Per fare musica non occorre una band o un’orchestra, basta un One Man Band, un musicista in grado di suonare e cantare allo stesso tempo. Ful ha intervistato Tommaso, in arte “Barnum One Man Show”.
I sobborghi della musica stanno per essere invasi da personaggi alquanto strani, alcuni mascherati, altri un po’ dannati, artisti anticonformisti, che hanno gli spartiti al posto delle vene.
Tommaso è uno di loro, un One Man Band (tradotto letteralmente «uomo orchestra»), si tratta di musicisti in grado di suonare più strumenti e cantare, contemporaneamente.
Ѐ un universo in espansione, protagonista di una scena underground fatta di piccoli club nascosti e mini-festival, un genere in cui l’esibizione s’incentra sul talento dell’unico membro della band.
«Mi sono avvicinato a questo mondo un po’ per necessità. Dovevo organizzare concerti per alcuni locali, mi occupavo della programmazione musicale, ma i proprietari avevano bisogno di band con pochi componenti e con un impatto ambientale oculato, per questioni di spazio e rispetto delle norme acustiche».
C’era solo una persona che poteva aiutarlo a trovare artisti in grado di esibirsi da soli: Freddie Koratella, una sorta di guru del genere, che rappresenta la “Dead Music” ed è il riferimento principale per gli One Man Band che si esibiscono in Italia.
«Il primo concerto che ho organizzato è stato al WIP, (acronimo di Work In Progress) un locale underground storico a Terranova Bracciolini, in provincia di Arezzo. Ad esibirsi fu un musicista spagnolo, Hombre Lobo, (l’uomo lupo) un artista geniale, chitarra, voce e percussioni, con la maschera da lupo mannaro. Da quella sera davanti ai miei occhi s’è spalancato un mondo e non ho avuto più dubbi: dovevo intraprendere quel percorso anch’io!».
Appassionato di musica da sempre, Tommaso fa parte ormai da dieci anni di un gruppo noto a Firenze, i Tony Romano Psycho Explosion, con cui ha inciso anche un disco. Ha studiato per anni tutti i segreti del rockabilly, diventando un chitarrista in grado di eseguire giri musicali di più generi, spaziando dal rock al country, passando per il blues e il punk. Ma l’ispirazione monobanda l’ha travolto e ora si dedica con grande energia alla realizzazione del suo sogno: esprimersi con musica e parole, libero, completamente slacciato da vincoli e catene.
Essere un One Man Band è molto più di un semplice modo di esibirsi, per Tommaso è un mezzo per comunicare al mondo le sue idee, e questo traspare anche dal nome che ha scelto: Barnum One Man Show.
Barnum è un personaggio abbastanza scomodo, decisamente atipico e di rottura con i canoni tradizionali. Si tratta di un impresario americano degli anni ’20 che mostrava le bellezze dell’Africa, in giro per gli Stati Uniti.
Le modalità non erano proprio edificanti, per usare un eufemismo; era un aspetto del colonialismo dell’Africa Nera, uomini e animali venivano portati in giro e mostrati a spettatori esterrefatti, come un grande circo.
«Ho deciso di scegliere questo nome per comunicare il mio disappunto nei confronti di quella parte di mondo che pratica una comoda ipocrisia. Tra gli animalisti, ecologisti, vegetariani, fruttariani, vegani, Buddisti dell’ultima ora, yoga dipendenti e tutti gli -“isti” – del caso , c’è una tendenza, che è quasi un bisogno, di appartenere per forza ad una schiera, qualunque essa sia. Sono stufo di questo insopportabile ben pensare e sono stufo di vedere persone che delegano la propria identità a ridicole ideologie, che sostituiscono il proprio essere autentico e personale con manie osservate come religioni. Sono stufo di chi si vuol sentire speciale a tutti i costi.>>
Il segreto di ogni One Man Band è il set acustico di percussione, ovvero gli elementi in grado di riempire i vuoti della melodia, c’è chi usa piatti o tamburi, chi cucchiai o cembali.
«Mi ricordo di un artista spagnolo che suonava con un teschio di mucca in testa, e batteva con il casco su dei piatti da batteria. Tutti noi abbiamo uno stile speciale».
Il genere che Tommaso porta in scena è un complesso mix che combina le ritmiche del rockabilly, con una bassa definizione dei suoni e una voce radiofonica tipiche delle atmosfere garage. L’accompagnamento distorto del punk s’intreccia con le chitarre profonde del surf, il tutto tenuto insieme da passaggi melodici di blues; un “drum set” essenziale, fatto di cassa rullante e charleston, porta, infine, il tempo dritto come un treno.
«Questo intendo per liberare il mio linguaggio espressivo. Esibendomi da One Man Band, posso mettere in pratica lo stile che voglio, dare sfogo alle mie passioni. Ѐ una sorta d’identità culturale che si palesa ogni volta che salgo sul palco».
A Roma, nel mese di marzo, scatterà l’Invasione Monobanda, un festival italiano degli One Man Band, arriveranno artisti da tutto il mondo, ma prima l’onda travolgerà Firenze.
Ѐ in programma per il 1 marzo, alla NOF, in Borgo San Frediano, Invasione Monobanda Party, un’anteprima della rassegna in cui si esibiranno Tommaso e “STEDDIE AND THE BURIED MARILYNS”, sotto la regia musicale di Freddie Koratella.
Ѐ un universo in espansione, protagonista di una scena underground fatta di piccoli club nascosti e mini-festival, un genere in cui l’esibizione s’incentra sul talento dell’unico membro della band.
