Il giardino psichedelico e onirico che ci fa sognare da più di venti anni.
Capalbio nel 1998 vede aprire, nella sua campagna, un misterioso parco ispirato al gioco dei tarocchi. L’autrice è l’artista Niki de Saint Phalle che dopo aver visitato la Spagna di Antoni Gaudí e il Parco di Bomarzo inizia a immaginare il suo giardino delle sculture. Un luogo in cui le architetture sarebbero divenute opere d’arte, i colori avrebbero assunto la forma di storie e i sogni sarebbero stati la reincarnazione dei suoi spiriti.
In questo viaggio demiurgico, Niki de Saint Phalle è stata accompagnata – in perfetta simbiosi – dai suoi collaboratori e operai, da Venera Finocchiaro – che si occupava delle ceramiche – e dal secondo marito Jean Tinguely – scultore svizzero autore delle surreali macchine cinetiche in ferro.
Non esistono visite guidate all’interno – per volere di Niki. La libera e personale interpretazione come unica chiave di lettura possibile. Ognuno di noi è lasciato solo con sé stesso a vagare nel parco. Cosi da sprigionare la più privata delle fantasie. Tra i 22 arcani dei Tarocchi.
La Papessa, il Mago e l’Imperatrice, in una danza psichedelica, danno inizio alla magia. La “spasmodica dilatazione delle forme” e i colori – che ricordano quelli di Picasso, Kandinskij e Klee – sono strabilianti. La simbologia e l’esoterismo esplodono poi all’ennesima potenza in quella che è stata la casa di Niki de Saint Phalle:la Sfinge. Non uno spazio vuoto ma una vera e propria abitazione – con doccia, letto, forno e frigorifero.
Molto emozionante è la piccola cappella fatta di specchi con le foto di chi il Giardino dei Tarocchi lo ha costruito.
Le sculture in acciaio, cemento, specchi, vetri e ceramiche colorate creano un percorso iniziatico e metafisico. Entrerete a far parte di un labirinto caleidoscopico da cui non vorrete più uscire. Come in un sortilegio, il Giardino dei Tarocchi vi farà risvegliare nel Sottosopra.
Tutto quello che volete/dovete sapere lo trovate sul sito: Il Giardino dei Tarocchi
Foto: Federica Gerini