Mollica’s Viareggio

Mollica’s, la cucina toscana on the road

Il food truck con più follower d’Italia si trova a Follonica e sforna ogni giorno panini, piatti caldi e schiacciate con tanta, tanta ironia

Quando pensiamo alla cucina toscana ci immaginiamo sapori genuini, ricette di famiglia e tanta passione. I Mollica’s rappresentano tutto questo ma… con le ruote! Silvia e Mattia hanno trasformato il loro amore per la tradizione in un’esperienza su quattro ruote, portando la loro cucina in strada, con ironia e creatività. Abbiamo fatto due chiacchiere con loro per scoprire com’è nata questa avventura, il segreto del loro successo sui social e, ovviamente, qualche curiosità sulla “toscanità” che fa innamorare il mondo.

Mollica’s Viareggio

Partiamo dall’inizio: come nasce l’idea del food truck? C’è stato un momento preciso che vi ha fatto capire che quella dei Mollica’s sarebbe stata la vostra strada?

Mattia: L’idea nasce da Silvia che stufa di stare chiusa in cucina (avevamo un ristorante sempre a Follonica) decide che è il momento di stare a contatto con i clienti con una cucina semplice, tradizionale… di strada. Quindi vendiamo il ristorante e iniziamo questa avventura, quando ci sentiamo entrambi di fare qualcosa ci buttiamo senza ripensamenti.

Viviamo nell’era dei social, e voi siete super seguiti. C’è una ricetta che è diventata virale?

Silvia: Una ricetta in particolare no, siamo “nati” nel 2018 sui social prima con i decaloghi delle ricette toscane ovvero i “10 punti fondamentali ed imprescindibili per ogni piatto tradizionale”, scritti in fiorentino. Durante la pandemia ci siamo buttati sulle ricette, qualcuna ha raggiunto più di un milione di visualizzazioni. Poi da un paio di anni c’è anche la nuova rubrica del “Perché si dice” dove scopriamo l’etimologia delle parole e detti toscani sempre con quel pizzico di ironia che non deve mai mancare. Proprio in questi giorni è uscito il nostro nuovo libro Perché si dice…100 e più modi di dire in Toscana acquistabile su Amazon.

Mollica’s Viareggio

Vi capita mai di “rubare” qualche idea da altre cucine regionali quando siete in viaggio? 

Silvia: Rubare no, siamo legati fortemente alla cucina toscana e quella vogliamo proporre, senza contaminazioni o fronzoli inutili, variazioni o interpretazioni. Pura, nuda e cruda senza scappatoie. E quando andiamo fuori cerchiamo proprio i piatti più tipici, che raccontino qualcosa di quel posto.

Secondo voi, cosa rende la “toscanità” così speciale? Perché, alla fine, tutti sembrano innamorarsi di Firenze, del cibo e dello stile di vita toscano?

Mattia: La Toscana è una regione unica al mondo. Ha un territorio che permette di avere una moltitudine di offerte per il turista, ha una cucina che ha fatto da scuola alla più rinomata francese e che è stata finora un po’ sottovalutata, ha tra i più grandi vini al mondo, hai i musei tra i più belli e interessanti. Potrei scrivere pagine e non finiremmo mai di scoprirla.

C’è qualche ingrediente segreto che non può mai mancare nelle vostre ricette?

Silvia: Il piacere di soddisfare il cliente, il gusto di proporre un qualcosa che tu stesso mangeresti con goduria, un ricordo di casa che riaffiora al primo morso.

Mollica’s Viareggio

Se domani aveste l’opportunità di portare la vostra cucina in un’altra parte del mondo, dove sarebbe e quale piatto sarebbe il vostro ambassador?

Mattia: Ma dove dovremmo andare visto che abitiamo già nel posto più bello del mondo? Che si spostino loro (ride)! Il Lampredotto comunque è il nostro compagno inseparabile.

Silvia e Mattia, se doveste descrivere in tre parole la filosofia dei Mollica’s, quali sarebbero?

Silvia e Mattia: tempo libero, qualità di vita, tocco di follia

Ci regalate un “perchè si dice…?”

Silvia: vi regalo un perché si dice direttamente dal nostro libro.

PERCHÉ SI DICE: BUCAIOLI

Oggi si usa “bucaiolo” come offesa bonaria e scherzosa tra amici. Ma la sua origine è ben diversa. In San Lorenzo, a Firenze, i negozi sono ancora oggi sotto il livello strada e si scende tramite degli scalini. Un tempo passavano i venditori ambulanti con i loro carretti ricchi di cibo davanti a questi negozi (vedi a fianco) e per richiamare l’attenzione urlavano “bucaioli c’è le paste!” cioè “voi che state là sotto in quel buco quassù c’è da mangiare”. Altra storia gira attorno agli stradini, quelli che coprivano le buche della strada, appunto chiamati bucaioli. Oppure i renaioli che raccoglievano la rena dal fiume Arno lasciando quindi le buche sul fondo e dai ponti le mogli li avvertivano del pasto pronto gridando sempre “bucaioli c’è le paste!”. Infine i bucaioli erano anche quelli che scavavano nelle miniere vicino a Firenze.