Un linguaggio artistico innovativo per trovare l’armonia in sé stessi e un equilibrio tra uomo e natura
Come tutto è cominciato
Quella di Silvia Logi è un’arte nata dalla necessità di ascoltarsi e re-inventarsi. Diplomata in Lingue, Silvia ha lavorato negli uffici di acquisto merce per delle catene di abbigliamento, nel momento in cui questa occupazione è venuta meno nel 2005 decide di dare voce ad una sua innata passione, quella per l’arte appunto. Inseguendo questa vena intima ormai esplosa ricerca un canale nuovo e originale con cui esprimerla iniziando così a creare i mosaici multimaterici.
A segnare la costruzione della sua identità artistica è stato prima di tutto un viaggio a Barcellona, dove ha potuto ammirare il lavoro di Gaudì. Quest’ultimo, infatti, si ispirava alla natura applicando una prima forma di riciclo tramite l’utilizzo di mattonelle frantumate e ceramiche rotte. Un altro luogo significativo per l’artista è il Giardino dei Tarocchi a Capalbio da cui è nata l’idea di andare oltre il mosaico tradizionale spingendosi verso un’invenzione nuova.
Il processo creativo
Silvia sviluppa così un proprio linguaggio artistico in costante evoluzione che si basa sull’incontro di componenti naturali – come legni di mare – e scarti derivati dall’attività umane come mattonelle avanzate. Nella stessa opera coesistono così elementi generati dalla natura ed altri creati dall’uomo. Il processo creativo che dà vita ai mosaici è del tutto spontaneo, il pezzo si costruisce da solo nascendo dalla comunicazione tra gli stati d’animo dell’artista e le materie prime che fluiscono insieme.
Il riciclo portato avanti per la fabbricazione di ogni opera non è un semplice assemblaggio, ma è studiato perché ogni parte sia in armonia con le altre e nessuna unità prevalga. Proprio per questo anche la scelta dei materiali è accurata. L’artista ormai da anni raccoglie e cataloga le materie prime da utilizzare, grazie anche all’aiuto di tante persone che la conoscono e che le portano gli scarti del proprio lavoro: dalle insegnati dei figli che le regalano le matite, ai falegnami che le consegnano pezzetti di legno avanzati o anche molatori che la riforniscono di vetro. Quelli che per queste persone sono rifiuti per Silvia diventano elementi preziosi del suo lavoro.
I mosaici sono di diverse forme – assi verticali e orizzontali, città circolari – dimensioni e tipologie – da paesaggi in scatolette di tonno riempite di gesso a sculture vere e proprie, da sfere rappresentanti mondi sospesi rivestite di legno all’arte da indossare come spille o pendenti. Ci sono inoltre anche oggetti di arredo che l’artista personalizza come ante di armadi, cornici e specchiere. Infatti, oltre ai pezzi esposti nel proprio studio galleria – al Vecchio Conventino in via Giano della Bella, 20 – Silvia realizza anche lavori su commissione traducendo le richieste dei clienti con la sua tecnica e il suo stile.
Il ciclo delle città circolari è esposto anche alla Tobian Art Gallery di Firenze.
I due strati di significato delle opere
L’artista afferma che le sue opere hanno due strati di significato che tuttavia tengono al centro il concetto di equilibrio. Il primo nasce dal lavoro continuo che Silvia fa su sé stessa per trovare il bilanciamento tra diverse emozioni, tra presente e passato. Questo primo livello, se in apparenza sembra unicamente intimo e personale, è in realtà un messaggio rivolto a tutti perché trovare un’armonia è in fondo il senso della vita di ognuno. L’arte in questo percorso dimostra di avere grandi potenzialità catartiche e terapeutiche. La riscoperta della manualità spinge la connessione di mente e mano generando tanti benefici per l’individuo.
Il secondo strato di significato è più attuale che mai. I mosaici multimaterici evidenziano la necessità di un equilibrio tra presenza umana e natura. Questo bisogno è rappresentato perfettamente in ogni pezzo in cui è possibile notare un bilanciamento estetico tra questi due ambienti: natura e materiali di recupero umani. Due mondi che uniti insieme tramite la tecnica del mosaico – che è per eccellenza il linguaggio delle connessioni e delle associazioni – danno vita ad un nuovo oggetto.
I workshop
Negli ultimi anni, da quando il suo studio si trova presso il Conventino, Silvia si è dedicata all’organizzazione di workshop per diverse esigenze e tipologie di partecipanti: dalla casalinga al turista, dallo studente all’appassionato. Alcuni esempi sono il laboratorio tenuto per gli anziani della casa di cura del Gignoro e il prossimo workshop con gli studenti americani della Florida State University in via dei Neri che sperimenteranno la creazione di oggetti artistici da indossare. Questi contesti sono la conferma che l’arte spesso aiuta a guarire e ad ascoltarsi. Infatti, ognuno dei partecipanti ha trovato un proprio modo di creare i mosaici e in molti hanno continuato anche a casa proprio per il piacere che ne hanno tratto. Questa tecnica, infatti, non necessita di complicatissimi strumenti professionali ma permette anche ad un principiante di mettersi alla prova divertendosi.
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Foto a cura di Silvia Logi – @silvialogiartworks