«Mi sono avvicinato a questo mondo un po’ per necessità. Dovevo organizzare concerti per alcuni locali, mi occupavo della programmazione musicale, ma i proprietari avevano bisogno di band con pochi componenti e con un impatto ambientale oculato, per questioni di spazio e rispetto delle norme acustiche».
C’era solo una persona che poteva aiutarlo a trovare artisti in grado di esibirsi da soli: Freddie Koratella, una sorta di guru del genere, che rappresenta la “Dead Music” ed è il riferimento principale per gli One Man Band che si esibiscono in Italia.
«Il primo concerto che ho organizzato è stato al WIP, (acronimo di Work In Progress) un locale underground storico a Terranova Bracciolini, in provincia di Arezzo. Ad esibirsi fu un musicista spagnolo, Hombre Lobo, (l’uomo lupo) un artista geniale, chitarra, voce e percussioni, con la maschera da lupo mannaro. Da quella sera davanti ai miei occhi s’è spalancato un mondo e non ho avuto più dubbi: dovevo intraprendere quel percorso anch’io!».
Appassionato di musica da sempre, Tommaso fa parte ormai da dieci anni di un gruppo noto a Firenze, i Tony Romano Psycho Explosion, con cui ha inciso anche un disco. Ha studiato per anni tutti i segreti del rockabilly, diventando un chitarrista in grado di eseguire giri musicali di più generi, spaziando dal rock al country, passando per il blues e il punk. Ma l’ispirazione monobanda l’ha travolto e ora si dedica con grande energia alla realizzazione del suo sogno: esprimersi con musica e parole, libero, completamente slacciato da vincoli e catene.
Essere un One Man Band è molto più di un semplice modo di esibirsi, per Tommaso è un mezzo per comunicare al mondo le sue idee, e questo traspare anche dal nome che ha scelto: Barnum One Man Show.
Barnum è un personaggio abbastanza scomodo, decisamente atipico e di rottura con i canoni tradizionali. Si tratta di un impresario americano degli anni ’20 che mostrava le bellezze dell’Africa, in giro per gli Stati Uniti.
Le modalità non erano proprio edificanti, per usare un eufemismo; era un aspetto del colonialismo dell’Africa Nera, uomini e animali venivano portati in giro e mostrati a spettatori esterrefatti, come un grande circo.
«Ho deciso di scegliere questo nome per comunicare il mio disappunto nei confronti di quella parte di mondo che pratica una comoda ipocrisia. Tra gli animalisti, ecologisti, vegetariani, fruttariani, vegani, Buddisti dell’ultima ora, yoga dipendenti e tutti gli -“isti” – del caso , c’è una tendenza, che è quasi un bisogno, di appartenere per forza ad una schiera, qualunque essa sia. Sono stufo di questo insopportabile ben pensare e sono stufo di vedere persone che delegano la propria identità a ridicole ideologie, che sostituiscono il proprio essere autentico e personale con manie osservate come religioni. Sono stufo di chi si vuol sentire speciale a tutti i costi.>>
Il segreto di ogni One Man Band è il set acustico di percussione, ovvero gli elementi in grado di riempire i vuoti della melodia, c’è chi usa piatti o tamburi, chi cucchiai o cembali.
«Mi ricordo di un artista spagnolo che suonava con un teschio di mucca in testa, e batteva con il casco su dei piatti da batteria. Tutti noi abbiamo uno stile speciale».
Il genere che Tommaso porta in scena è un complesso mix che combina le ritmiche del rockabilly, con una bassa definizione dei suoni e una voce radiofonica tipiche delle atmosfere garage. L’accompagnamento distorto del punk s’intreccia con le chitarre profonde del surf, il tutto tenuto insieme da passaggi melodici di blues; un “drum set” essenziale, fatto di cassa rullante e charleston, porta, infine, il tempo dritto come un treno.
«Questo intendo per liberare il mio linguaggio espressivo. Esibendomi da One Man Band, posso mettere in pratica lo stile che voglio, dare sfogo alle mie passioni. Ѐ una sorta d’identità culturale che si palesa ogni volta che salgo sul palco».
A Roma, nel mese di marzo, scatterà l’Invasione Monobanda, un festival italiano degli One Man Band, arriveranno artisti da tutto il mondo, ma prima l’onda travolgerà Firenze.
Ѐ in programma per il 1 marzo, alla NOF, in Borgo San Frediano, Invasione Monobanda Party, un’anteprima della rassegna in cui si esibiranno Tommaso e “STEDDIE AND THE BURIED MARILYNS”, sotto la regia musicale di Freddie Koratella.
Ma sarà veramente un’invasione?
«Ci faremo conoscere, mostreremo al pubblico il nostro stile, ma la nostra dimora rimarrà la stessa: quella fitta rete di piccoli club, un po’ esclusivi, un po’ dannati, nascosti e angusti, dalle atmosfere sotterranee,, quell’universo underground resterà il nostro regno».
«Ci faremo conoscere, mostreremo al pubblico il nostro stile, ma la nostra dimora rimarrà la stessa: quella fitta rete di piccoli club, un po’ esclusivi, un po’ dannati, nascosti e angusti, dalle atmosfere sotterranee,, quell’universo underground resterà il nostro regno».
Foto di Flavia Lazzaro
Errata corrige : La redazione di FUL si scusa con i suoi lettori e con Tommaso ” Barnum One Man Show” per avere pubblicato sul pezzo uscito nel numero cartaceo di gennaio-febbraio alcune inesattezze riguardo all’intervista sviluppata.