È stato inaugurato venerdì 5 maggio 2017 l’atelier di Marco Bagnoli, artista immaginifico, spirituale e concettuale, che è passato per la via della scienza e della realizzazione, per approdare all’arte.
Marco Bagnoli è uno dei più significativi esponenti delle tendenze artistiche che si sono imposte in Italia dalla fine degli anni Settanta. Sono note le sue partecipazioni alle più grandi istituzioni artistiche internazionali: a Documenta nel 1982 e nel 1992, alla Biennale di Venezia nel 1982 e nel 1997 e a mostre personali e collettive in musei e spazi espositivi come il Centre Pompidou di Parigi e il De Appel di Amsterdam tra i molti altri.
L’atelier, costruito a Montelupo Fiorentino, nasce dalla collaborazione tra l’artista Marco Bagnoli e l’architetto Toti Semerano, che ne firma il progetto architettonico. L’edificio contiene oggi un allestimento temporaneo di 50 opere dell’artista empolese, oltre ad un laboratorio, un archivio, e la sede dell’associazione culturale Spazio X Tempo, associazione che lavora sull’arte come risorsa piena, cui società e industria possono attingere e che ha, tra gli altri, il progetto di destinare una parte della costruzione a residenze artistiche.
L’atelier è nato dopo aver individuato un punto energetico nel terreno, dove termina la curva di una collina e coincide con la pianura. Lì Bagnoli ha voluto installare il suo altare, creato nel 1994 e destinato alla comunità monastica benedettina di San Miniato al Monte.
Da questo nucleo in forma di altare, binari di metallo instradano un’energia che va emanandosi per tutti gli spazi. L’edificio ha una pienezza fatta di corpi che astraggono da tutto l’inessenziale senza astrarre da nulla del materico e vuoti, vuoti mistici come il pieno, vuoti altamente vibranti, esaltati dalla bellezza della natura circostante. La Natura, “eterna genialità, unica vera creazione dell’Artefice”, come dice l’artista.
Le scenografiche opere di Bagnoli portano a incontri non discorsivi, profondamente evocativi. E tutto l’atelier ha un respiro intenso, con un approccio, si può dire, alla scienza, al mito, alla metafisica, alla misura, la mistica e la musica.
Emozionante infatti anche l’omaggio tenuto in occasione dell’inaugurazione a Michael Galasso, compositore americano scomparso nel 2009 a soli 60 anni con cui Bagnoli ha collaborato dal 1992 (Castello di Rivoli) al 2007 (Villa La Magia, Quarrata). Il musicista è stato ricordato con una performance musicale di una partitura inedita di Galasso, condotta da Giuseppe Scali.
Una musica meditativa, quasi teologica, ripetuta in giochi di echi mantrici.
Oltre ogni miope principio autoreferenziale o egoico, in linea con la concezione di più alta creatività propria dell’artista, Bagnoli ci regala uno spazio che è un opera di alta cultura, alta conoscenza, alta coscienza.
“…Spero che vi possa servire…”, dice Marco Bagnoli, col suo tono pacato lo sguardo proiettato oltre.
Queste poche righe gli arrivino come ringraziamento.
MARTINA SCAPIGLIATI