Liter of Light

Un litro di luce. Alla scoperta dell’innovativa ONG Liter of light e della sua sede italiana.

Questa storia ha come protagonista una bottiglia di plastica. Sì, proprio come una di quelle che contengono la nostra molto poco salutare bibita zuccherosa preferita. Dopo averne bevuto il contenuto, da bravi ecologisti la smaltiamo nella raccolta differenziata per riciclarla. Ma c’è qualcuno che ha pensato a un finale diverso per dare a queste bottiglie nuova vita trasformandole da rifiuti in elementi architettonici di primaria importanza.

Illac Diaz è un imprenditore sociale italo-filippino, laureatosi in architettura e urbanistica al MIT di Boston. Nel 2006 ha fondato My Shelter Foundation con la quale ha iniziato a usare le bottiglie di plastica come dei mattoni per la costruzione di veri e propri edifici. Qualche anno prima, nel 2002, in Brasile, Alfredo Moser aveva inventato quella che poi fu chiamata la Moser Lamp: una lampada costituita da una bottiglia di plastica riempita di acqua e candeggina che, inserita nel soffitto – metà dentro e metà fuori dall’edificio – era capace di illuminare gli ambienti rifrangendo i raggi solari. Chiaramente solo di giorno… Illac Diaz, che di bottiglie ne sapeva già qualcosa, non esitò ad utilizzare questa invenzione nelle sue costruzioni e pensò anche di diffonderla su scala globale. Così nel 2011 nasce Liter of Light!

Ma come poter far funzionare queste lampade anche di notte? Per rispondere a questa esigenza, a cavallo tra il 2012 e il 2013, nasce il progetto Liter of light at night. Le nuove lampade sono composte da pannelli solari, un circuito e un led posizionato dentro la bottiglia. I diversi modelli si adattano ai materiali rinvenibili direttamente nei vari luoghi di installazione, in modo da rendere il processo il più autonomo e sostenibile possibile. La loro prima applicazione è avvenuta nelle Filippine durante il tifone Jolanda.

Liter of light non produce lampade né fornisce energia, ma diffonde nelle comunità la conoscenza e le
competenze necessarie alla loro costruzione e produzione. Le fasi di lavoro sono molteplici. A monte vi è un momento di ricerca e di sviluppo tecnologico sui vari modelli di lampade. In seguito viene studiata la fattibilità dei vari progetti. Una volta passato questo vaglio, il progetto viene valutato assieme alla comunità dei destinatari e adattato alle, spesso imprevedibili, esigenze del contesto specifico. Partono poi i vari workshop destinati ai membri della comunità sui metodi di assemblaggio e installazione delle lampade. Dove è possibile, e spesso in collaborazione con ONG che si occupano di micro-finanziamento, viene anche stimolata la nascita di micro-imprese per diffondere e mantenere queste installazioni. L’obbiettivo, insomma, è quello di creare l’intera filiera del processo nei singoli contesti d’azione, adattandola sempre alle peculiarità specifiche. Perseguendo questa filosofia, sono addirittura riusciti a trovare il modo di costruire e installare lampade senza bisogno di ricorrere all’utilizzo di elettricità!

In Italia Liter of light è arrivata quasi per caso. Lorenzo Giorgi incontrò Illac Diaz a una festa a Firenze, restarono in contatto e dal 2014 iniziò a collaborare con lui come consulente esterno per la cooperazione internazionale. Nel 2015 nasce ufficialmente a Prato la sede italiana per opera dello stesso Lorenzo, di suo fratello Giorgio, Giacomo Battaini e Simone Gori. Entro la fine del 2015 diventano anche responsabili per la gestione del coordinamento europeo. Il loro lavoro quotidiano consiste nell’occuparsi di ricerca e sviluppo, stabilire le linee di intervento a livello europeo e seguire direttamente i progetti di sviluppo del cosiddetto sud del mondo. Finora hanno operato soprattutto in Africa, ma presto contribuiranno anche all’illuminazione dell’America latina.

