Nulla si crea, nulla si distrugge. Tutto si ricicla (Seconda parte)

racc diff 6Diversa invece la destinazione dei rifiuti differenziati inorganici: vetro, plastica, tetrapak e i metalli (alluminio,acciaio ecc…) vengono trasferiti all’impianto Revet di Pontedera, e lì vengono selezionati e smistati.

I vetri vengono selezionati per colore e preparati per l’invio alle vetrerie, i metalli vanno invece verso le fonderie.

Più complessa la lavorazione del tetrapak. Anzitutto, viene inviato ad una cartiera specializzata per la lavorazione del tetrapak, che è fatto di carta (75%), polietilene (20%) e alluminio (5%); con la parte cartacea viene ottenuta una carta di particolare pregio, detta cartalatte, con il poliaccoppiato plastica-alluminio viene prodotto invece un amalgama che si chiama Marilene, da cui si possono produrre sottovasi e oggettistica varia.

Per quanto riguarda la plastica, è più corretto forse parlare di “plastiche” perché si suddividono in vari tipi :

–      Il Pet ( che quello ad esempio delle bottiglie d’acqua) viene anzitutto selezionato per colore (bianco, verde, blu ecc…) e poi inviato al Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio ed il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi in Plastica). Con il Pet riciclato si producono vari prodotti, soprattutto una fibra utilizzata per imbottiture, e produzione di “pile”.

–      Con le plastiche pesanti invece si può produrre invece una miscela (un compound) che a seconda del tipo di lavorazione può essere riciclato per produrre vari tipi di prodotti come secchi, vasi, sottovasi, scope, spazzolini e altro. Più recentemente, si è arrivati a produrre una vasta gamma di prodotti come ad esempio plastiche per scooter. Questo materiale può altrimenti venire pulito, triturato per essere trasformato in un granulo che viene utilizzato dalle varie industrie di stampaggio di prodotti in plastica, oppure per produrre trafilati che possono essere utilizzati in sostituzione ad esempio del legno.

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–      Le pellicole e gli shopper (le borse della spesa, per intendersi  ) già di per sé costituiscono uno scarto, ed eventualmente possono essere utilizzate per produrre energia: avendo un alto potere calorifero, sono un ottimo combustibile per i termovalorizzatori, per produrre energia elettrica o energia termica. Compattate con altri polimeri possono invece dare origine ad altri tipi di prodotti.

Infine la carta: Quadrifoglio ha il primato nella raccolta di questo prezioso materiale. Una volta raccolta, viene selezionata e pulita attentamente, e la carta da macero e quella a fibra lunga (che è più pregiata, come ad esempio gli imballaggi di cartone) vengono separate e inviate alle cartiere che le utilizzano per la loro produzione.

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La filiera è tutta Toscana: i gestori e tutti gli impianti lavorano in sintonia sul territorio, coordinando il proprio lavoro. Dietro tutto questo c’è una strategia, o forse per meglio dire una filosofia, ben precisa, come spiega Giannotti: «Potremmo speculare sulla carta e sulle plastiche, inviandole ad esempio in Cina attraverso grandi compagnie di trading: è una scelta che a cui non abbiamo mai aderito perché riteniamo che la sostenibilità vada letta nella sua accezione più ampia possibile: è necessario ridurre». E, per farlo, «è necessario utilizzare il minor quantitativo possibile di energia».

Per ritornare al punto di partenza, che è anche un punto di arrivo, “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Ma è necessario che questo enunciato diventi una sorta di mantra: l’educazione al rispetto

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dell’ambiente e alle pratiche di raccolta differenziata è fondamentale. Quadrifoglio ha realizzato delle iniziative ad hoc, rivolte alle scuole. «Ma –aggiunge Giannotti – è necessario che questa sensibilità entri nelle case: perché è lì che si produce il rifiuto, è lì che bisogna accrescere la cultura della sostenibilità». La Regione Toscana ha lanciato invece la campagna “Transformer. L’energia che viene dai rifiuti”, rivolta ai più giovani.

E non è un caso che tanta parte del lavoro di informazione su questi temi sia fatta sui ragazzi: perché rappresentano il futuro. Un futuro che parte dalle piccole cose di ogni giorno. E, anche se niente si crea e niente si distrugge, l’uomo ha sempre mostrato troppo talento nella seconda delle due cose. Un motivo in più per cambiare le nostre abitudini, e pensare a riciclare. E a costruire un futuro.

DANIEL C. MEYER