Da Firenze all’Umbria Jazz, dalla laurea al Berklee College of Music di Boston ai live a Los Angeles, il giovane compositore fiorentino si sta affermando in California con il suo sound e il progetto Rocket House.
Quando Francesco si lamenta perché non riusciamo a trovare parcheggio a Hollywood gli ricordo quanto sia difficile parcheggiare in centro a Firenze, evidentemente la permanenza a Los Angeles glielo ha fatto dimenticare! Stiamo andando a sentire Jacob Luttrell in concerto e sono nella Dodge del chitarrista Francesco Staccioli. L’ho conosciuto durante il mio soggiorno in California al NAMM Show di Anaheim ai primi di giugno, dove FUL ha partecipato al seguito di Dophix, il brand fiorentino di guitar effects di cui lui è endorser. La sua storia è di quelle che piacciono al nostro magazine.
Classe 1993, è nato e cresciuto a Firenze e si è affermato presto nella scena musicale per il suo suono versatile e per l’innato lirismo solista, che lo hanno reso presto uno dei chitarristi più originali nel panorama jazz rhythm and blues. Nel 2018 ha vinto una borsa di studio nel celebre contest di Umbria Jazz per frequentare il Berklee College of Music di Boston, una tra le istituzioni di musica più rinomate al mondo. Trasferitosi da un paio d’anni in California, è stato attivo come turnista, sia live che in studio, per artisti di fama internazionale quali Iacopo “Jack” Meille, Eva Sita, Tristan Simone o Michal League degli Snarky Puppy. A Los Angeles si è esibito in numerosi appuntamenti dal vivo, tra cui i prestigiosi palchi dell’Hard Rock Cafè o il The Mint. È allo stesso tempo insegnante di chitarra e mi fa piacere pensare che ogni tanto è un italiano a insegnare qualcosa agli americani in ambito musicale!
Francesco si è fatto riconoscere come chitarrista di rilievo ottenendo ottimi piazzamenti per concorsi internazionali quali AES 2020 con Hanwen Liu (Cina) o la famosa competizione Tiny Desk con Eduardo Omondi (Kenya). Oltre ad essere un ricercato turnista, è co-fondatore, insieme al pianista Riccardo Gresino, del progetto Rocket House, che unisce elementi di jazz a groove funk e world music. In realtà il progetto ha visto la partecipazione di un collettivo internazionale di musicisti, ma la composizione è in mano ai nostri due connazionali. Grazie alla risposta immediata del pubblico, i Rocket House si sono esibiti nell’importante scenario del Salem Jazz & Soul Festival edizione 2019.
Con lui voglio approfondire il discorso sulla band e scopro che a marzo 2022 è arrivato l’omonimo album di debutto che ha subito incontrato il favore della critica specializzata. Ascolto su Spotify Rocket House, si dipana in sette brani e se non fossi informato sugli autori penserei a due consumati musicisti della West Coast, anziché due giovani italiani.
Potrebbe apparire come un disco di classic jazz, ma nel disco ci sono tante influenze soul e funk da rendere il suono molto moderno. Francesco mi informa che è un esperimento musicale pioneristico, vede il contributo di un variegato combo di ospiti, hanno chiamato musicisti provenienti da tutto il mondo – Ghana, Indonesia, Colombia, Cile, Stati Uniti, Polonia, Spagna e Hong Kong – per fare insieme jazz! L’opera, grazie a tutte queste influenze, è davvero fresca. Poi il mio orecchio – benché non espertissimo – percepisce che il sound di Francesco è stato contaminato profondamente dallo stile della California. A metà disco mi sorprende il brano Brian cover di Alfa Mist, che parte con un loop di progressioni armoniche alla tastiera per diventare degli staccati di fiati e basso che ti scuotono, sapientemente sostenuti dalla batteria. Qui è Tristan Simone a fare da guest star, che avvia la canzone su un rap vecchia maniera, accompagnato da arpeggi che sembrano provenire dalla colonna sonora della serie Netflix Midnight Gospel!
Avendo visto suonare dal vivo Francesco al NAMM Show non dubito che il processo di composizione e arrangiamento sia stato certosino. Rodrigo Martins, produttore di Rio de Janeiro, Grammy nominated e disco di Platino in Brasile ha poi fatto il prezioso lavoro in fase di mixing. Il tratto distintivo della musica dei Rocket House è quello di lasciare all’ascoltatore una sensazione di allegria e coinvolgimento, una colonna sonora per la quotidianità. Dopo la promozione dell’album a Los Angeles e nell’East Cost, speriamo di vederlo suonare dal vivo a Firenze!
Il bello di un live a Hollywood è che puoi trovare un musicista famoso sul palco del Black Rabbit Rose in un concerto gratuito. Al basso della band di Jacob Luttrell c’è Nicole Row dei Panic! At The Disco. A fine concerto, non posso fare a meno di andare a salutarla e presentarmi! Quando usciamo dal locale tira una brezza marina dall’Oceano Pacifico che rende fresca la notte di Los Angeles. Saluto Francesco e gli do appuntamento in Italia, mi fa piacere aver incontrato un fiorentino che si sta facendo strada nel competitivo mondo della musica in questa affascinante e caotica metropoli. La la land…