Manifattura Tabacchi ha presentato il palinsesto autunno-inverno di NAM – Not A Museum, la piattaforma di nuova concezione a cura di Caterina Taurelli Salimbeni, basata sul principio dell’interdisciplinarità tra le arti, sul coinvolgimento della comunità e sull’indagine del rapporto tra arte, natura e scienza.
Era il 2018 quando, dopo diciassette anni di inattività e abbandono, l’ex Manifattura di Tabacchi progettata negli anni Trenta da Pier Luigi Nervi, ha riaperto i battenti al pubblico per dar vita ad un nuovo centro di aggregazione, con l’obiettivo della riqualificazione, un occhio di riguardo verso le nuove problematiche di ecosostenibilità e attenzione per l’ambiente e soprattutto con lo scopo di creare un nuovo polo per il contemporaneo a Firenze.
Come ha sottolineato Cecilia del Re, assessore all’urbanistica e all’ambiente, con il progetto di Manifattura è stata posta la cultura al centro del processo di recupero urbanistico e il risultato è stato eccezionale; adesso, dopo appena due anni e con una pandemia che certamente non ha aiutato, l’ex fabbrica è già diventata un polo di attrazione culturale unico nel suo genere, con il grande merito di aver fatto rete con gli altri importanti enti della contemporaneità già presenti sul territorio come Palazzo Strozzi e Museo del Novecento. E il bello deve arrivare visto che la configurazione attuale è solo l’inizio di ciò che prenderà forma finale nel centro nevralgico di Manifattura ovvero la Factory, che aprirà all’inizio del 2022. D’altra parte questo luogo, esempio quasi unico di archeologia industriale a Firenze, è per sua stessa natura uno spazio della contemporaneità e come tale va preservato, come una “stazione creativa” che accelera i processi creativi, come ha affermato l’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi citando Paolo Rosa di Studio Azzurro.
E proprio questo è quello che Manifattura ha fatto credendo in un progetto come quello del suo non-museo che «non è un luogo ma è un programma» come ha affermato Michelangelo Giombini, responsabile Sviluppo Prodotto di Manifattura. NAM più che uno spazio fisico è un ambiente in cui è nata una vera e propria famiglia culturale e in cui finalmente si bada più ai contenuti che al contenitore; NAM non è uno spazio per l’arte, è uno spazio per gli artisti, in cui poter sperimentare, esplorare, creare collaborazioni e ibridare le varie forme d’arte per crearne di nuove in un crocevia tra curatori, artisti, architetti, artigiani e scienziati.
Una tra le attività di grande successo portate avanti da Manifattura e NAM in questo contesto è infatti quella delle residenze d’Arista a cura di Sergio Risaliti che con grande entusiasmo ha parlato di questo progetto avviato ormai tre anni fa. Firenze non è solo la città del Rinascimento ma è un centro attivo e attrattivo anche nel contemporaneo e trova nelle residenze d’artista di Manifattura Tabacchi uno degli esempi virtuosi proprio perché vede la presenza degli artisti, «il sangue vivo in un corpo che fino a tre anni fa era come ibernato», come dichiarato dallo stesso Risaliti.
Il terzo ciclo di residenze prende forma con L’armonia
“L’armonia” è il tema di quest’anno e sebbene sia stato scelto già all’inizio del ciclo di residenze d’artista tre anni fa, alla luce di quanto successo durante quest’inverno si arricchisce più che mai di significato, divenendo armonia con sé stessi, con il mondo intorno a noi e con la natura. Quest’anno i sei artisti selezionati – Ludovica Anversa (Milano, 1996), Ambra Castagnetti (Genova, 1993), Diana De Luca (Avezzano, 1996), Chiara Gambirasio (Bergamo, 1996), Nicola Ghirardelli (Como, 1994) e Max Mondini (Parma, 1990) – sperimenteranno fotografia, pittura, disegno, scultura, installazioni e video grazie a incontri e workshop con importanti artisti e curatori della scena nazionale e internazionale contemporanea da cui nasceranno opere collettive prima dell’esposizione finale con opere personali il prossimo gennaio.
Happening l’evento dal 25-09 al 4-10
Altro evento in linea con i valori di NAM, al punto da esserne quasi l’evento-manifesto è ‘Happening!’ il festival di arti performative a cura di Letizia Renzini che in questa sua prima edizione si propone di indagare la relazione tra performing arts e performance in uno spazio come quello di NAM perfetto per la commistione tra le arti che avverrà attraverso installazioni, concerti, suoni e mostre con il coinvolgimento di artisti e performer internazionali.
SUPERCATASTROFE quali storie per la fine del mondo. God is Green III edizione
Strizza un occhio alla problematica ambientale ‘God Is Green’ il festival dedicato alla sostenibilità che concentra in sé i linguaggi e i concetti di NAM e che promette di essere un’esperienza a tutti gli effetti che ognuno potrà vivere in maniera personale e intima; curato da Nero, il festival quest’anno ha l’incisivo titolo di – Quali storie per la fine del mondo” e vede collaborazioni come quella con il collettivo Parasite 2.0, il festival Terraforma, il settimanele Medusa, la collana editoriale Not, l’artista Andreco e le studiose Miriam Tola, Federica Timeto e Clara Ciccioni.
Nel palinsesto degli eventi di NAM per questo autunno-inverno c’è anche “Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis” la mostra a cura di Leonardo Bigazzi e prodotta da Schermo dell’arte nell’ambito della nona edizione di ‘VISIO. European Programme on Artists’ Moving Images’. L’esposizione avrà come tematiche centrali il concetto di vulnerabilità a cui tutti ultimamente ci siamo visti sottoposti e al contempo quello di resistenza al modello capitalista che i più importanti artisti attivi nel campo della video-art affronteranno secondo la loro personale visione ed esperienza.
Anche Radio Papesse, che con grande coraggio ha deciso di reagire in questa situazione cross-pandemica con un festival che resta in presenza e a cui si accosterà l’attività di web radio, sarà presente con ‘LUCIA La Radio al Cinema’, il festival dedicato all’ascolto di opere radiofoniche e podcast italiani e internazionali.
Sarà presente anche collettivo di ricerca teatrale Sotterraneo che presenterà una serata multidisciplinare composta da ben tre distinti progetti teatrali che avranno luogo in altrettanti spazi con lo scopo di aprire la propria ricerca a diverse forme di incontro col pubblico.