Popone o cohomero il dilemma che dà inzio all'estate!

Ogni stagione ha il suo dilemma e l’estate non fa eccezione. Si capisce che è finalmente arrivata l’estate quando, ancor prima della scelta della meta delle vacanze (“quest’anno indo’ si va?”), la vera discussione familiare nasce al banco della frutta: “Icchè si compra? I’cohomero o i’popone?”

 

“MMM…codesto popone un mi sembra per nulla fatto. Battilo un po’, senti se sona bene. Se un sona, mettilo costì e vai a piglia’ i’cohomero.” E giù botte immeritate a quei poveri fruttini innocenti. Che, certamente, prima o poi maturano: con le buone si ottiene tutto.  Ora, a prescindere dalle tecniche utilizzate per l’accurata selezione, quasi tutti i fiorentini chiamano il melone (per intendersi: quel frutto arancione, succoso e zuccherino, che si taglia a fette e si mangia accompagnato da altrettante fette di crudo toscano, meglio se di Scarpaccia o di Pratomagno, per bilanciare sapidità e dolcezza… ecco quello.), ‘popone’.
Perchè? In latino, il termine originario era melopepon, che però deriverebbe dal greco pèpon, cioè “cotto dal sole”, “maturo”. Da questo, sono quindi nati entrambi i vocaboli: melone e popone (che riecheggia più fedelmente la forma greca). Anche per definizione etimologica quindi, il popone deve essere maturo, altrimenti non è buono.
Per questo, in senso figurato, si può usare questa parola anche per indicare una persona particolarmente ottusa o testarda: “Tu’ssei duro come i’popone.”
Tornando invece al cocomero, in realtà, non si tratta di dialetto toscano ma di italiano standard: il nome ricalca fedelmente il latino scientifico Cucumis citrullus; dove cucumis significa probabilmente “cetriolo”.
Perciò cocomero si dice in tutta Italia, ma al nord e in Sardegna è più frequente chiamarlo anguria che, invece, deriva dal greco tardo angoúrion: “anguria”, “cetriolo selvatico” (per questo, occasionalmente, indica perfino i cetrioli, infatti in greco moderno angúri significa cetriolo). Al sud, si chiama mel(l)one d’acqua, dal francese melon d’eau, derivato a sua volta dal latino mēlōn.
Insomma qualunque definizione scegliate per indicarli, il dilemma però resta sempre: “Popone o cocomero? Melone o anguria?”
Io non ho dubbi, e voi?

Rita Barbieri