Noumeda Carbone, artista dal tratto pulito e complesso nella sua semplice e potente espressività, ha appena concluso la propria residenza artistica al 79rosso, in Via dei Serragli, un luogo diverso dove esporre e fare cultura a Firenze. Abbiamo approfittato dell’occasione per parlare con lei della sua arte e della collaborazione con questa realtà, una delle alternative più interessanti al mondo delle gallerie d’arte fiorentine.
Parliamo della tua formazione come artista e illustratrice molto ricercata, so che hai iniziato da bambina e che Durer è stato per te fonte di ispirazione
NC: “Si, Dürer è stato una delle mie prime fonti di ispirazione. Lo studio ancora oggi per capire l’equilibrio tra i pieni e i vuoti, le proporzioni del corpo umano, i possibili piani di decifrazione di un’immagine e di un’opera d’arte. Anche se impossibile riassumere qui tutte le influenze e le ispirazioni della mia formazione, considero essenziali il mondo fluttuante dell’ Ukiyo-e, Hieronymus Bosch, le miniature orientali, Odilon Redon, Paul Delvaux, Balthus, la street art e la pop art in generale, Louise Bourgeois, Olafur Eliasson, Mona Hatoum, Anish Kapoor,Tara Donovan, Mark Gmehling, Esther Stocker. Per ciò che concerne la mia attività di illustratrice, posso dire che nel 2006 ho finalmente deciso di condividere i miei disegni e i miei limiti, quindi ho scannerizzato alcuni lavori e li ho messi online; ho iniziato così subito a lavorare su commissione per diversi clienti: da Leo Burnett al Rolling Stone Magazine Italia, dalla London Lyric Opera a Vogue Trends Wall”
Molte delle tue opere presentano intrecci semplici nel tratto e complessi nella struttura, simili per molti versi ai Mandala di numerose culture antiche, oltre a una potente e armoniosa femminilità e a sprazzi di colore, qual è il legame tra questi diversi elementi?
NC: “Mi considero un’autodidatta. Studio molto, produco qualcosa ogni giorno, vivo in un flusso continuo in cui esperienza e pratica si intrecciano in modo perpetuo. Non smetto mai di sperimentare. Adoro darmi dei limiti stilistici e capire fino a dove posso spingermi utilizzando solo un elemento (per esempio una foglia) oppure due elementi (una foglia ed una linea). Approfondisco questo tipo di esercizio da anni. Per certi versi la mia produzione artistica può apparire ossessiva-compulsiva. Mi riferisco, per esempio, alle mie sculture realizzate con pillole medicinali; oppure ad alcuni miei lavori monocromatici in cui si intrecciano all’infinito steli e spine, fino a quando appaiono complessi grovigli che per me possono rappresentare relazioni interpersonali o politiche, arterie umane o stradali, equilibri complessi di rapporti tra elementi e forze coinvolte. L’energia impiegata nel mio lavoro vibra eroticamente ed è ovviamente femminile”
Ora collabori col 79rosso per quanto riguarda la scelta artistica della residenza, parlami del progetto e dei suoi obbiettivi
NC: “La residenza artistica del 79rosso è una pagina bianca, uno spazio libero, pronto ad accogliere il fermento creativo di artisti fiorentini e toscani, per iniziare e si trova in Via dei Serragli a Firenze. Il progetto nasce da un’idea di Chiara Solari, Silvia Masetti, Stella Papini e Noemy Torelli che hanno deciso di mettere a disposizione degli artisti una parete lineare di 11 metri di lunghezza per 2,5 di altezza per dare loro la possibilità di realizzare una o più opere sfruttando la totalità o solo una porzione della superficie. 79 rosso è uno spazio che accoglie l’estro dell’artista, per incuriosire il pubblico di passaggio, per portare l’arte in mezzo alla gente e la gente in mezzo all’arte. Con questo progetto 79rosso vuole dare voce a quella che è un’esigenza (urgente) del quartiere di San Frediano, ma non soltanto, ovvero a quel bisogno di spazi fruibili e partecipati che si fanno luogo di incontro per la città, distaccandosi dagli ambienti standard e a volte poco accessibili che Firenze offre ai suoi Artisti. Personalmente ho approfittato dello spazio durante la mia residenza per realizzare disegni su carta ed anche lavori di grandi dimensioni su tela.
(continua sul numero 15 di FUL)
NICCOLO’ BRIGHELLA
Foto: Gabriele Mori e Stella Papini