Una delle formazioni hip hop italiane più importanti, che, per oltre 20 anni, ha ispirato gran parte della nuova scena musicale. Stiamo parlando dei Cor Veleno, il collettivo romano dall’attitudine hardcore, fatta di beat potenti e rime taglienti.
Siamo infatti nel 1998 quando il rapper Primo Brown (scomparso nel 2016 a soli trentanove anni) e Grandi Numeri debuttano ufficialmente con il singolo “21 Tyson”, che riceve fin da subito ottimi feedback. Dopo molti progetti, e anche una pausa di otto anni, tornano live domani sera a Ultravox Firenze, all’Anfiteatro delle Cascine Ernesto De Pascale, per un concerto a ingresso gratuito insieme ai Tre Allegri Ragazzi Morti.
Abbiamo intervistato Grandi Numeri, per farci raccontare un po’ del passato e del presente dei Cor Veleno.
I Cor Veleno nascono alla fine del secolo scorso: com’è cambiato secondo te l’hip hop in questi vent’anni?
«Sicuramente l’hip hop ha avuto un’evoluzione in Italia, perché con il tempo è diventato un genere sempre più accettato. L’hip hop, per fortuna, non è più quel genere marziano e sconosciuto come pochi anni fa, e questo anche perché forse le persone che lo hanno importato in Italia lo hanno fatto conoscere anche alle generazioni successive. Ormai l’hip hop è un genere più che assimilato, rispetto a quando abbiamo iniziato noi nel 1998. Poi assimilarlo bene o male quello fa parte dei gusti!».
E come sono cambiati i Cor Veleno?
«In questi anni i Cor Veleno sono cambiati molto anche perché ci siamo presi del tempo per noi, per pensare. Abbiamo capito che volevamo davvero questo e che la nostra vita è fare hip hop e portare la nostra musica sul palco. Siamo sempre stati molto attuali, contemporanei e aperti a qualsiasi evoluzione. Come questa ultima con i Tre Allegri Ragazzi Morti.
Ecco perché il progetto “Meme K Ultra” è stata quasi una scelta logica, un esperimento da fare perché non ci siamo mai sentiti vincolati allo stesso genere musicale. Siamo sempre stati influenzati dagli altri linguaggi e dalle altre scelte stilistiche, proprio perché è quello che abbiamo sempre sentito, oltre l’hip hop. Io, DJ Squarta e anche Primo Brown abbiamo sempre portato nella nostra musica un po’ di quello che ascoltavamo noi, che spaziava dal rock, alla musica sperimentale, dal jazz al soul fino alla musica elettronica».
Com’è nata la collaborazione con TARM?
«Tutto nasce da una passione comune fra me e Davide Toffolo, che a quel tempo viveva a Roma. La passione comune riguardava un genere musicale abbastanza diffuso in Europa e nel mondo che nasce da quella musica africana portata dagli schiavi in Sud America e che conosciamo come cumbia. Oggi la cumbia è un prodotto di quella cultura underground alternativa che viene dalla Columbia, dal Brasile, dall’Argentina e dal Messico.
Io e Davide eravamo a una serata di un nostro amico in comune che ci ha fatti rincontrare dopo tanto tempo e ci ha fatto capire che avevamo la stessa passione. Abbiamo deciso di vederci e fare qualche canzone così solo per averla. Da lì a fare un disco intero è stato un attimo. La vera domanda non è perché l’abbiamo fatto ma perché ci abbiamo messo così tanto! In Italia la voglia di collaborazione tra gli artisti è notevole, ma noi abbiamo deciso di andare oltre, di fare un album intero insieme. Da lì il nome “Meme k ultra”».
Come stata l’esperienza al Jova beach party?
«Il Jova Beach Party è stata la festa che tutti quanti aspettavamo. Lorenzo la sta portando a giro per l’Italia, proprio perché è un’espressione di ritorno alla vita, agli eventi giganti e alla vitalità della musica, che non avrà mai fine».
Cosa ascolteremo domani sera a Ultravox?
«Domani a partire dalle 21.30 assisterete al nostro ultimo esperimento “Meme K Ultra”, ma oltre ai brani del disco ci sarà una selezione dei successi dei Tre Allegri Ragazzi Morti e dei Cor Veleno. Quindi possiamo dire che saranno tre concerti in uno e, in questo caso, pure a ingresso gratuito. Sarà una sorpresa vedere tutto questo realizzato sul palco di Ultravox».