Spingere via o sostenere? Questa è la domanda che l’artista Emanuele Giannelli vuole che la gente si ponga.
Ma in che senso, ci chiediamo. Il 1° settembre è stata installata in Piazza San Lorenzo a Firenze una scultura alta 5 metri e mezzo con l’idea di “sorreggere” il fianco sinistro della basilica. Questo moderno GG (sottraiamo la terza G dal celebre titolo di Rohal Dahl perché l’opera di Giannelli appare in effetti un grande gigante, ma non particolarmente gentile) ha prestato servizio in lungo e in largo, partendo dal Palazzo Mediceo di Seravezza, passando per l’Arco della Pace a Milano, per approdare poi al Fortino di Forte dei Marmi. A portarlo in città è stata una joint venture tra l’Opera Medicea Laurenziana e la Parrocchia di San Lorenzo, e la collocazione scelta non è casuale: stando a quanto ci dicono il Vasari e alcuni storici, in quell’esatto punto giace l’unica colonna di marmo portata via da Michelangelo dalle cave di marmo di Seravezza, luogo in cui Giannelli risiede e lavora.
Il nome di battesimo del nostro GG è Mr. Arbitrium, in riferimento al libero arbitrio dato in dotazione a ognuno di noi. Questo fa sì che il vero protagonista della mastodontica installazione non sia la scultura stessa, ma chi guarda e passa (e forse non se ne cura granché). L’attenzione però l’ha attirata eccome questo GG; un’attenzione goliardica, firma inconfondibile del fiorentino doc: il “Rione San Lorenzo” (non se ne ha ahimè un profilo più soddisfacente) ha lasciato un bel cartello ai piedi dell’opera riflettendo sul fatto che forse, tutto sommato, la torre pendente di Pisa avrebbe apprezzato i suoi servigi sicuramente di più. Sembra che l’artista abbia accolto la simpatia dei cittadini con una certa benevolenza, dichiarando che in fondo ridere fa solo bene in questa vita già così pesante. Possiamo dargli torto? In fin dei conti, probabilmente no.
Conosciamo lo scultore Giannelli
Nato a Roma nel 1962 ma residente in Toscana ormai da quarant’anni, Giannelli porta con sé la formazione classica dell’Accademia e l’impeto curioso di chi è stato giovane negli anni ’80 e ha viaggiato ripetutamente tra Berlino e Londra, quando voleva dire qualcosa che forse non vuol più dire. In un mondo come quello di oggi, che si appresta ad assistere a enormi cambiamenti dettati da una tecnologia sempre più presente (se non invadente), avviandoci verso una realtà in cui ai famosi film di fantascienza non sarà rimasto niente di fanta, Mr. Arbitrium veste i panni della metafora, chiedendo ai passanti “e voi, da che parte state? Farete il possibile per trattenere il passato (sostenendolo) o sposerete senza remore la causa del progresso incontrollato (spingendo via il resto)?”. A Firenze poi, quale baluardo di tradizione avrebbe potuto esser meglio di quella che sembra essersi aggiudicata il titolo di chiesa più antica della città? Ebbene sì, la Basilica di San Lorenzo è stata consacrata su per giù 1600 anni fa.
Nonostante che i rionali vogliano spedirla al campo dei miracoli di Pisa, e che possa essere discutibile – e forse pure un po’ banalotto – il messaggio che porta con sé, questa scultura è imponente e bella. Di estetica classica, con i muscoli in tensione e quel volto a metà tra rassegnazione e perseveranza, all’opera di Giannelli vanno anche riconosciute ottime fattezze, date dalla lavorazione di resina stuccata e dipinta a mano, a conferire l’aspetto marmoreo. Che i fiorentini non apprezzino granché questo tipo di manifestazione culturale non è certo una novità, basti pensare al polverone tirato su nel 2017 da Big Clay di Urs Fischer davanti Palazzo Vecchio. Non è un caso che Mr. Arbitrium si trovi proprio qui, in un luogo che continua imperterrito a tirare la corda dalla parte del grande splendore passato. Possiamo dire che speriamo che questa corda a un certo punto di spezzi? Sì, possiamo.
Articolo a cura della nostra redazione, Ph by Jacopo Visani