Dal 29 settembre al 2 ottobre, in occasione del festival “Io Resisto”, organizzato dall’ANPI di Empoli, saranno esposti gli scatti del fotografo toscano realizzate nella regione che ha scatenato la guerra della Russia in Ucraina.
Il progetto fotografico di Alfredo Bosco Donbass: No Man’s Land – già presentato nel 2021 all’interno della mostra “Aree di Crisi” a Villa Pacchiani, su iniziativa del Comune di Santa Croce sull’Arno e curata da Ilaria Mariotti – è un viaggio in una terra di nessuno tra due linee nemiche. Della curatela originale la mostra al Palazzo delle Esposizioni di Empoli lascia l’impostazione, ovvero la suddivisione delle foto in tre aree tematiche: la guerra, i ritratti, le miniere.
Alfredo è stato uno di quelli che da anni riteneva sbagliato parlare di “crisi” nell’est dell’Ucraina, perché lui in Donbass nel 2014 ha testimoniato che lì c’era una guerra “vera” e tale era rimasta in seguito, pur a bassa intensità. Chi ne era al corrente sapeva bene della tensione politica e sociale che generava un conflitto vivo all’interno dell’Ucraina e tra questa e la Russia. Eppure nei media occidentali se ne parlava poco, come aveva detto Bosco a FUL nell’intervista di marzo, quando la guerra era scoppiata da un paio di settimane.
Magari qualche aggiornamento sugli sviluppi della vicenda processuale legata alla morte lì del fotoreporter Andrea Rocchelli, a Sloviansk, o sporadici reportage sul manipolo di volontari connazionali che vi si erano recati a combattere. Per il resto, forse, si preferiva non disturbare le autorità ucraine che avevano fatto calare una cappa di silenzio sulla regione orientale dove, tuttavia, si continuava a morire sotto i colpi di mortaio.
Oggi, l’intervento armato ordinato da Putin, improvviso e su larga scala senza una lunga crisi diplomatica che lo preannunciasse è già storia ma, lì nel Donbass, chi c’è stato, non si sarebbe sorpreso in tempi non sospetti se fosse scoppiato un conflitto armato più grande. Cosa appunto accaduta a partire dal 24 febbraio 2022. Insomma, per noi occidentali, “la guerra che non c’era” è arrivata. Però c’era già prima che ne prendessimo piena coscienza, da ben otto anni, come documentano queste foto di Alfredo.
Ecco quindi ritratti di combattenti sulla prima linea, soldati di guardia, in trincea, checkpoint, l’aeroporto di Donetsk bombardato, civili nei rifugi o minatori in miniere illegali di carbone che cercano di racimolare qualche soldo. Un affresco di guerra innegabile ma che l’Unione Europea, l’Ucraina e la Russia hanno lasciato sospesa e latente fino al 21 febbraio 2022, quando Putin ha firmato l’atto per il riconoscimento delle Repubbliche popolari separatiste. Parafrasando il titolo della celebre opera teatrale di Samuel Beckett, Godot è arrivato nel Donbass.
Il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov a luglio ha detto che «la geografia dell’Ucraina è cambiata». Quanto i cambiamenti saranno definitivi, alla luce dei continui attacchi russi e della controffensiva dell’esercito di Kiev, è ancora da vedere. L’unica cosa probabile è che la bandiera ucraina difficilmente tornerà a sventolare su questa terra di nessuno.
Alfredo Bosco, classe 1987, toscano di Santa Croce sull’Arno, è un fotografo freelance e le questioni sociali e le crisi geopolitiche sono al centro della sua indagine fotografica. Nel 2015 è stato selezionato da Lensculture come uno dei 50 migliori talenti emergenti del mondo.
Dal 2010 ha testimoniato per immagini il terremoto di Haiti, la criminalità a Caracas, il racket dell’eroina in Kirghizistan o le violente manifestazioni nella banlieue parigina. I tre anni impegnati nel racconto della guerra alla droga nello stato messicano di Guerrero hanno portato a un libro di recente pubblicazione Estado de Guerrero, il ricevimento del Visa d’Or Humanitarian dalla Croce Rossa (CICR) e l’esposizione delle foto al Visa Pour l’Image Festival di Perpignan. Dal 2014 lavora a un progetto a lungo termine sulla guerra civile nel Donbass, nell’Ucraina orientale, e nel 2018 il suo progetto Donbass: No Man’s Land è stato selezionato al Lumix Festival of Young Photojournalism.
I suoi reportages sono stati pubblicati su riviste e quotidiani in Italia e all’estero, tra cui L’Espresso, GQ Italy, GQ UK, La Libre Belgique, Sette Magazine, The Guardian, Newsweek Japan, Stern, Le Figaro Magazine, Millenium, e D La Repubblica.
Attualmente è ancora impegnato nella narrazione del conflitto in Ucraina e queste foto sono un contributo straordinario, aiutando a comprendere quello che succede in una remota regione orientale causa scatenante di un conflitto che sta facendo tremare il mondo.
La mostra sarà inaugurata giovedì 29 settembre ore 18:30 alla presenza dell’autore.
IoResisto! Festival giovedì 29 settembre – domenica 2 ottobre ore 18:30 – 24:00.
PalaExpo Empoli, piazza Guido Guerra.
Per informazioni consultate la pagina web ufficiale del festival a questo link.