Oggi si sente più spesso parlare di moda&sostenibilità, strettamente legate dal filo sottile di una necessità che si è fatta trend, con la speranza che duri più a lungo dell’usanza del risvoltino (che ancora non è scomparso del tutto, anzi).
Consci del fatto che l’unico modo per essere 100% sostenibili sarebbe andare in giro nudi, modalità interessante ma decisamente poco applicabile, soprattutto durante certe stagioni, bisogna trovare delle alternative per pesare il meno possibile sull’ambiente.
Il primo dei piani B è l’opzione “usa quello che hai già” e “fallo durare il più possibile”, che non è sicuramente la scelta preferita da chi soffre di sindrome da shopping compulsivo, ma nemmeno dalle innumerevoli vittime delle tendenze stagionali.
Eppure anche loro potrebbero ricredersi, se solo passassero almeno 3 ore davanti all’armadio a fare un’analisi dettagliata di cosa c’è dentro e di quanto realmente è utilizzato. E’ statisticamente provato che di quello che indossiamo è abitualmente è solo un 20% di quello che è presente nel guardaroba, perciò meglio fermarsi a capire cosa c’è dentro e come poterlo ottimizzare, prima di andare a comprare l’ennesima t-shirt bianca da 3,99€.
Sezionare e modificare l’armadio è un’operazione che andrebbe fatta obbligatoriamente almeno ogni 2 anni, come il tagliando per la macchina; non è una pratica difficile, basta dotarsi di un’amica fidata, santa pazienza e una colonna sonora adeguata. Volessimo usare un inglesismo figo chiameremmo quest’ operazione decluttering, ma in realtà quello che vi proponiamo è qualcosa in più: una presa di coscienza, una scrematura intelligente con scelte propositive per non far volare nel cestino dell’indifferenziata le cose che non usi più!
Il primo step è il tutto fuori!
Ovvero trascina fuori da ogni angolo tutti i capi e accessori, anche quelli nascosti, anche quelli infilati nell’armadio della sorella perché il tuo esplode. Una volta che sarai già spaventata dalla montagna di cose appoggiate in ogni dove, inizia il censimento capo per capo:
provalo (molte volte i cadaveri nascosti non ci entrano nemmeno più), guardati allo specchio, cerca di ricordarti l’ultima volta che l’hai indossato (se sono passati più di 5 anni, mettilo direttamente nella pila dei NO senza né se né ma), chiediti se lo ami davvero o se sei solo attaccata a un passato ormai remoto.
Non c’è spazio per i sentimenti, meglio l’onestà.
Alla fine ci sarà una pila dei No e una dei Sì.
I No, a questo punto, meritano una seconda opportunità; ci saranno capi che possono essere rimodernati, trasformati, riparati e ai quali ridare nuova vita con piccoli accorgimenti; altri che invece potrebbero andare bene alle tue amiche ed anche questa è una buona occasione per farli diventare i compagni di qualcun’altra.
Per i Sì la questione è più semplice, basta rimetterli nell’armadio, magari seguendo un ordine e mantenendoli bene in vista, in modo da avere sempre presente cosa c’è e non incorrere in acquisti ripetitivi. In fin dei conti non si tratta di bandire per sempre la parola “shopping” dal vocabolario (non scherziamo, siamo pur sempre donne), ma solo di farlo in maniera più accorta e consapevole. Che nei nostri cari armadi sono convinta non manca mai nulla…
Marina Savarese