Lunga vita al Teatro-Cinema Bruschi di Rignano sull'Arno

Rignano sull'Arno. Una foto del Cinema-Teatro Bruschi oggi

L’Associazione Teatro-Cinema Bruschi sta lavorando incessantemente per riqualificare lo spazio polifunzionale di Rignano sull’Arno. Dal tesseramento alla raccolta fondi, passando per i lavori del “ridotto”, le iniziative in ballo sono tante. Il 5 e il 6 di Giugno -normativa permettendo- è prevista una visita allo spazio con un’esposizione di quadri donati da alcuni artisti che sostengono la causa. Le opere d’arte costituiranno i premi in palio per una lotteria, la cui estrazione è prevista per il 5 di giugno. Tutti gli aggiornamenti saranno comunicati sulla pagina Facebook ufficiale dell’Associazione; per seguire e sostenere il crowdfunding c’è un’apposita pagina online.

Abbiamo intervistato Lucia Bencistà, Presidentessa dell’organizzazione
no-profit che guida il recupero del Teatro-Cinema Bruschi.

Com’è nata l’Associazione e per quale motivo?

“La voglia di fare qualcosa per riprendere in mano le sorti di questo Cinema-Teatro, situato nel centro del paese di Rignano sull’Arno, che da tanti anni – ormai 43 – è chiuso, nasce da molto lontano. È una volontà venuta fuori a più riprese e che si è manifestata in vari modi, anche se poi è sempre caduta nel vuoto.

L’anno scorso però, di questi tempi, con un gruppo di amici abbiamo pensato di dare un’altra volta le gambe a questo anelito di riaprire il Cinema-Teatro. Ci siamo rivisti, siamo ritornati al suo interno – grazie ai proprietari che ce lo hanno aperto – e abbiamo deciso che quello era il momento di partire. Abbiamo pensato di fondare un’Associazione ritenendo che questo fosse il modo migliore per cominciare a lavorare: un’Associazione nella quale più persone avessero le competenze tali per inaugurare la strada del recupero del Cinema-Teatro Bruschi.

Abbiamo quindi iniziato con degli atti molto semplici ma concreti, come un’apertura straordinaria per tutti i rignanesi, che abbiamo fatto il 30 luglio dell’anno scorso, per far rivivere il luogo ai cittadini e partire con il tesseramento. Più tardi abbiamo contattato la proprietà per fare un comodato d’uso, grazie al quale ora possiamo disporre in piena regola dei locali: questo ci ha permesso di poter cominciare a lavorare almeno nel locale accanto al vero e proprio Cinema, nello spazio che noi chiamiamo il “ridotto”, la zona che un tempo era adibita a bar.

Quando i lavori saranno finiti questa parte tornerà accessibile, non per grandi cose, ma almeno per incontrare i soci e per fare piccole manifestazioni e mostre. Piccole cose sì, che segnano però un momento di rinascita.”

Rignano sull'Arno. Una foto del Cinema-Teatro Bruschi oggi.
Rignano sull’Arno. Una foto del Cinema-Teatro Bruschi oggi

È qui che entra in gioco il crowdfunding lanciato in compartecipazione con la BCC, giusto?

“Il crowdfunding sulla piattaforma Produzionidalbasso.com, con la Banca di Credito Cooperativo Valdarno Fiorentino Banca di Cascia, che ringrazio tantissimo, è per ora rivolto soprattutto a recuperare il “ridotto”, non il Teatro in sé. Quest’ultimo, nel suo complesso, prevede grandi lavori di ristrutturazione e quindi delle risorse che l’attuale raccolta fondi non può esaurire.

Per questo genere di interventi ci sarà bisogno di guardarsi molto intorno, cercando finanziamenti importanti, per fare tutti quei lavori che consentiranno di raggiungere il livello di messa in sicurezza di tutto il locale come previsto dalle normative vigenti. Quando questo succederà, sarà un passo ulteriore verso il recupero completo del Teatro.”

Qual è la data di scadenza della raccolta fondi?

“La raccolta fondi finisce il 30 settembre. La BCC di Cascia, nel suo Consiglio di Amministrazione, ha deliberato lo stanziamento di fondi che andranno a raddoppiare la cifra che raccoglieremo, fino ad un massimo di 3000 euro. Per adesso, sono stati raccolti circa 2210 euro.”

Quali sono i lavori a cui sarà soggetto il Teatro una volta terminata il crowdfunding?

“Tra i lavori più importanti da fare nell’immediato – e fra i più costosi – ci sarà una nuova porta di ingresso, con il maniglione antipanico. Per quanto riguarda invece le sedute nel “ridotto”, abbiamo ancora tutte le sedie e le panche del vecchio Cinema, i tradizionali sedili in legno ribaltabili, che sono molto belli, ma purtroppo non sono a norma, quindi non potranno essere riutilizzati quando il Teatro sarà riaperto. Pensavamo comunque di sfruttarli per il “ridotto”, per poter ospitare il numero di persone che ci sarà concesso, avendo un’agibilità rivolta soltanto ai tesserati, almeno per il momento.

