Lercio.it il blog che fa della satira una cosa seria. Intervista ad Andrea Bonechi.
Nato a ottobre 2012 come spin-off del blog di Daniele Luttazzi, Lercio è diventato in breve tempo un fenomeno virale. La rubrica in cui si invitavano i lettori a trasformare in satira i titoli dei giornali è stata chiusa e i redattori, su istigazione di Michele Incollu, si sono ritrovati sui social, hanno fatto squadra e hanno creato un sito parodia di Leggo (quotidiano gratuito di informazione) in cui si pubblicano notizie e titoli tutti dichiaratamente fasulli, come si afferma candidamente nel claim: «Tutti gli articoli contenuti in questo sito sono falsi (almeno finché non si avverano) e sono stati redatti a scopo esclusivamente umoristico».
Seguitissimi dal pubblico, armati di una redazione aperta a contributi esterni, sono stati definiti il nuovo modello di satira 2.0, in contrapposizione con il mock journalism: quel tipo di giornalismo che vende bufale come se fossero verità certificate.
Per gentile concessione di Andrea Bonechi (in arte Chiorbaciov), abbiamo risalito la china redazionale per distinguere il Vero dal Lercio.
Cos’è Lercio?
Lercio è un sito-parodia che fa il verso a un certo tipo d’informazione acchiappaclick, ma che, con il contesto grottesco che si è creato, ha la possibilità di ribaltare satiricamente gli eventi attuali facendone uscire le deformità e le incongruenze. Questo ufficialmente. Ufficiosamente traffichiamo in organi.
Perché questo nome?
Abbiamo messo in un’urna dei fogliettini con i possibili nomi. È uscito Giornale di propaganda fascio-razzista. Quindi abbiamo ripiegato su un sinonimo più corto.
Chi sono i redattori/responsabili?
Persone con gravi disturbi della personalità, reietti della società o, nella peggiore delle ipotesi, sostenitori di Verdini.
Chi sono i lettori?
La tipologia di lettori presenta una forbice molto ampia: dai professori universitari agli studenti fuori corso. La satira è per tutti.
In un’intervista hai detto che Lercio nasce dall’esigenza di ribellarsi a un certo tipo di potere e di giornalismo. Qual è l’esigenza che vi spinge a scrivere?
L’arte nasce sempre da un’ingiustizia, da una costrizione. Scrivere con umorismo è comunque una forma di comunicazione, un modo per esprimere le proprie opinioni sul mondo che ci circonda. E, contingentemente, cazzeggiare.
Cos’è la legge di Poe? Come e perché la usate nei vostri articoli?
La legge di Poe sostiene che: «Senza qualche chiaro segno di intenti umoristici, non è possibile creare una parodia del fondamentalismo in modo tale che qualcuno non la confonda con il vero fondamentalismo». Noi mettiamo negli articoli tutti gli intenti paradossali per far capire a chi legge che si tratta di una parodia. Chi non lo fa, lo fa male o fa finta di farlo sta producendo solo delle gran bufale acchiappaclick. Fuggite quei siti e parlatene male come fate di Sanremo.
La satira è una forma di aggressione o di difesa?
Un autore bravino scrisse: «Se la morale non offendesse non verrebbe lesa». La satira è una reazione all’ordine precostituito delle cose, una specie di difesa immunitaria dalla totale sacralità con cui il potere circonda ogni aspetto della vita.
Allora la satira è una cosa seria? A che serve?
Serve a instillare il dubbio. Serve a non guardare la De Filippi credendo che sia una cosa giusta da fare.
Quali sono la soddisfazione e l’insoddisfazione maggiore del tuo lavoro?
La soddisfazione maggiore sta nel conoscere giornaliste tipo te che mi chiedono interviste e con le quali poi instauro rapporti di sesso selvaggio. L’insoddisfazione non c’ è.
Una top ten delle notizie migliori?
