Le Gallerie degli Uffizi: un luogo d’incontro per l’antico e il moderno

Intervista a Eike Schmidt uffizi

L’inaugurazione del Museo delle Icone Russe, l’espansione della collezione di Urban Art e l’apertura al mondo dell’arte digitale con gli NFT: il museo fiorentino rappresenta un equilibrio ritrovato fra la tradizione e la modernità.

Le Gallerie degli Uffizi, il cuore del patrimonio artistico fiorentino, hanno un duplice proposito: quello di conservare la propria eredità e al tempo stesso tramandare quell’amore per la contemporaneità che ha dato loro i natali. Nell’intervista il direttore delle Gallerie, Eike Schmidt, riflette sulle soluzioni grazie alle quali il museo riesce a valorizzare il passato senza trascurare il presente. Il risultato di tale missione fiorisce tramite nuove iniziative intraprese su due piani. Così, presso Palazzo Pitti ha aperto il Museo delle Icone Russe, contenente icone inedite delle collezioni dei Medici e degli Asburgo-Lorena, mentre la collezione degli Uffizi viene arricchita con i ritratti contemporanei dei vincitori del Lucca Comics. Tra le altre iniziative Urban Art, NFT, ma anche l’apertura del Corridoio Vasariano e lo sviluppo del progetto Uffizi diffusi che mira a portare le opere del museo in tutta la Toscana. 

A gennaio 2022 è stato inaugurato il Museo delle Icone Russe presso Palazzo Pitti. Cosa ha favorito la scelta di questo soggetto per un nuovo spazio espositivo e da dove provengono le icone? 

Le prime icone della collezione risalgono al Cinquecento e al Seicento, presentandosi come dei doni diplomatici alla famiglia Medici. Mentre la provenienza della maggior parte delle icone è presumibilmente livornese, dove già nel Settecento abitava una comunità russa e ortodossa. Abbiamo tirato fuori dai depositi 78 opere, esponendole in uno spazio che si trova accanto alla Cappella Palatina che in precedenza veniva aperta solo per le occasioni speciali. Oggi invece la cappella della corte Asburgo-Lorena è accessibile sempre e a tutti. Le icone esposte, della scuola di Mosca e della Russia centrale, sono artisticamente particolarissime, in quanto non provengono dalle chiese o dai monasteri, ma dalle famiglie e dai viaggiatori. Infatti, sono quasi tutte di medie e piccole dimensioni, alcune della grandezza di un cellulare contemporaneo. 

Il Museo delle Icone Russe non vuole solo rinnovare l’offerta culturale di Firenze, ma anche ricordare e sottolineare una vecchia amicizia fra il popolo italiano e quello russo. Se ricordiamo, già nell’Ottocento Palazzo Pitti fu frequentato dai russi. Fedor Dostoevskij visse in piazza Pitti e frequentava quasi quotidianamente il giardino di Boboli per passeggiare e ammirare le opere d’arte nella Galleria Palatina. Palazzo Pitti è il simbolo dell’amicizia fra i due popoli perciò non poteva esserci un posto migliore per esporre questa collezione. 

Ci ricordiamo la grande novità dell’anno 2021 quando, per la prima volta, la collezione degli Uffizi è stata ampliata da un’opera di Street Art, dando l’onore all’artista londinese Endless. Possiamo aspettarci l’estensione della collezione dell’Urban Art e, in caso affermativo, ne faranno parte anche gli artisti fiorentini?

Sicuramente pianifichiamo di espandere la collezione della Street Art e insieme a quella anche gli altri generi artistici. Poco fa abbiamo fatto un grande passo avanti verso i nuovi generi artistici, aprendo le porte del nostro museo agli artisti dei fumetti e dei manga. Grazie alla collaborazione con Lucca Comics, nella collezione permanente del museo sono entrate le prime 53 opere dei suddetti generi. D’ora in poi, ogni anno il vincitore del festival lucchese donerà un autoritratto agli Uffizi. Perciò la nostra collezione di autoritratti copre veramente dal Quattrocento ai giorni nostri. Non sappiamo ancora chi sarà il prossimo street artist che entrerà a far parte del museo perciò non possiamo svelare la sua provenienza, ma sicuramente gli artisti italiani non verranno trascurati. Anche se negli ultimi sei anni abbiamo ricevuto doni internazionali – per tornare alla tradizione, quando, nel Settecento e nell’Ottocento, gli Uffizi ricevevano doni da tutto il mondo. 

Le Gallerie degli Uffizi sono caratterizzate da una forte attenzione alla contemporaneità, infatti anche l’avvento degli NFT non è passato inosservato. Basta ricordare il Tondo Doni digitale, che è stato venduto per 240mila euro, entrando a far parte di una collezione romana. Il museo continuerà a proporre le sue opere in forma di NFT anche in futuro? 

Sicuramente, ed è un progetto che stiamo portando avanti con il Ministero della Cultura. Gli Uffizi sono sempre stati al centro dell’attenzione per l’arte contemporanea, noi adesso svolgiamo un ruolo di mantenimento di questa tradizione

Oltre alla vendita, al momento non acquistiamo gli NFT, ma siamo aperti all’idea di esporli nei contesti del Museo. Mentre in altri luoghi, come a Palazzo Strozzi, c’è la possibilità di organizzare delle mostre monografiche; nel nostro caso bisogna fare i conti con la collezione permanente, contenente i capolavori del passato. Perciò le mostre di NFT da noi organizzate saranno sempre occasione di dialogo fra l’antico e il moderno, tenendo conto della nostra collezione principale, che è il nostro punto di riferimento. 

Considerando la situazione epidemiologica, quali sono gli ultimi sviluppi del progetto Uffizi diffusi e dell’apertura del Corridoio Vasariano?

I lavori nel Corridoio Vasariano stanno procedendo molto bene, non abbiamo subito alcun ritardo nonostante la situazione pandemica. L’apertura è prevista per l’autunno 2022. Per quanto riguarda invece il progetto Uffizi diffusi che mira a creare dei nuovi musei su tutto il territorio toscano, abbiamo avuto un grande successo con i primi dieci eventi l’anno scorso, perciò il nostro obiettivo è di realizzare nuove aperture ogni anno. Nei depositi degli Uffizi si trovano migliaia di opere inedite ed è eticamente ingiusto non mostrarle al pubblico. Così, l’idea di creare dei nuovi musei ci permette finalmente di esporle. Inoltre, l’arte deve essere disponibile per chiunque senza che si debba spostare in grandi città, e da lì nasce l’idea di espandere gli Uffizi su tutto il territorio della nostra regione. 

Testo di Viktoria Charkina, Foto a cura delle Gallerie degli Uffizi