Open Art Code 2020: quando l’arte e l’ecologia si incontrano

open art code 2020

Prorogata fino al 22 Ottobre, presso la Collezione Stengel a Palazzo Rosselli del Turco, la mostra OpenArtCode ( T NZE Towards Net Zero Emissions), che era stata inaugurata lo scorso 8 Settembre.

Quest’anno la mostra, che raccoglie un collettivo di artisti internazionali,  si orienta su un tema specifico: le emissioni nette zero. Da sempre sensibili alle tematiche ecologiche, gli artisti hanno prestato il loro talento alla causa, realizzando opere di richiamo e di forte impatto estetico e comunicativo.

A partire da Jacques Renoir -nipote del maestro del cinema francese Jean Renoir e pronipote del pittore Pierre-Auguste Renoir- che ha realizzato una serie di scatti in una discarica statunitense creando delle composizioni tridimensionali con i rifiuti abbandonati.

open art code 2020

Proprio la fotografia, declinata sotto le sue forme più originali e artistiche, sembra essere uno dei canali privilegiati scelti dagli artisti: oltre agli scatti ‘documentaristici’ di Renoir, abbiamo infatti le maestose foto naturalistiche del norvegeseTrond Are Berge, ex- ranger, che cattura la bellezza mozzafiato della natura più selvaggia, e quelle dedicate al viaggio, realizzate completamente a mano, del fotografo giapponese Sumio Inoue, stampate su carta di riso washi. 

Gli artisti italiani Sara Pellaria e Stefano Mariotti

Entrambi interpretano il tema in maniera molto personale: Sara, parlando delle sue tele, dichiara di aver dato un “modesto contributo artistico per riflettere. Per la nostra sopravvivenza occorre mutare, modificare il nostro stato d’animo da e per il contesto. Generare energia in modo pulito ed efficiente”. Stefano Mariotti, fiorentino, si è invece prestato anche a delle performance live durante le visite e ha realizzato sculture e creazioni con oggetti di uso quotidiano: scatole da scarpe, cellulari obsoleti, tubi di plastica.

Tanti artisti, tante opere, tante interpretazioni di un unico tema. Ognuno con la propria tecnica, sensibilità, sperimentazione cerca di colpire l’occhio e il cuore dello spettatore e obbligarlo a fermarsi a riflettere. Come la forza comunicativa e dilagante della geniale Sandra Muss che, per la sua opera Irma, recupera dei coralli morti durante l’uragano Irma e li sovrappone a una superficie arrugginita e lesionata –metafora della natura ormai irrimediabilmente contaminata e danneggiata- e li illumina con delle luci a neon.

open art code 2020

Una mostra assolutamente da vedere: per pensare, per capire, per riflettere. Una mostra che si fonde con gusto con il sontuoso ambiente del Palazzo, che ospita in maniera permanente la Collezione Stengel, artista ungherese parte del collettivo di Open Art Code e recentemente scomparso.

Visitabile su prenotazione, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, Open Art Code edizione 2020 lancia un messaggio forte e positivo al suo pubblico: in un’ epoca in cui il futuro sembra essere fuori ogni previsione e controllo, gli artisti ci ricordano il nostro legame simbiotico con la natura e il nostro pianeta di cui siamo parte integrante. Ci invitano a guardare in una prospettiva più ampia, meno antropocentrica e egoistica, verso un futuro che possiamo (dobbiamo? ) ancora migliorare. Un futuro di cui tutti siamo, in qualche modo, artefici, eredi e responsabili.