Le notizie da mandarti sarebbero troppe, ed è brutto fare una top ten. Ma ti posso dire quella che mi è rimasta più impressa: «Necrofilo si scopa Patty Pravo, poi si accorge che è ancora viva».
Vi siete dati un limite da non superare o tutto è permesso?
La satira è un mezzo per esprimere le proprie opinioni, quindi al massimo il problema è se le opinioni sono lecite. O comunque è questo che diremmo in un’aula di tribunale semmai venissimo arrestati.
Insomma, come spieghereste Lercio a chi ha ancora dei dubbi?
Un nostro lettore ci ha definiti «la cartina di tornasole inutilmente sognata da Darwin per distinguere gli Homo Sapiens dagli anelli di congiunzione».
La satira dunque, a differenza della semplice bufala, è un sottile lavoro di addizione, di esagerazione non solo linguistica ma soprattutto semantica: è prendere una gigantesca lente d’ingrandimento per cambiare l’ottica e rovesciare il punto di vista comune. La satira è lercia per natura e per intento: va a scovare lo sporco anche se ben nascosto, tira fuori la polvere da sotto il tappeto e le macchie d’umido da dietro i quadri. Il punto è che, quando è arte, lo fa divertendosi e facendoci divertire. •
Testo di Rita Barbieri
Foto Lercio
ENGLISH VERSION>>>>
Born in October 2012 as spin-off of Luttazzi’s blog, Lercio (filthy, TN) has become a real viral phenomenon in a short time. The column where readers were invited to transform the titles of newspapers satirically had been closed, so the authors moved to the socials and created a parody of Leggo (a free daily newspaper), where they publish only overtly false titles and news as reported frankly in the claim: «All the articles in this site are false (at least until they don’t become true) and have been written with a humoristic aim only». They have been defined as a model of 2.0 satire in contrast with mock journalism: that kind of journalism that sells hoaxes as if they were certificated.
We interviewed Andrea Bonechi.
What is Lercio?
Officially Lercio is a parody-site that apes a certain kind of seizeclick information but thanks to a grotesque context, we face the issues showing their incongruity. Unofficially, we traffic in organs.
Why did you choose this name?
We put some options in an urn. The first slip of paper we picked was «Newspaper of nazi-fascism propaganda», so we decided to use a shorter synonym.
Who are the authors/managers?
People with a serious personality disorder, rejects of the society or, in the worst of cases, Verdini’s supporters.
Who are the readers?
There a lot of different kinds of readers: from the university teachers to the out-of-course students. Satire is for everyone.
In an interview you said that Lercio was born from the need to rebel to a certain kind of power and journalism. What pushes you to write?
Art always springs from injustice, from constraints. Writing with humour is a form of communication, a way to express our own opinions about the world around us. And, at the same time, shooting the shit.
Is satire a form of aggression or defence?
A quite good writer once wrote: «If morality didn’t offend it wouldn’t be damaged». Satire is a reaction the pre-established order, a sort of immunity defence against the sacredness with which power infects every aspect of our life.
Is satire serious? What’s its aim?
Its aim is lodging doubts and convincing people not to watch Maria De Filippi, believing that it’s right to do so.
What are the biggest satisfactions and delusions of your work?
The biggest satisfaction is meeting journalist like you who ask me interviews and then establish with me a wild sex relationship. There are no delusions.
A top ten of your best articles?
There are too many of them and it’s unfair to choose a top ten. The one that impressed me the most is: «Necrophiliac fucks Patty Pravo but then realises that she is still alive».
Did you impose some limits or is everything allowed?
Satire is a way to express a personal opinion, so the main problem is if these opinions are licit. At least that’s what we would say in a tribunal if we got arrested.
So, how would you explain Lercio to those who still have doubts?
A reader defined us «the litmus test uselessly dreamed by Darwin to distinguish Homo Sapiens from the joining links».
Satire is filthy for its own nature, it discovers the dirt even if it is very well hidden and brings it out. The point is that when satire becomes art it does everything having fun or making us have fun.•