Jake Angeli non è uno sciamano!

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Ci prendiamo una parentesi a Stelle e Strisce per approfondire e spiegare perché Jack Angeli non ha niente a che vedere con uno sciamano ma rappresenta solamente l’espressione simbolica di violenza secolare che perdura da sempre negli Stati Uniti d’America
( purtroppo )

La decadenza di un popolo sintetizzata in un personaggio che si è auto denominato: “Q-Shaman”, pantomima di una doppia e gravissima mancanza di rispetto verso la figura sacra dallo sciamano e dei nativi americani.

Chi è in realtà uno sciamano

Lo sciamano/a per sua natura crea ponti, porta unione, guarigione, armonia, riconciliazione: non sostiene chi profetizza odio, separazione, né quantomeno assurde costruzioni di muri tra popoli.

Le corna del suo capello risalgono alla sacralità del bisonte che nelle comunità nativo americane rappresenta il rispetto verso il cosmo vivente (Wakan Tanka, il grande mistero) per poter vivere in armonia e abbondanza. Lo sciamano/a vive costantemente in connessione profonda con l’intelligenza millenaria della natura e la protegge: non può sostenere chi nega il cambiamento climatico né si piega a interessi multinazionali che la distruggono.

Lo sciamano, come tecnico del sacro, non può aderire a un progetto desacralizzato della vita, per lui ogni cosa ha un anima, una storia, una dignità e va rispettata.

Per questo, lo sciamano, per sua profonda natura è, e deve essere, anti capitalista. Perché il pianeta che ci ospita non può mercificarsi, perché una società sana non può avere come centro di gravità permanente “il capitale”, se questo è il fine supremo, la distruzione del nostro habitat è garantita.

Lo sciamano/a, sente come sui fratelli e sorelle dell’anima le comunità native massacrate in uno dei genocidi più lunghi e feroci dell’umanità (in 400 anni sono stati assassinati più di 56 millioni nativi, tra cui membri della tribù Lakota-Sioux che “Q-Shaman” intenta evocare con il suo aspetto) e non può sostenere personaggi che fomentano l’odio razziale.

Lo sciamano/a ha dissolto la visione antropocentrica della storia: non può sostenere nessun processo storico bassato sul culto della personalità.

Lo sciamano/a ha memoria: non può incarnare la bandiera più macchiata di sangue e crimini degli ultimi secoli (dal 1776, gli USA hanno dedicato il 93% del loro tempo alla guerra, 227 anni dei suoi 244) senza chiedere perdono e offrire riparo, iniziando dalle comunità native.

E infine: tradizionalmente, lo sciamano, mai si auto denomina sciamano

Essere uno sciamano è uno status che solo la sua comunità può conferire in base alla dimostrazione di risultati concreti nelle pratiche di guarigione.

L’etimologia della parola sciamano si fa spesso risalire alla parola “saman” utilizzata nel tunguso siberiano per indicare “colui che conosce o colui che vede nel buio”.

Questo personaggio, chiamato Jake Angeli, attivista di estrema destra, incarna l’ombra non processata di una nazione, bizzarro perché ignorante, “posseduto” dal suo buio abissale, culturalmente cieco, come il suo leader, come gran parte del popolo che vuole rappresentare e a cui auguriamo una immediata e profonda guarigione.

Articolo a cura di Jeremías Cornejo: laureato in Comunicazione sociale, pubblica e d’impresa e ricercatore di arti curative sciamaniche.

-Bibliografia dell’articolo

Lo sciamanessimo e le Tecniche dell’estasi – Mircea Eliade
Jung e lo sciamanessimo – G.Michael Smith
La via dello sciamano – Michael Harner
Gringos – Clara Nieto