Purpurri è l’alter ego dell’art director e graphic designer Fabio Schiano, nonché l’espressione artistica di un accumulatore serale di riviste! Ma Purpurri è soprattutto un progetto e FUL ha voluto scoprirlo meglio.
Quelli che hanno sfogliato FUL #43 si ricorderanno che la pagina dell’artista ospitava un accattivante collage. Due braccia tenevano stretto il David di Michelangelo incastonate in due bande rosse e lo slogan “Avrò abbracci per Tutti”. Un’opera iconica e di buon auspicio nel drammatico periodo che abbiamo vissuto con la pandemia, quando ci veniva consigliato di mantenere un metro di distanza tra le persone.
L’autore, Fabio Schiano, presentava così Purpurri ai nostri lettori. Oggi, un anno dopo, ho deciso di tornare a trovarlo per scoprire come si è evoluto il suo progetto. Anche perché Fabio, da buon accumulatore seriale di riviste, non manca un numero di FUL per arricchire la sua collezione!
Fabio, come presentato su FUL #43, Purpurri nasce nel 2020 durante il lockdown. A che punto è il progetto adesso?
Purpurri ha preso una piega che non mi sarei mai aspettato! Questa è la storia di uno “stufato di carta” come dico io, ma anche pazienza e creatività. Sono queste le parole per descrivere il percorso che mi ha portato a questo progetto, c’è voluto tempo per trovare l’idea giusta e per maturarla. Durante il lockdown mi capitò di comprare una copia de Il Sole24Ore, quotidiano che solitamente non è fra le mie letture.
Qui, sfogliandolo, fui incuriosito da due strisce rosse che vi erano stampate. tra una pagina e un’altra. Decisi di ritagliarle e le misi su un tavolo perché sentivo sarebbe arrivata un’ispirazione prima o poi.
La maggior parte delle persone vorrebbe creare prodotti in tempi record, lo vedo durante la settimana con il lavoro di art director alla mia digital agency Attico Rossini di Empoli. Qui invece, libero da scadenze e dettami, ho preso il tempo di capire cos’era importante per me e realizzarlo mentalmente.
Ci conosciamo da un po’ di tempo e so quante energie ti assorbe il lavoro, quindi possiamo considerare Purpurri il tuo alter ego?
Lavorare nel settore del marketing e della comunicazione è stimolante per un creativo, ma fa accumulare adrenalina e stress. Purpurri più che un alter ego è la medicina che mi aiuta a evadere e creare contenuti incredibilmente attuali. Questo è uno spazio personale che mi invoglia a progettare.
Purpurri lo hai lanciato su Instagram e si è creato subito grande engagement con i followers…
Durante il periodo del lockdown le persone, annoiate quanto me dalla situazione, si sono incuriosite e sono state stimolate da queste strisce rosse, coinvolte nella sfida che avevo lanciato sui social su cosa farci. Si identificavano in una comunicazione che potevano reinterpretare alla loro maniera.
Non me lo aspettavo, ma ho capito che qualcuno con Purpurri vede un sistema per esprimere un concetto attraverso ritagli di giornali e riviste. In un anno il progetto ha spiccato il volo e sono nate collaborazioni con artisti, cantautori – esempio la cantautrice Gabriella Martinelli – fotografi e riviste, tra cui FUL appunto!
Mi sembra che il progetto non si sia scordato dell’attualità, alcune opere hanno volutamente un messaggio sociale o sbaglio?
Certo, bisogna leggere tra i dettagli delle mie opere. A volte c’è un messaggio voluto per capire come una persona è colpita da un’immagine: rispetto per le donne, la paternità, la tolleranza…
Anche per l’attualità, ad esempio l’opera con Chiara Ferragni e Fedez. In questo caso li ho messi nel mirino per la storia di lei che si crucciava del fatto che Vogue non le concedesse mai la copertina, e lui la prendeva in giro per questo. Non ci è riuscita per molto tempo, fino allo scorso ottobre, a quel punto ho colpito: ho reinterpretato Fedez, la Ferragni e la loro carriera a modo mio.
In Purpurri ci sono anche cose mie personali, poi chiaramente puoi trovarci qualcosa che riguarda te, lascio libera interpretazione ai messaggi delle mie opere!
La tua ultima opera è il poster per il TEDx di Empoli. Com’è nata?
Attico Rossini ha ricevuto l’incarico per la comunicazione dagli organizzatori del TEDx di Empoli. Il tema dell’evento è “Schemi”, gli speaker proporranno un ragionamento su come ci si possa realizzare nella vita personale o professionale uscendo fuori dagli schemi… Ecco, ho deciso che si poteva chiedere aiuto a Purpurri!
Il mio poster è un’immagine che cerca di catturare il concetto al centro del tema del TEDx. Ovviamente anche in questo caso ognuno ci può trovare il suo significato.
I ritagli delle immagini per i collage vengono solo da riviste d’epoca o anche da quelle recenti?
Tendenzialmente ritaglio quello che trovo interessante, non solo riviste d’epoca. Potrei dirti che in generale i magazine attuali li trovo di un livello qualitativo più basso in termini di contenuti e con troppa pubblicità, ma non è questo il punto. Sui social ho ricevuto pure degli attacchi perché mi sono “permesso” di ritagliare riviste d’epoca… Ma qui entriamo nel valore che diamo a una rivista.
Qual è il valore di una copia di Vogue degli anni ’80? Voglio andare oltre e ti rispondo che ritagliandola per i miei collage la reinterpreto e gli conferisco un nuovo messaggio.
Quando ci salutiamo noto sulla scrivania di Fabio il ritaglio di un oroscopo del Capricorno da una rivista del 1983. Ci sono anche due vecchie copie di FUL. Mentre me ne vado mi assale il dubbio che gli stia venendo voglia di ritagliare pure quelle!
Immagini a cura di @_purpurri_