Lorenzo ci racconta che «l’aspetto che lo appassiona di più è quello di sviluppare i vari progetti di intervento basandosi su forme di design cooperativo (co-design) e sistemico, coinvolgendo professionalità diverse e soprattutto mettendo al centro le esigenze e il contributo dei beneficiari. Quando il beneficiario diviene anche produttore vi è la garanzia che il progetto risponda effettivamente alle sue esigenze». Un approccio alla cooperazione internazionale che fa calare i progetti dall’alto è, secondo Liter of Light, inutile, se non addirittura dannoso. Solo se i beneficiari sentono proprio il progetto, questo può influire veramente sulle loro vite e migliorare radicalmente gli spazi e, di conseguenza, anche le relazioni all’interno della comunità nel lungo periodo. «Il nostro interesse» continua Lorenzo «non è solo quello di elettrificare, ma soprattutto quello di creare dei circoli virtuosi nati dal basso capaci di rendere le persone indipendenti anche a livello professionale». Anche per questo Liter of light è una delle pochissime ONG a non avere nemmeno un espatriato a lavorare nei luoghi dei progetti.

Le prime lampade per uso privato create da Liter of light erano da 1 watt. In seguito sono state potenziate fino a 10 watt includendo anche un caricabatterie interno. Poi sono venuti i lampioni da 20 watt, fino alle illuminazioni per ambienti pubblici e sportivi da 40 watt. Attualmente uno dei progetti di ricerca più stimolanti è incentrato sull’inserimento di un ripetitore WiFi all’interno dei lampioni.

Ancora oggi ci sono 1.3 miliardi di persone al mondo prive di accesso all’energia. Il problema non è evidentemente la mancanza di fonti energetiche, ma il loro costo. Non devono quindi cambiare solo le tecnologie, ma anche e soprattutto i loro metodi di diffusione e le politiche sociali. Liter of light fa decisamente un grande lavoro in questa direzione e ha fatto fare tanta strada alla bottiglia della nostra bibita zuccherosa preferita!

 
ENGLISH VERSION>>>>
The protagonist of this story is a plastic bottle. After drinking our favourite drink, we usually throw it away but there’s someone who has decided to give to these bottles a new life by transforming them in architectural elements of primary importance.
Illac Diaz is an Italian-Filipino entrepreneur who graduated in architecture and city planning at MIT Boston. In 2006 he founded My Shelter Foundation and started using plastic bottles as bricks to build houses. In 2002, in Brazil, Alfredo Moser invented the so called
Moser Lamp, a lamp built with a plastic bottle full of water and bleach, that – inserted in the roof, half outside and half inside of it – was able to refract the rays of light and let them enter the house… but only at daylight. Illac Diaz decided to use this technique and spread it all over the world. In 2011 Liter of Light was born!
How could he make them work also at night? In 2012-2013 the project Liter of Light
at night was created and new bottles were invented. They started building plastic bottles with a solar panel, a circuit and a LED inserted inside them. They were used for the first time in the Philippines after the Jolanda typhoon.
Liter of Light doesn’t produce or give energy but it shares knowledge and competences inside the communities. There are different steps in the process of making these bottles and they are all shared with the beneficiaries.
In Italy Liter of Light arrived quite by mistake. Lorenzo Giorgi met Illac Diaz in Florence during a conference. In 2014 he started working with him as external consultant for international cooperation. In 2015 Liter of Light rooted in Prato, its Italian headquarter, with the help of Giorgio Giorgi, Giacomo Battaini and Simone Gori. By the end of 2015 they became supervisors for the European coordination. Liter of Light Italia deals with research and development, it establishes intervention strategies at European level and follows some projects. Till now they have been mainly in Africa, but soon they will go also to Latin America.
Lorenzo told us that the aspect of this work that thrills him the most «is the one of developing projects based on co-design, involving different professionalisms, keeping always in mind the needs and the contributions of the beneficiary». According to him any project is successful when it involves the beneficiary in the making. «Our interest» continues Lorenzo «is creating a virtuous cycle that make people professionally independent». For this very reason Liter of Light is one of the few NGOs that has no members of staff working abroad.
Still today there are 1.3 billion people without access to energy. The problem is not the lack of energy sources, but their cost. Liter of Light wants to help people understand that we must change the methods and political practices of access to energy. Our favourite sugar drink has gone a long way! •

Testo di Jacopo Visani
Foto di Liter of Light