A Firenze, in zona Rifredi, il nuovissimo intervento murale di ACHE77 e curato dalla Street Levels Gallery ci racconta la storia del pedagogo polacco Janusz Korczak
“Se chiedessi ad un bambino di disegnare un cielo, lui lo colorerebbe di azzurro. Per i bambini non c’è possibilità̀ che il cielo non sia di quel colore, a meno che non si tratti di un cielo di notte, però la notte ai bambini fa paura. L’oscurità̀ appare buia e spaventosa, ma nei loro occhi si conserva il giorno più̀ splendente.”
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Su un muro della scuola primaria Fanciulli di Firenze è da poco apparsa un’opera di grande impatto visivo. E’ stato realizzata da Ache77 e curata dalla Street levels Gallery per omaggiare la memoria delle vittime della Shoah.
Il Murales realizzato da Ache77 ricorda la figura del grande e mai abbastanza conosciuto Janusz Korczak, libero pensatore polacco di origine ebraica, medico, pedagogo, poeta, educatore e pioniere nella lotta per i diritti dei più̀ piccoli, nonché una delle innumerevoli vittime della Shoah.
E’ ricordato anche per l’eroica storia della sua morte. Fu deportato nel campo di sterminio di Treblinka insieme a tutti i bambini ospiti dell’orfanotrofio ebraico del ghetto di Varsavia. I bambini uscirono dalla loro casa vestiti con gli abiti migliori, ordinati e mano nella mano. Il corteo era chiuso dallo stesso Korczak che badava a mantenere i bambini sulla carreggiata. Riconosciuto dagli ufficiali nemici venne trattenuto perché una tale personalità non avrebbe dovuto seguire il destino degli altri, ma lui si rifiutò di abbandonare i suoi bambini.
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Nelle sue opere ha sempre fortemente sostenuto che i diritti fondamentali di ogni bambino fossero tre: il diritto alla morte, il diritto alla vita presente e il diritto ad essere pienamente sé stesso. Il suo pensiero è stato usato come ispirazione per la Carta Internazionale dei Diritti del Fanciullo.
Ache77 è uno street artist (l’abbiamo conosciuto qui) che spesso veicola i messaggi delle proprie opere attraverso gli sguardi. In questo muro ispirato a una famosa fotografia ne ha raffigurati due, entrambi che riflettono la paura del momento.
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Una paura conscia quella di Korczak, inconscia quella della bambina. Lui ha già constatato tutta la crudeltà della quale è capace l’umanità̀, ma non vuole rivelarlo a lei. Due corpi grigi come la paura, due occhi azzurri come il cielo sereno. Come i bambini, forse dobbiamo ritornare anche noi a credere che il cielo non possa essere altro che azzurro e a nutrire sempre nuova speranza per un futuro migliore.