La Psico-architettura indaga il rapporto tra spazi e individui e tra emozioni e luoghi, studiando quali caratteristiche dell’ambiente producono determinate risposte emotive. L’Arch. Francesco Santoni e Dott.ssa Sara Pierazzuoli, psicologa e psicoterapeuta, di STUDIOFORMA – un progetto di architettura, design e lifestyle a Firenze – si raccontano e ci introducono all’argomento.
STUDIOFORMA è un progetto di architettura, design e lifestyle. Operiamo sinergicamente, in un ambiente fortemente multidisciplinare, per dare forma ai progetti più disparati: dall’hotellerie all’abitazione privata, dalla ristorazione alla progettazione di spazi urbani, dal dettaglio d’arredo alla composizione di giardini e aree verdi. La professionalità che mettiamo al servizio del committente è mestiere ampio, visione che non si focalizza unicamente sulla dimensione estetica e funzionale dello spazio, ma che si allarga nella direzione dell’uomo, della sua vita emotiva e delle sue caratteristiche uniche e particolari.
Il nostro approccio di lavoro è senz’altro composito; il dialogo tra diverse competenze è per noi strumento che risponde al complesso insieme dei bisogni del cliente. La capacità di spaziare del nostro studio si fonda sulla fusione di disparate, ma non separate, discipline: l’architettura e la psicologia. STUDIOFORMA è di fatto fondato da un architetto e da una psicologa psicoterapeuta, e ha a cuore l’individuo, il suo benessere e la buona qualità della vita come obiettivo motore.
Ci ispira il lavoro che molti colleghi e professionisti portano avanti con la Psicologia dell’Architettura, disciplina diffusasi negli Stati Uniti a partire dalla fine degli anni Cinquanta e che si occupa di indagare il rapporto tra spazi e individui e che evidenzia il rapporto tra emozioni e luoghi, studiando quali caratteristiche dell’ambiente producono determinate risposte emotive. Ci ispira lo studio del carattere, che ci insegna che ognuno è unico, non esiste niente che vada bene per tutti, ogni cosa va personalizzata, architetture incluse.
Ci ispira la natura, che ci riporta alle forme archetipiche ed essenziali, natura che si rivela essere sempre e totalmente “casa”. Quando lavoriamo abbiamo sempre in mente quanto le emozioni siano profondamente radicate fin dal primo istante in ogni esperienza ambientale e di conseguenza architettonica. Ci ispirano i grandi maestri del passato e le nuove tendenze insieme, e ci sprona la voglia di fare qualcosa che sia “buono”, che faccia “bene”; ci piace pensare che lo spazio possa farsi cura.
L’insegnamento di Alvar Aalto, e di molti altri con lui, rappresenta una direzione ancora troppo inesplorata, resta ancora poco espresso il “Raumplan” loosiano, ove gli spazi si configurano per proporzioni e altezze a seconda delle loro funzioni e noi aggiungiamo secondo le sensazioni che si vogliano provare all’interno di una determinata stanza. Viviamo in ambienti sempre più distanti da quello che è il nostro habitat primigenio, la terra, gli alberi, i ruscelli… Nonostante si faccia un gran parlare di green e sostenibilità, il contatto con gli elementi è diventato sempre più flebile, mediato, interposto.
Per noi è di vitale importanza recuperare questo scambio, perché ogni uomo ha una fondamentale e psicologica esigenza di rapportarsi con il suo ambiente naturale, per non sentirsi alienato, mal trapiantato. Ecco che noi come professionisti scegliamo di compiere un lavoro di ricucitura tra uomo e terra mettendo a disposizione materiali, forme che ri-sigillino questa ancestrale e imprescindibile sinergia. Crediamo che per sentirsi “intero”, sicuro, allineato, l’uomo debba essere accolto da uno spazio che gli somigli; la dimensione emotiva diventa per noi una coordinata del lavoro progettuale. Il vissuto dell’individuo rappresenta una delle direzioni più significative che il professionista può prendere per muovere il suo lavoro progettuale.
Conoscere la simbologia e gli intenti del cliente per poter dare significato a ogni stanza così come la persona la sente è un lavoro articolato e sottile allo stesso tempo, ma rappresenta un viatico irrinunciabile se si intende dare forma non solo a un riparo, ma a una dimora, per il corpo, per la mente e per lo spirito. I luoghi sono gli scenari all’interno dei quali si svolge l’esperienza, l’esperienza dà origine ai vissuti e questo spiega perché la dimensione psicologica e quella architettonica sono indissolubilmente legate. Il buon abitare per STUDIOFORMA è subordinato al particolarissimo rapporto che ognuno ha con la dimensione spazio: le tradizioni, le passioni, i temperamenti, le peculiari singolarità, ognuna di queste cose deve trovare agio, rappresentazione e traduzione in architettura.
Il nostro metodo di lavoro, ampiamente supportato da costanti studi in materia di psico-architettura, punta a creare un rapporto esclusivo con gli individui che abiteranno, o semplicemente fruiranno, quegli spazi che andiamo a plasmare: che sia un ambiente personale e casalingo, che si tratti di uno spazio di lavoro o della convivialità, ognuno con le proprie specifiche, per noi la ricerca imprescindibile è quella di inseguire la creazione di luoghi dedicati e curativi, perché ogni ambiente definisce una sensazione ed ogni esperienza sensoriale definisce un ambiente.
Chi decide di intraprendere un percorso di rinnovo o costruzione di uno spazio, compie in realtà un atto di grande trasformazione, che ha un impatto non solo sull’ambiente, ma anche, e non meno rilevante, sui vissuti personali, azione questa, che a nostro avviso, deve essere onorata in modo consapevole da tutti gli attori coinvolti nel processo. Riportare al centro l’architettura per l’uomo, a fronte di un investimento economico ed emotivo così importante, è una ricerca che vuole condurre al di fuori del mero approccio materialistico dell’opera, è un percorso maturo da costruire insieme, al fine di definire una realtà che duri nel tempo.
Vediamo l’architettura unita alla psicologia come unico processo compositivo che indaga l’uomo e gli consegna un luogo. Ci impegniamo a costruire luoghi dove tutti i sensi siano coinvolti, non solo la vista, spesso troppo viziata dalla moda, ma anche il tatto, stimolato dalle textures materiali, l’olfatto, risvegliato delle essenze naturali, l’udito, acceso della “musica” ambientale o dal silenzio.
STUDIOFORMA definisce sempre i desiderata del committente come base di un processo di conoscenza preliminare; crescendo, poi, il rapporto con i clienti si arricchisce e si articola integrando come linea guida del lavoro la storia dell’individuo, le sue radici, i suoi gusti, i suoi bisogni e desideri, questo permette di costruire un qualcosa che non solo sia bello e funzioni, ma che abbia senso, emotivamente parlando. Approfondire questo modo di pensare e realizzare l’architettura è un regalo che ognuno dovrebbe farsi nella vita, riflettendo sull’importanza che il luogo che ci ospita ha su ognuno di noi.
*Testo di Francesco Santoni, architetto, e Dott.ssa Sara Pierazzuoli, psicologa e psicoterapeuta.