Non faremo acquisti in più, perché certe cose vanno fatte sì con entusiasmo, ma l’euforia non può portarci a fare delle spese inutili. Certo, non potevamo scegliere un periodo peggiore per questa iniziativa, cioè per far nascere l’Associazione e promuovere il recupero del Teatro: infatti abbiamo cominciato assieme alle chiusure dovute alla pandemia. D’altra parte questo ci ha permesso di indirizzare tutta l’attenzione della nostra iniziativa sui social network, per fare una campagna mirata di sollecitazione verso la popolazione rignanese, che devo dire ci sta ripagando. Mi auguro, una volta usciti da questo difficile periodo, di vedere ancora più persone affacciarsi alla porta aperta del “ridotto”, così da far comprendere che si sta lavorando per il futuro dei rignanesi, soprattutto dei giovani.”

Una foto del Cinema-Teatro Bruschi oggi.
Il Cinema-Teatro Bruschi oggi

Da quando è stato chiuso manca un luogo che possa essere, in questi termini, uno spazio di aggregazione culturale a Rignano sull’Arno. Come consideri la collocazione del Cinema Bruschi nel contesto rignanese? C’è anche una funzionalità sociale, se così la vogliamo definire, oltre che culturale dietro al suo recupero?

“Io considero il nostro impegno quasi inderogabile. Lo sforzo di riaprire il teatro non è una mania di poche persone né un capriccio o un puntiglio. Io trovo una vera e propria necessità quella di avere a disposizione uno spazio grande che il paese attualmente non ha, ma ha avuto in anni passati. Rignano ormai da troppi anni non vive più momenti di aggregazione che invece sono fondamentali, quindi non è giusto rinunciare a questa possibilità. È proprio un fattore di giustizia sociale per un paese che questo spazio non lo deve neanche inventare, ma ce l’ha proprio nel suo cuore più antico.

Il paese di Rignano, da piccolo borgo a capo del ponte sull’Arno, si sviluppò agli inizi del Novecento quando, dopo l’arrivo della ferrovia nella seconda metà dell’Ottocento, il paese iniziò la sua evoluzione in senso produttivo ed urbanistico. Il centro del paese prese vita con l’impianto della falegnameria e il potenziamento della cementeria da parte della famiglia Bruschi. Rodolfo Bruschi, il più intraprendente esponente, negli anni ’30 diede impulso, oltre che alla costruzione del palazzo di famiglia, anche alla Cooperativa di consumo e all’Asilo infantile; inoltre, volle costruire anche il Teatro. Questa storia è giusto che sia valorizzata.

Se, da una parte, c’è quindi una necessità proprio strutturale – l’esigenza di un centro d’aggregazione – dall’altra c’è il bisogno di recuperare la propria storia. Tempo fa riguardavo del materiale sui teatri storici di cui la Toscana è molto ricca e vedevo come molti di questi teatri– a Firenze prima di tutto, ma anche ad Arezzo e nella provincia – siano nati con una particolare concentrazione tra la prima e la seconda guerra mondiale, proprio perché era un momento in cui si usciva da una situazione di grandi difficoltà e ci si apriva alle nuove possibilità ricreative, anche cinematografiche, con grande entusiasmo. Quindi il Teatro-Cinema Bruschi fa parte della nostra storia per molti aspetti, ed è per questo motivo che deve essere tutelato e tramandato ai nostri giovani.

Si deve vivere la storia e si deve saperla anche sfruttare, cogliendo il meglio di ciò che è stato. La storia è la mia materia: quando ho fatto delle lezioni ai ragazzi delle scuole medie -che ho chiamato “Quattro salti in paese”- sono stata con loro in giro proprio per Rignano e ho fatto conoscere loro quello che nel paese c’è di storico: la pieve, l’antico ponte, il vecchio mulino, ma anche il palazzo Bruschi, la torre che ricorda la conquista della Libia nel ’36 e il vicino Teatro chiuso da tanti anni. Certo, la storia è anche specchio di vicende che non vorremmo nemmeno ricordare, però non possiamo non sapere, quindi mi è sempre sembrato assurdo che un Cinema-Teatro come il nostro potesse davvero rimanere dimenticato, perché anche questo è – e può essere ancora – una delle prospettive se non facciamo qualcosa.”

Come Presidentessa dell’Associazione, chi vorresti ringraziare?

“Voglio ringraziare chi ha intrapreso questa strada insieme a me e, prima di tutto, gli altri quattro membri del Consiglio che in questi giorni si stanno dando veramente tanto da fare (Alberto Mariotti, Claudio Fusai, Maurizio Bugli, Sauro Baci), oltre a tutti i tesserati dell’Associazione.

Voglio ringraziare tanti professionisti e tante maestranze che ci stanno regalando il loro tempo prezioso venendoci incontro nelle tante necessità che incontriamo nel nostro cammino. Voglio inoltre ringraziare tutti, ma proprio tutti quelli che hanno contribuito finora alla raccolta fondi, perché questa per noi non è una cosa da poco: è fondamentale poter avere delle risorse per acquistare ciò che ci serve, proprio per poter rimettere a nuovo il “ridotto” e cominciare a riaprire. Quindi vorrei ringraziare ancora la BCC che ci ha dato questa possibilità con grande generosità.

Per ultimi, ma non per ordine di importanza, ringrazio i proprietari, Rossana Stefanelli e suo marito Paolo Ferroni. Essi sono, fino a questo momento, l’ultimo tassello di una storia che, come abbiamo visto, nasce da lontano. A loro, che sono con noi in questo percorso, va un ringraziamento speciale.”