Le opere di Mario Mafai e Francesca Banchelli al Museo del Novecento

mostra museo del novecento

Dall’11 luglio al 12 ottobre il Museo del Novecento accoglie, nel suo ciclo espositivo SOLO dedicato ai grandi artisti del ventesimo e ventunesimo secolo, le opere di Mario Mafai della raccolta di Alberto della Ragione, il collezionista mecenate tra i maggiori del secolo scorso. Insieme alle opere del Mafai ci sarà la nuova mostra dell’artista toscana Francesca Banchelli.

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Mario Mafai: l’artista romano al Museo del Novecento

Le due esposizioni accostano i nomi di due artisti appartenenti a periodi storici diversi: il primo, Mario Mafai, (Roma 1902-1956) è stato pittore romano a cavallo del secondo conflitto mondiale. Centrale nelle sue opere sono l’impegno politico e sociale in difesa dell’uomo negli anni difficili per l’Italia e l’Europa sotto la dittatura nazifascista, il legame con la sua città natale, Roma, e l’amicizia con artisti di fama nazionale come Scipione e Gattuso.

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Importante fu anche l’amicizia con Dalla Ragione, che viene testimoniata dalle venti opere presenti nella raccolta. Tra le opere della collezione saranno esposte l’Autoritratto degli anni venti, un dipinto della serie Demolizioni che rappresenta la città di Roma nella sua metamorfosi durante il periodo fascista, due versioni della serie Fiori secchi, per cui poi prese il nome in “Mario dei fiori”, infine un gruppo di vedute romane.

“I cani silenzosi se ne vanno via”: la mostra di Francesca Bunchelli

Il secondo nome dell’esposizione, è quello di Francesca Banchelli. Classe ’81, l’artista toscana è protagonista del progetto museale che si propone di valorizzare la collezione permanente con l’esposizione di opere di artisti emergenti. L’esposizione delle opere si sviluppa attorno al dialogo con l’opera Apocalisse, dipinta da Gino Bonichi, conosciuto come Scipione. Un artista a cui la Banchelli è molto legata per la visione comune della funzione dell’arte vista come epifania e come evento imprescindibile all’evoluzione della specie umana. Una visione che collega con un fil-rouge la sua arte con quella del Mafai, nel suo rapporto con Scipione e il suo consueto romanticismo malinconico.

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Un’arte che fonda reale e immaginario, sogno e realtà e che si fonde con i materiali e le tecniche diverse che lei utilizza. Dalle azioni performative, tra danza e teatro, ai video, al disegno, alla pittura, alla scultura e al suono, tutte adatte a performare il progetto artistico che da tempo portava avanti meditando sul tema del fuggitivo. La mostra I cani silenzosi se ne vanno via, è incentrata sul tema delle figure solitarie o piccole comunità che si incontrano, sia fisicamente che idealmente, per ricreare un nuovo inizio. Un tema sui cui l’artista ha lavorato per anni e che oggi si rivela quasi come profezia e presagio.