MELMA – l’umanesimo rivoluzionario di Nico Vascellari al Forte Belvedere.

Il Museo Novecento ha inaugurato l’apertura di MELMA (dal 24 giugno fino al 8 ottobre 2023), mostra di Nico Vascellari a cura di Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, promossa dal Comune di Firenze e organizzata da MUS.E, e prima tappa di un grande progetto dell’artista per la città di Firenze.

Nico Vascellari – Nido (2009-2021) Veduta parziale dell’installazione

Nico Vascellari è l’artista che aspettavamo in Italia. Erano anni che aspettavamo un artista di questa tempra, di questo calibro, che superasse l‘artista povero, l’artista citazionista, l’artista del pensiero debole, l’artista cinico degli ultimi anni e che restituisse al ruolo dell’artista una dimensione umana che va dall’alto in basso, dalla parte più terranea – come dicevano nel Rinascimento – ctonia, profonda, a quella più celeste. Il titolo della mostra dice tanto. La melma è un elemento primario, quella fanghiglia che se si priva dell’acqua, come noi, secca. La melma è mischiata con l’acqua e dalla melma nasce la vita. La melma è anche quella che sia nella Bibbia che nella mitologia greca – le Metamorfosi di Ovidio – è l’elemento da cui il Dio creatore – nell’altro caso Prometeo – plasma l’essere umano, fatto di melma, alla quale poi l’energia infonde l’anima. Nico parla costantemente di questa materia: se la togliamo, come la contemporaneità sta cercando di fare – tra intelligenza artificiale e nuove tecnologie di dominio della coscienza umana – se perdiamo il contatto con la nostra essenza terrena, perdiamo il rapporto con la nostra esistenza e con ciò che siamo di primordiale. Ritrovare l’essenza animale oltreché celestiale è il progetto creativo dell’esistenza dai primordi, e questo nella mostra si percepisce”.
Con queste parole Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, chiude la conferenza stampa del 23 giugno per l’inaugurazione della mostra MELMA dell’artista Nico Vascellari.

Nico Vascellari, Uroboro, 2022 – Fondazione Pino Pascali – Ph. Marino Colucci

Il sindaco Dario Nardella introduce invece, con una riflessione: “Questa è una mostra che chiude il cerchio dell’ultimo anno di governo di questa città: in questi anni è stato fatto sì che Firenze diventasse in Italia la città più interessante per mostre e iniziative legate all’arte contemporanea: dopo Fabre, Penone, Gormley, Mattiacci… oggi il Forte Belvedere torna ad essere interamente occupato dal lavoro di un unico artista”. Una mostra che include una selezione di opere inedite attraverso linguaggi e tecnologie diversi – sculture, video, suoni – che Vascellari ha pensato guardando a Firenze e che coincide con la riqualificazione del Forte Belvedere, con gli interventi terminati di ristrutturazione della Palazzina Medicea, dell’Orologio e della Meridiana. Orologio e Meridiana: passato e presente, antico e moderno, Vascellari partecipa all’inaugurazione con alle spalle il Brunnelleschi e il Giotto…

Nico Vascellari – Parade of Bruises – Piece Unique – Massimo De Carlo, Parigi 2022

Nico Vascellari: “Nel momento in cui l’arte tenta di essere un linguaggio, nel momento in cui io tento di essere comprensibile, manco di rispetto all’arte e a chi fruisce dell’arte. L’arte è incomprensibile, deve essere una sorta di pesca di ciò che è inspiegabile, come è inspiegabile quello che viviamo. Questo inevitabilmente porta a un’enorme solitudine, devo dire che quello dell’artista è un percorso di solitudine, una solitudine che però va costantemente ricercata come forma di rispetto per l’arte e per chi all’arte è interessato. In occasioni come queste, di colpo questa solitudine è sostituita da un’enorme senso di gratitudine (l’artista si commuove n.r.d.), è una gratitudine per chi condivide questo percorso e per tutti quelli che lo hanno reso possibile.

La mia prima mostra è stata a Firenze, inaugurava il 25 giugno 2003, quindi esattamente 20 anni fa, si intitolava Buio Primario, il lavoro principale era una performance che prevedeva che mi chiudessi per un periodo indeterminato di tempo – poi si è rivelato una settimana – all’interno di un tunnel buio, all’interno del quale ho vissuto ininterrottamente. L’idea era quella di investigare il mondo delle talpe, del sottosuolo, creare un vincolo tra il mondo sotterraneo e quello celestiale, attraversando l’elemento che collega tutti noi: la terra. Mi piace pensare che MELMA sia un proseguimento di quel percorso.

E poi, senso di gratitudine per Sergio (Risaliti, n.d.r.), che per questa città è mitologico. L’ostinazione con la quale Sergio ogni giorno ha lottato per questa mostra è qualcosa che mi tocca incredibilmente. Penso che la città di Firenze debba fare il possibile per mantenere Sergio in una posizione che gli permetta di continuare a difendere e valorizzare la sua città”.

