Marijuana. Di stato. A Firenze

marijana 1Se non fossimo ben lontani dal primo di Aprile, si potrebbe pensare ad uno scherzo. Ma invece è la notizia del giorno: lo stato coltiverà marijuana, e precisamente a Firenze, nello stabilimento chimico militare di via Reginaldo Giuliani. Insomma, sembra una barzelletta ma non lo è: l’esercito coltiverà la cannabis!
I fan di Bob Marley e della buona vecchia Mary Jane però possono esultare fino ad un certo punto, perché: punto primo, la marijuana servirà a realizzare farmaci, e non sarà certo venduta al supermercato, e punto secondo tutti i politici si sono affrettati a specificare che in nessun caso questo significa che al momento saranno fatti passi in avanti nella eventuale legalizzazione del consumo di droghe leggere.
Comunque sia, la notizia sta facendo il giro del web ad una velocità impressionante: i media hanno parlato di “marijuana di stato”, anche se la realtà dei fatti è che lo Stato produrrà marijuana per agevolare l’uso della cannabis esclusivamente a uso terapeutico, in particolare per favorire il ricorso ai cosiddetti farmaci cannabinoidi per lenire il dolore nei pazienti oncologici o affetti da HIV e nel trattamento dei sintomi di patologie come sclerosi multipla, SLA e glaucoma.
Il via libera è stato dato dai ministri della Difesa e della Salute Roberta Pinotti e Beatrice Lorenzin; non marijana 3senza polemiche, perché l’argomento è sempre al centro di tante discussioni, ma la notizia è stata riportata dai principali quotidiani e verrà ufficializzata entro settembre; a questo punto, non è escluso che entro il 2015 i farmaci cannabinoidi saranno già disponibili nelle farmacie italiane.
La coltivazione della marijuana e la produzione dei farmaci derivati – e qualcuno sorride pensando all’apparente paradosso- avverrà nello stabilimento chimico militare di Firenze, quindi in sostanza a produrla sarà proprio l’esercito italiano. Le origini dell’istituto farmaceutico fiorentino, situato in via Reginaldo Giuliani risalgono al 1931; oggi lo stabilimento, nato con l’obiettivo di produrre medicamenti per il mondo militare, ha esteso la sua attività anche al settore civile. E ora produrrà i farmaci derivati dalla cannabis attualmente importati dall’estero a costi elevati.
Il ministro Lorenzin ha sempre detto che «dal punto di vista farmacologico, non ci sono problemi all’uso terapeutico della cannabis: nessuno mette in dubbio gli effetti benefici, ma va trattato come un farmaco», ed esclude che su questa materia si agitino battaglie culturali con l’obiettivo di liberalizzare le droghe leggere: «La mia impressione è che in questo Paese non si riesca a parlare in temi in termini laici e asettici, senza ricominciare a parlare di liberalizzazione».
marijana 2Dal mondo della medicina rimbalzano subito le posizioni dell’oncologo Umberto Veronesi che ha commentato favorevolmente la decisione: «Giustissimo, io sono anche per la liberalizzazione». «La marijuana – afferma Veronesi – è un ottimo farmaco. Siccome è anche uno stupefacente, si ha sempre paura ad usarlo. Invece è ottimo contro il dolore, contro i malesseri, contro il vomito, è un sedativo». «È la stessa cosa – conclude Veronesi – che è successa con la morfina, che per anni non sono riuscito a far avere a questi poveri diavoli che soffrivano. È giustissimo usarla e coltivarla. Io sono anche per la liberalizzazione, ma questo è un altro discorso».
Intanto, sono nove le Regioni italiane che hanno legiferato sul tema dei farmaci a base di cannabis; insomma, il tema è importante, e per l’Italia si tratta sicuramente di aver superato un tabù che in molti altri paesi non è neanche mai esistito, ma stiamo a vedere che succederà. Una cosa è certa: sicuramente il buon vecchio Marco Pannella starà festeggiando… a modo suo, immaginiamo.
DANIEL C. MEYER