Un viaggio attraverso i secoli, un confronto privo di retorica e ricco di speranza tra figure del passato e del presente, intessuto di madrigali, lirica e hip hop.
Lo Specchio Magico di Fabio Vacchi, uno dei compositori italiani più famosi e apprezzati del panorama internazionale, sul libretto di Aldo Nove, arriva al Teatro dell’Opera di Firenze, il 7 maggio, per una data unica in Italia. Un esperimento coraggioso, forse il più rivoluzionario di Vacchi, la cui narrativa musicale ed espressiva non ripercorre mai le stesse strade, non prende mai la più ovvia piega astratta, ma trova nell’emotività, nella comunicazione, nel racconto il cuore pulsante di ogni opera. Ad affiancarlo in questa impresa il rapper fiorentino Millelemmi, l’artista Marco Tarascio, in arte Moby Dick, il ballerino e cantante Filippo Coffano Andreoli, il direttore di orchestra John Axelrood, il regista Edoardo Zucchetti e un cast di prim’ordine che interpreterà i diversi personaggi: Roberto Abbondanza, Paolo Antognetti, Marcello Nardis, Italo Proferisce, Alda Caiello, Luca Casalin, Pietro Picone, Matteo Ferrara, Pablo Galvez Hernandez.
Assieme a loro, attraverso di loro, lo Specchio Magico percorrerà la storia umana in tre tappe: la caduta dell’Impero Romano, lo sterminio degli Indiani del Nordamerica e il lancio della Bomba Atomica su Hiroshima. Il dialogo tra personaggi storici e di fantasia con il Cantastorie (Millelemmi) sarà affiancato da una performance a cielo aperto di Moby Dick, che dipingerà la parte superiore della cavea sulle note diffuse dall’interno. Il suo live painting, che inizierà mercoledi e si concluderà sabato sera, godibile da chiunque salga sulla terrazza panoramica della cavea, sarà proiettato in sala trasformandosi in una “regia performante” dell’opera stessa. Il raccordo tra i due ambienti, esterno e interno, tra i personaggi e il Cantastorie, tra il passato e il futuro, sarà riassunto nella danza e nell’interpretazione di Piccola Nuvola (Coffano) che comporrà in un’unica dinamica artistica le differenti anime di un’opera tanto temeraria.
Lo Specchio Magico, il primo “melograffito” mai realizzato, nella città che al melodramma ha dato i natali, riflette le profonde contraddizioni di un’epoca che cerca di prescindere dal proprio passato reinterpretandolo attraverso un fecondo dialogo tra cultura classica e popolare, tra lirica e rap, tra danza e recitazione. Un confronto solo all’apparenza polarizzato ma che in realtà aspira a un’unità progressiva, a un climax umano e culturale che sembra essere l’esito naturale della continua sintesi contemporanea. Siamo curiosi di scoprire l’opera, di rifletterci in questo Specchio Magico, ed emozionati che un simile esperimento sia fatto per la prima volta qui, a Firenze, nell’incredibile cornice dell’Opera del Maggio Musicale.
NICCOLÒ BRIGHELLA