Il Capodanno cinese: tra tradizione e modernità

Dopo le recenti polemiche che hanno coinvolto la città di Prato, dove si trova una delle comunità cinesi più importanti in Italia, relative ai festeggiamenti della chunjie ( lett. festa di primavera, meglio conosciuta come Capodanno cinese), sembra opportuno chiedersene il motivo.

 
Tradizionalmente in Cina, questa è una delle feste più sentite: un’occasione pressoché unica per stare con la famiglia e passare un po’ di tempo insieme. Infatti le scuole e i luoghi di lavoro restano chiusi, proprio per permettere tali riunioni e si verificano delle vere e proprie migrazioni dalle zone più industrializzate ai paesi di origine. Si tratta del più importante periodo di ‘vacanza’ per i cinesi: la festa dura quindici giorni e si conclude con la famosa Festa delle Lanterne che segnala la ripresa delle attività lavorative e della vita quotidiana. Durante il periodo di riposo è importante godersi il tempo per se stessi, per gli affetti, oltre a condividere cibi tradizionali e a rispettare le varie credenze legate alla superstizione locale.
Ma cosa si festeggia esattamente? Seguendo il calendario lunisolare cinese, il nuovo anno inizia il secondo novilunio dopo il solstizio d’ inverno (questo è il motivo per cui la data può variare) ed è collegato direttamente all’ oroscopo, oltre che ai rami terrestri e ai tronchi celesti che determinano le caratteristiche astrali. Nella Cina tradizionale si credeva infatti che uomo e natura fossero strettamente collegati da corrispondenze cosmologiche alla base della divinazione e dell’interpretazione del futuro.

Le origini della chunjie sono dunque antichissime: vuole la leggenda che essa sia legata alla sconfitta del terribile mostro Nian (in cinese ‘anno’) che una volta ogni 12 mesi usciva fuori per mangiare gli uomini. Esso venne abbattuto alla fine perché terrorizzato dai rumori forti e dal colore rosso (da sempre simbolo di buona fortuna).
Questa storia sopravvive anche nelle usanze attuali: durante la festa si indossano abiti rossi, si regalano buste rosse (contenenti soldi) specialmente ai bambini e si festeggia in modo rumoroso con fuochi d’artificio, petardi, scoppi e musica assordante. Tutto questo serve a esorcizzare il ‘mostro’ (che rappresenta la negatività dell’anno trascorso) e a iniziare il nuovo anno con i migliori auspici.
Per questo si cucinano anche cibi speciali per l’occasione: il pesce prima di tutto perché, in cinese, la parola ha la stessa pronuncia di fortuna (yu), oppure gli jiaozi (ravioli) con i ripieni più diversi e i dolci di riso. Tutto questo in grandi quantità: il cibo deve avanzare, così da significare abbondanza per il futuro. Una delle tradizioni più pittoresche è la danza del leone: un gruppo di persone forma la sagoma di un leone e percorre le vie della città, per scacciare il male spaventandolo.

 
In ogni zona della Cina poi esistono usanze particolari e distintive: ognuno aggiunge del suo per rendere speciale questo momento. Quello che è trasversale è l’importanza di questa festa: è davvero il momento più atteso dell’anno e la voglia di festeggiare non manca mai, nemmeno se si è lontani da casa…
Per questo anche le comunità cinesi all’estero organizzano parate ecc per mantenere viva una delle poche tradizioni antiche rimaste, in modo da tutelare la propria identità culturale, attraverso il rispetto delle tradizioni.
Rita Barbieri