All’ingresso c’era solo una porta anonima e uno spioncino, un locale all’apparenza anonimo. Bastava però una parola d’ordine e quella porta si apriva, introducendo a un mondo inaspettato, elegante, vibrante, dove l’alta società dell’epoca viveva le sue lunghe notti attorno a un tavolo di poker o di chemin de fer, tra un noto avvocato e la diva del momento. Era la Firenze delle notti clandestine degli anni ’70, dove l’alta società sceglieva di passare il proprio tempo facendo qualcosa di illegale, per provare il brivido del rischio ma con classe. Tutto intorno, infatti, era un pullulare di camerieri compiti ed eleganti che chiedevano se si preferiva un calice di champagne o un whiskey di pregio. Ma era un mondo solo apparentemente fatato, in realtà sommerso, clandestino dove i metodi di riscossione in caso di insolvenza erano alquanto rudi, per usare un eufemismo, e dove chi perdeva non veniva invitato a riflettere e a smettere per non perdere ancora.
Dive e uomini facoltosi, il gioco a Firenze negli anni del boom
La Firenze del gioco clandestino degli anni ’70 è la stessa di tante altre città ricche d’Italia in quegli anni. Milano, Roma, Bologna, ma anche Chianciano e Montecatini. Tutti luoghi frequentatissimi da architetti, avvocati, imprenditori, politici, divi e dive del cinema, della musica e della televisione. Ma è l’Italia che ancora si porta dietro la lunga coda del boom economico e soprattutto di coloro che prima di altri hanno annusato gli affari che potevano crearsi dietro la ricostruzione dopo la guerra e hanno visto crescere il loro conto in banca a dismisura. Una situazione patrimoniale che, come sempre accade, porta a frequentare locali e ambienti di un certo livello dove, però, se non sai gestirti rischi di affondare. Quel momento che va dalla gioia alla disperazione lo hanno provato in tanti in quegli anni: interi patrimoni andati in fumo in un istante, proprietà, case, auto perse perché “certi di vincere” o perché si era perso e si doveva recuperare. E lo racconta anche un famoso biscazziere di quegli anni in giro per l’Italia, Giovanni Bruzzi. Nel suo libro, e in diverse interviste, racconta che ha sempre scelto di essere “dalla parte del banco” perché il banco vince sempre, il giocatore a volte vince, a volte perde. Ma erano luoghi, quelli delle bische fiorentine, riservati ai ricchi, a gente con il portafoglio pieno che voleva dimostrare di poter spendere e quindi, secondo il loro ragionamento, di poter essere all’altezza di una classe agiata che non bada a quanti soldi perde. Almeno fino a quando la situazione non precipita. Quel mondo poi finì agli inizi degli anni ’80, quando la criminalità organizzata aveva imposto troppo la sua presenza ed era diventata troppo distruttiva per l’Italia perché le forze dell’ordine, la magistratura, la politica e la società civile girasse la testa dall’altra parte come aveva fatto in quel momento.
I giochi casinò oggi
Oggi il mondo è cambiato. Chiunque può accedere a un casinò o può fare una partita ad una slot o a una lottery. E sono cambiate le regole, c’è più controllo, servono autorizzazioni e una procedura molto particolare per aprire una sala slot. Certo, le sale gioco clandestine esistono ancora ma si sono notevolmente ridotte rispetto a cinquant’anni fa e anche il rischio di eccedere nel gioco viene in qualche modo controllato e prevenuto. Così come in tutta Italia anche i fiorentini, con l’evolversi dei tempi e delle modalità continuano a giocare, anche attraverso le piattaforme online, che spesso mettono a disposizione degli utenti anche delle promozioni particolari, come la Leovegas 50 free spins che offre un accredito di 50 free spins ad una specifica slot e tante altre soluzioni per fidelizzare i giocatori, come si nota relativa pagina informativa online. Proprio in portali come questi tutto viene tracciato e controllato prima di poter iniziare a giocare. Sono tutele imposte dallo Stato che rendono più sicuro quell’ambiente, dove è possibile valutare la giocata e il gioco volta per volta.