Nico Vascellari – Visita Interiora Terrae – 2020

Sergio Risaliti: “Con questa mostra, Nico ha voluto indagare l’idea del tempo. Quello cronologico, quello della natura, quello del Cosmo. Lui, che è anche un musicista, conosce il tempo molto bene. Abbiamo creduto in lui, artista di spessore internazionale, perché vive il nostro tempo con profonda conoscenza del passato e indagando il futuro. Vascellari ha un diapason vastissimo, che va dalla poesia più lirica al brutalismo, dal ruggito della tigre al volo della libellula. Nel suo lavoro, Nico Vascellari governa social e merchandising per fini culturali, poetici e politici, per cambiare modelli di vita. La mostra è una grande mostra, occupa tutti gli spazi espositivi, quello dei bastioni, delle cannoniere, e l’interno della Palazzina. Il suo lavoro è un lavoro di ibridazione totale tra mondo animale e tecnologia. Nelle cannoniere sono proiettati dei video: in uno, gli esseri umani sovrappongono il loro volto a quello di animali, nell’altro è proiettato un rituale performativo antropologico e primordiale dove il sacrificio è più della tecnologia che dell’uomo. La Palazzina invece è stata tripartita in un percorso (citazione dantesca) che corrisponde a un’ascesa. L’esordio è quello di un forte impatto sonoro che parte dal seminterrato e poi sale nei piani alti dove l’indagine sull’esistenza vita – morte – rigenerazione si svolge a livello tutto biologico e animale. Nell’ultimo piano, sottraendo alla fisicità, non c’è più ingombro ma un’ascesa metafisica all’idea del tempo, tra scienza e poesia (Nico ha voluto che restasse aperta la botola a cui si accede all’orologio, per farne intravedere il meccanismo, amplificando il ticchettio delle lancette inesorabili, n.d.r.).

MELMA si dispiegherà a ottobre in diversi interventi in alcuni dei luoghi più prestigiosi del patrimonio storico-artistico della città. Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio e il Museo Novecento ospiteranno una serie di opere, tra cui una nuova installazione per l’Arengario, una perfomance site specific ideata dall’artista per il Salone dei Cinquecento e una serie di lavori nella sede delle ex-Leopoldine, tenendo conto del peculiare rapporto tra rinascimento e contemporaneità, tra lo spazio pubblico della piazza e il luogo politico per eccellenza rappresentato dal Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio.

La mostra è gratuita, nell’ottica di preservare la forza divulgatrice ed educatrice della cultura a Firenze.

NICO VASCELLARI

Tra gli autori più interessanti della scena artistica italiana e internazionale, Nico Vascellari (1976, Vittorio Veneto) porta avanti una ricerca che affronta, sin dagli esordi, pratiche diverse, dalla performance alla scultura, dall’installazione al disegno, dal video all’esplorazione del suono. Attraverso un approccio e uno sguardo antropologico, le sue opere analizzano la relazione tra uomo e natura, intrecciando la dimensione personale a quella collettiva. Riferimenti al mondo arcaico, ai rituali e al folklore si mescolano all’estetica underground divenendo la cifra stilistica di un linguaggio estetico molto definito e unico nel suo genere.

Nel 2005 ha fondato a Vittorio Veneto (Treviso) Codalunga, un progetto in continua evoluzione nato nello studio dell’artista che si è diffuso in Italia e all’estero, ospitando mostre, performance e progetti sperimentali. Hanno preso parte al progetto artisti come Charlemagne Palestine, Jimmy Durham, Enzo Cucchi, William Basinski, Black Dice, Arto Lindsay, Prurient, Ghedalia Tazartes, John Duncan, Banks Violette, Ari Marcopoulos, Mat Brinkman, Diego Perrone.

Tra le mostre personali: Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare (2022); Fondazione Nicola Del Roscio, Roma (2021); MAXXI, Roma (2018); Palais De Tokyo, Parigi (2017); Whitworth Art Gallery, Manchester (2016); Accademia di Francia – Villa Medici, Roma (2016); Estorick Collection, Londra (2016); National Gallery of Arts, Tirana (2015); Museion, Bolzano (2010); Museo MAN, Nuoro (2007); Skuc, Lubljana (2006); Viafarini, Milano (2006).

Ha partecipato a manifestazioni nazionali e internazionali: Mercosul Biennale (2022); October Salon, Belgrado (2021); Biennale di Lione (2019); 12esima Biennale di Architettura, Venezia (2010); 15esima Quadriennale, Roma (2008); Manifesta 7 (2008); 52esima Biennale Arte, Venezia (2007).

Tra le principali istituzioni in cui il suo lavoro è stato incluso: Museo del Novecento, Milano; Fondation Beyeler, Basel; Riga Art Space, Riga; La Maison Rouge, Parigi; MAK, Vienna; Kunsthaus, Graz; SongEun Art Space, Seoul; ZKM, Karlsruhe; La Casa Encendida, Madrid; Espace de l’Art Concrete, Mouans-Sartoux; Palazzo Reale, Milano; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; CSW, Varsavia; PinchukArtCentre, Kiev; Le Magasin, Grenoble; Wysing Arts Centre, Cambridgeshire; EACC, Castelló; MART, Rovereto; Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; Palazzo delle Esposizioni, Roma; MAMbo, Bologna. Il suo lavoro è parte delle seguenti collezioni permanenti: Artothèque, Villeurbanne; Banca d’Italia, Roma; Deutsche Bank, Milano; Fondazione Triennale, Milano; Julia Stoschek Foundation; Lewben Art Foundation, Vilnius; Macro – Museo d’Arte Contemporanea Roma; MAXXI | Museo nazionale delle arti del XXI secolo Roma; MUSAC – Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León, Leon; Museion, Bolzano; Whitworth Art Gallery, Manchester.

Immagini: cartella stampa Museo Novecento Firenze.