Nika DelMonte: house music e club culture a Firenze

NIKA DELMONTE

La resident dj di Colle Bereto e Locale si racconta a FUL. Non solo house music, è stata anche l’occasione per una riflessione sulla necessità di far nascere una nuova club culture a Firenze.

Nika DelMonte vive a Firenze dal 2022 ed è resident dj di due importanti locali per la vita notturna del centro: Colle Bereto e Locale. Originaria di Mosca, i suoi dj set house e afro-house hanno conquistato rapidamente e con forza il pubblico fiorentino. Dopo aver ricevuto articoli dedicati nel suo Paese su riviste internazionali quali Marie Claire, Forbes e Numéro, FUL è il primo magazine in Italia a darle voce.

Non solo house music, ma anche una chiacchierata più ampia sui limiti presenti della nostra cultura del clubbing. Perché certo non siamo a Berlino o Ibiza, ci culliamo nel ricordo dei mitici anni Ottanta, il Tenax resiste e le serate del Lattex Plus sono un successo, ma si può ancora seminare perché i giovani crescano musicalmente più aperti alle novità.

L’ho incontrata appena di rientro a Firenze dopo un dj set a Capri.

Nika, raccontaci qualcosa della tua vita prima di arrivare a essere una dj a Firenze. 

Una decina di anni fa, quando ero un’adolescente a Mosca, mi sono ritrovata giovanissima  nell’organizzazione dei party per i ragazzi della mia età e i compagni di scuola. A 16 anni ero già una promoter e facevo parte di una grande comunità che girava intorno alla musica e al clubbing. Mi sono avvicinata così alla consolle, cercando di imparare dagli altri dj e poi dandomi da fare per trovare location dove poter suonare in pubblico.

Sono partita dai bar e dai ristoranti e ho scoperto di avere un “fuoco” dentro per la musica elettronica. Sognavo di diventare una dj pur non sapendo come farlo, ma la passione mi ha fatto andare avanti. Piano piano sono arrivata a fare dj set per eventi in Russia di Calzedonia, Falconeri o Intimissimi. Evidentemente l’Italia era nel mio destino!

Qual è il tuo background musicale?

Da ragazzina mio padre mi costringeva ad ascoltare le sue band preferite, i Metallica e gli AC/DC, diceva che un giorno li avrei apprezzati perché io invece li detestavo! Tuttavia il mio background è proprio la musica rock benché oggi ascolto di tutto, da Elvis Presley a Michael Jackson passando per i Massive Attack. A Firenze mi capita di sfruttare il mio background durante i dj set, aiuta con quel pubblico che non è più giovanissimo e apprezza ascoltare alcuni classici della musica pop mixati con la house music.

Diciamo che conosco più generi musicali e in base all’età di chi mi trovo davanti la consolle provo a venire incontro a quelli che potrebbero essere i loro gusti. Ovviamente, lavorando con la musica, è stata favorita un’attitudine alla ricerca e alla voglia di scoprire gli artisti e i generi musicali più disparati, cosa che non avrei mai fatto altrimenti.

Come sei arrivata a scegliere di vivere a Firenze? 

Già qualche tempo fa, diciamo tre anni fa, mi era balenata l’idea di provare a vivere in un altro Paese. All’epoca non avevo idea di dove, ma avendo già viaggiato e apprezzato l’Italia poteva essere questa una destinazione papabile per un’esperienza all’estero. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina ho temuto che la Russia potesse chiudere le frontiere e la volontà di spostarsi si è accentuata.

Avevo dei conoscenti di Mosca che vivevano da alcuni anni a Firenze e mi hanno invitato a venire. Ci ho pensato due giorni appena, avevo già il permesso di soggiorno per l’Unione Europea, un po’ di soldi da parte e così li ho chiamati: “ok, sto arrivando!”. 

Sei diventata in breve tempo resident dj di Colle Bereto e Locale, oltre a esibirti in tutta Italia. Come è avvenuto questo passaggio?

In realtà non è stato facile, ci sono voluti dei mesi di adattamento qui e ho passato pure giornate difficili. Andavo spesso al Locale, mi piaceva il posto e la musica, desideravo tantissimo poterci suonare, anche solo per divertimento, mi proponevo, ma niente da fare! Frequentavo anche il Colle Bereto, ma anche lì non gli passava per la testa di lasciarmi suonare: ero sconosciuta, ignoravano il tipo di musica che mixavo, insomma sembrava improbabile! Però avevo conosciuto il loro dj – Remo Giugni – e lui molto generosamente una sera mi invitò a condividere la sua consolle. Il mio dj set non era del genere che erano soliti ascoltare a Firenze e la cosa finì lì per il momento.

Poi mi capitò di parlare con l’art director del Santa Cocktail Club e ci accordammo per fare due serate a settimana e – dato che lì c’è una clientela fiorentina – le persone hanno cominciato a conoscermi e apprezzare i miei set. Dopo alcuni mesi iniziai anche a fare dei set da sola al Colle Bereto, senza Remo intendo. E sai la voce gira, che c’era questa dj russa che mixava house con molte novità, così alla fine mi invitarono anche al Locale per una domenica sera. Piano piano sono diventata la resident dj del sabato!  

Su SoundCloud possiamo ascoltare una traccia tutta tua, Afro Ghost, ovvero 7:36 minuti di ottima afro-house…

I miei tentativi di produrre musica in realtà risalgono a molto tempo fa, quando non sapevo ancora se preferivo essere una producer o un dj. Ho frequentato un corso, avrò avuto 19 o 20 anni, ma la tecnologia mi annoiava e trovavo molto difficile fare musica con i computer, così lasciai perdere. Poi in seguito ho imparato a cavarmela anche in questo caso, un pò vedendo lavorare gli altri, un pò sperimentando. Afro Ghost è stata la volontà di mostrare qualcosa della mia creatività.

Mi piacerebbe continuare a sperimentare, inserendo nella house music strumenti suonati dal vivo, magari un sax, una voce che canta, o suoni “bianchi” da meditazione…

È cambiato l’ascolto della house music negli ultimi anni? 

In realtà bisogna fare una premessa sul contesto: in una città dalla forte presenza turistica come Firenze, i locali chiedono di venire incontro ai gusti di un pubblico molto vasto e non selezionato. Quindi occorre accettare questa regola del gioco e proporre anche remix classici, magari del 2010 o giù di lì. Mi capita di passare tracce che a Mosca proponevo cinque anni fa…

Firenze non è Ibiza e quindi è indubbio che trovi “troppa” musica commerciale se sei un ascoltatore raffinato. Sai, tante persone non comprendono cosa veramente il dj gli sta proponendo, magari sono lì solo per un drink e se poi la musica la trovano ok magari ballano. Ma spesso, durante un dj set, propongo qualcosa di nuovo.  

Quali sono i tuoi progetti per il futuro a Firenze?

Non faccio grandi progetti, la mia vita è cambiata velocemente negli ultimi due anni e potrebbe continuare a farlo, oggi sono qui e domani chissà! Mi piacerebbe fare la mia parte per una nuova club culture fiorentina. Il sogno è organizzare un evento tutto mio, ma non è facile con la burocrazia dei permessi che ci sono qua, la strumentazione, ecc… Comunque, credo che si debba seminare per i più giovani, che magari saranno i dj di domani, in modo che crescano culturalmente aperti a nuovi ascolti musicali.

Questa è una città bellissima piena di giovani creativi, potrebbero avere qui una cultura del clubbing senza dover viaggiare all’estero per viverla. Forse non resterò abbastanza in questa città per vederla nascere, ma oggi vorrei dare un contributo con la mia esperienza gettando un seme.