«L’arte può cambiare il mondo? Forse dobbiamo cambiare la domanda: l’arte può cambiare la vita delle persone?» JR
Settantuno ritratti in bianco e nero circondano, in un gigantesco e nostalgico abbraccio, il Palazzo del Teatro Verdi e campeggiano nelle vie vicine. Si tratta delle foto dei musicisti dell’Orchestra Toscana, scattate nel 2020 prima del lockdown, dal fotografo ufficiale dell’Orchestra, Marco Borrelli. Le foto fanno parte del progetto di arte partecipativa “Inside Out”, ideato nel 2011 dall’artista, fotografo e urban artist francese JR, vincitore del premio TED Prize.
JR decise di investire il premio ottenuto per finanziare un progetto mondiale che trasformava ritratti in vere e proprie opere d’arte a cielo aperto, dando luogo alla più grande mostra fotografica mondiale mai esistita. Le immagini sono ritratti in bianco e nero provenienti da comunità di tutto il mondo che vengono digitalizzate e poi trasformate in poster successivamente esposti in ogni spazio aperto, documentato, archiviati e resi disponibili online sulla piattaforma del progetto. Finora sono state realizzate in totale 1.800 azioni di gruppo, tra cui quella dell’Orchestra Toscana attraverso il lavoro di regia di Edoardo Zucchetti e gli scatti di Marco Borrelli. Le immagini dell’ORT hanno fatto presto il giro del mondo, perfino lo stesso JR si è recato personalmente a visitare l’esposizione quando era a Firenze, come ha mostrato e condiviso sul suo account Instagram.
Abbiamo intervistato Edoardo Zucchetti e Marco Borrelli per avere maggiori dettagli.
Edoardo, come è nato l’interesse per questa iniziativa?
A gennaio 2020 mi trovavo a New York e visitando la personale di JR al Brooklyn Museum, mi sono trovato di fronte a una galleria digitale delle Action del progetto Inside Out. Seguivo da tempo il percorso artistico e le opere di JR e ne ero affascinato. Trovarmi a cospetto delle sue immagini e della mappa con le bandierine che mostravano dove erano avvenute le action mi ha fatto pensare che dovevamo portare il suo messaggio artistico partecipativo a Firenze. Con ORT ci siamo iscritti alla piattaforma, Marco ha realizzato i ritratti e, seppure con la pandemia in corso, siamo riusciti a portare il progetto a Firenze. Orgogliosi di essere riusciti a creare la nostra esposizione e a condividerla pubblicamente sui muri esterni del teatro Verdi e a lanciare così un messaggio forte: l’arte esiste e resiste. Dentro e fuori.
Marco, com’è stato partecipare a questa impresa?
Sono il fotografo ufficiale dell’ORT da dieci anni e ho cercato da sempre di mostrare e far conoscere anche il lato umano dell’orchestra; mi sento totalmente inserito e accolto nei meccanismi della loro comunità vivendo e condividendo emozioni e sensazioni, sia sopra che fuori dal palco. Per Inside Out l’intento era comunque quello di evidenziare che l’ORT è prima di tutto un’orchestra di persone, perciò mi sono concentrato solo sul loro volto e sul rapporto che ognuno ha con il proprio strumento, ritraendoli rigorosamente in borghese.
Quale reazione hanno avuto i musicisti?
Ne sono stati felici: si sono prestati di buon grado al progetto. Abbiamo scattato prima del lockdown e per questo dai loro volti traspare una serenità che oggi forse sarebbe più difficile recuperare. Il periodo ha poi permesso di avere gli spazi riservati alle affissioni (ahimè) totalmente liberi e vuoti dandoci la possibilità di occupare i muri del teatro mettendo fuori (out), ciò che normalmente si trova dentro (inside).
In un momento di chiusura dei teatri e di grande difficoltà come questo, qual è il messaggio profondo che l’esposizione vuole dare al pubblico?
Marco: Nonostante la pandemia, l’ORT non ha mai fermato le sue attività. I concerti sono andati avanti in streaming, gratuitamente e con una programmazione ricca e appassionante. Credo che ora più che mai sia importante dare voce, volto e merito a chi prosegue il proprio lavoro, porta avanti la propria passione e offre un momento di gioia, sollievo e distrazione a tutti noi; esporre i nostri volti serve a sottolineare che siamo presenti, siamo attivi e che la musica dell’Orchestra della Toscana non si ferma.
Edoardo: Esatto, sono perfettamente d’accordo con Marco. Il progetto di Inside Out è un gesto simbolico, politico e artistico. È un altro modo per contaminare la città con il teatro, la musica e lo sguardo di chi la suona; uno sguardo e una testimonianza del lavoro che la nostra comunità svolge tra le mura del Teatro Verdi di Firenze. Un messaggio di forza e di speranza per il presente e per il futuro. A partire dalle persone.
Testo di Rita Barbieri
Foto di Marco Borrelli