Orme Radio: da Empoli alla conquista del mondo via web

Orme Radio

Durante il Beat Festival di Empoli, FUL è stato ospite della diretta streaming di Orme Radio. Una realtà empolese che negli ultimi due anni si è affermata nella galassia delle web radio e oggi rappresenta una realtà importante nella nostra regione.

Abbiamo assistito alla puntata zero di “Nuove generazioni” su gradito invito di Maria Alessi, una delle conduttrici, che ci ha chiesto di partecipare dopo il nostro articolo sul Firenze Queer Festival. Infatti, il format di questa trasmissione è centrato sulle tematiche LGBT, diritti delle donne e diritti civili in generale collegati con l’espressione artistica – dalla fotografia alla musica, dalla letteratura al cinema. Su uno dei palchi del festival abbiamo parlato di diversità come fonte di ricchezza, di pluralità delle interpretazioni e di libertà.
Finita la diretta, abbiamo intervistato Marco Politano, uno degli ideatori insieme ad Alessio Giorgetta della web radio.

Marco, quando e come nasce Orme radio? A quale bisogno voleva rispondere?
Orme Radio nasce qualche mese prima del suo esordio online, nel gennaio 2015, da un’idea mia e di Alessio. In realtà la sua nascita è stata molto influenzata da alcuni eventi favorevoli messi in gioco dal destino. Entrambi eravamo in un periodo di scarso lavoro e questo ha spinto la nostra fantasia a vagare, finché ci siamo imbattuti nella nuova gestione del circolo ARCI di Pontorme, che gentilmente ci ha messo a disposizione dei locali. A quel punto è bastato rimboccarsi le maniche e metterci tanta forza di volontà. Dopo circa tre mesi eravamo già riusciti a coinvolgere un po’ di amici e conoscenti. L’unico intento era dimostrare a noi stessi che avremmo potuto creare qualcosa di divertente e di rilievo culturale contando sull’entusiasmo delle persone.

Come siete riusciti a coinvolgere un numero di persone così elevato nella vita della radio?
La radio è un’associazione ed è molto semplice entrare a farne parte. Gli unici requisiti sono entusiasmo e voglia di fare. Non ci sono formule magiche, è una bella realtà, le persone si divertono e possono mettersi in gioco e poi la musica è una passione che accomuna quasi tutti. Con il tempo molte persone si sono aggiunte al team, grazie al passaparola, ma abbiamo avuto anche tante richieste di ascoltatori che ci hanno proposto idee per nuove trasmissioni. Di tanto in tanto facciamo anche bandi di selezione per registi e speaker.

Quanto tempo avete impiegato per crearvi un certo seguito di pubblico e avete idea di che tipo di utenza vi segua?
Il progetto ha riscosso successo sin dall’inizio, tantissime persone hanno iniziato a seguirci fin da subito. Poi abbiamo affinato la capillarizzazione grazie al lavoro eccezionale svolto sui social dalla nostra social media manager Caterina Dibiase. Inoltre le maratone radiofoniche che abbiamo organizzato, come quella sui Beatles, hanno contribuito a diffondere il nome Orme Radio in tutta Italia e anche negli Stati Uniti, grazie a una collaborazione pensata da Riccardo Lancioni, il coordinatore delle maratone radiofoniche.

La web radio permette di superare il limite della territorialità rispetto alla classica radio FM. Quali altri vantaggi ci sono in questa nuova forma di comunicazione?
Con la web radio non ci sono più limiti, sia a livello locale ma soprattutto internazionale, tanto che le maratone sono state seguite per un quarto da ascoltatori di altri paesi. Ad oggi le statistiche ci dicono che siamo stati ascoltati da 34 paesi differenti! Poi con il web il vantaggio è che non c’è bisogno di grossi apparecchi di diffusione, come nel caso del FM, i costi rimangono contenuti e con una semplice connessione internet si possono raggiungere Milano, Palermo o Roma praticamente a costo zero. Essendo una radio di “parlatori” italiani il nostro target è l’intero stivale, poi qualche volta cavalcando l’onda di internet scopriamo che siamo arrivati anche a New York, Berlino, Londra o Tokio.
Abbiamo poi scambiato due battute con Francesco Marinelli, amico di FUL ed esperto di musica a livello provinciale, sulla sua trasmissione Germi e la diretta da Barcellona in occasione del noto festival Primavera Sound lo scorso maggio.

Francesco, cos’è Germi? E perché hai pensato a una diretta dal Primavera Sound?
Germi è un progetto giunto alla quarta stagione, ha lo scopo di diffondere musica che i tradizionali canali radiofonici non diffondono, con particolare attenzione alle contaminazioni tra generi e un occhio alle nuove uscite. Il Primavera Sound è un festival che si confà esattamente al DNA di Germi e della nostra radio, un promotore di musica trasversale, non convenzionale e fresca.

Come siete riusciti a farvi accreditare?
La parte più interessante del festival, nonché quella a cui Orme Radio partecipa, è il Primavera Pro, ovvero un meeting tra professionisti dell’industria musicale a più livelli – da artisti a promoter, da riviste specializzate a canali di diffusione broadcast. Ogni anno, grazie alla preziosissima collaborazione con l’etichetta fiorentina Buzz Supreme, presentiamo un progetto che prevede numerose attività pre, durante e post festival. Il nostro progetto oltre alle dirette che ho eseguito via Facebook prevedeva dei resoconti della giornata e un vero e proprio studio sulle distanze percorse quotidianamente da noi inviati con calcolo delle calorie bruciate e bilanciamento con le ore di sonno dormite!
Se ancora non lo avete fatto, collegatevi su www.ormeradio.it per ascoltare in streaming questa piccola grande emittente che spara nell’etere ottima musica e programmi intelligenti. Oppure scaricate sul vostro smartphone una App per portare la radio con voi e, come dicono loro, seguite le Orme!