Gribaudi – Giuseppe Muscarello – Marta Bichisao – Vincenzo Schino. Sarà una riflessione sul gesto, sul pubblico e sul coraggio della risata come azione catartica.

Come riappropriarsi di una contemporaneità messa in discussione dalla crisi che abbiamo attraversato? E come Inequilibrio guarda al futuro?

Inequilibrio sarà un ponte, sospeso tra il guardare avanti e tempo trascorso. In questi mesi infatti siamo stati connessi e iperconnessi, abbiamo avuto accesso all’infinito potenziale transmediale superando anche la separazione tra scena e platea.  Immersi in un futuro che è già presente, il festival ospiterà anche azioni in realtà virtuale dando al pubblico la percezione di essere altrove, pur restando dentro un luogo che è radice, Castello Pasquini di nuovo abitato da azioni umane, questo è un modo immediato per guardare al futuro, ma anche sperimentare una tecnologia che da ora in avanti sarà parte integrante di molti programmi.  Quello che abbiamo fatto dal 2021 ad oggi, è stato convocare gli artisti su progetti precisi, in cui sperimentare liberi dalle intenzioni, restando nella verità, nella relazione con il pubblico. Il festival infatti anche lo scorso anno ha avuto la capacità di metamorfizzarsi, soprattutto quando è stato privato di luoghi e si è misurato con platee distanziate.

Ogni edizione di Inequilibrio è l’inizio di una nuova storia che parla di creatività, passioni e intuizioni, convinti come siamo che il lavoro dell’operatore sia imprescindibile da quello dell’artista e del patrimonio che porta in dote ad un’intera comunità e non solo al pubblico della sua serata. Quello che è emerso in questo tempo e che il festival Inequilibrio testimonia, è il valore dell’interconnessione tra luoghi e persone. Infatti questa sarà un’edizione diffusa, policromatica che da Rosignano Marittimo a Castiglioncello ospiterà 33 compagnie con 10 prime nazionali, 56 repliche tra danza, musica, teatro e digital performance e due anteprime. Molte delle formazioni presenti sono riuscite a portare a termine i loro lavori grazie alla preziosa pratica delle Residenze Creative che, nell’isolamento di questo tempo, Armunia ha garantito negli spazi di Rosignano Marittimo.  Dopo mesi in cui gli artisti hanno vissuto tutto il peso dell’opacità pandemica costruendo impalcature di parole, gesti e suoni dentro teatri vuoti, la XXIV edizione di Inequilibrio prova a mettere insieme la forza di ognuno, per ricostruire legami e fare nuovamente comunità.