Quattro donne, un’unica passione: da Lamole un esempio di imprenditoria al femminile

I Fabbri, Podere Castellinuzza, Terreno e Tregole, le quattro produttrici raccontano per FUL il progetto “Donne in Quota”.

Metti una calda (ma ventosa) giornata primaverile, buona compagnia e un clima assai gioviale. Assaggi, soprattutto sorsi, di una normalità che tanto a lungo è stata sognata e che, proprio ora che l’attesa si sta finalmente esaurendo, sembra avvolta da una dimensione quasi surreale. Siamo sul “tetto” del Chianti Classico, ai piedi del fiabesco Castello di Lamole, che spicca con una maestosità d’altri tempi su queste terre ricche di storia, in primis vinicola. Le nostre anfitrione di giornata sono quattro donne, si fanno chiamare “le quattro S”: Susanna Grassi dei Fabbri a Lamole, Serena Coccia di Podere Castellinuzza a Lamole,Sofia Ruhne dell’Azienda Agricola Terreno in Greve in Chianti e Sophie Conte della cantina Tregole in Castellina in Chianti. Quattro donne, ma prima di tutto quattro tenaci produttrici di vino e un gran bell’esempio di imprenditoria al femminile.

Se è vero che dalle crisi nascono nuove opportunità e che la solidarietà viene fuori proprio nei momenti più bui, queste quattro Wine Lovers – con la collaborazione della giornalista svedese Asa Johansson – durante la pandemia hanno deciso di unire le forze e rendere realtà quello che all’inizio poteva sembrare soltanto un sogno. È nato esattamente così, dalla passione e dalla dedizione di quattro coraggiose quote rosa del Chianti Classico, il progetto “Donne in Quota”. Già, perché ad accomunare Susanna, Serena, Sofia e Sophie non è solo il fatto di produrre vino, ma anche quello di produrre vino biologico e vino in quota, tutti ovviamente di prima qualità.

Il risultato? Un vigneto più ventilato, un’uva più genuina e un vino conseguentemente più verticale. I loro vigneti, chi più e chi meno, sorgono infatti tutti a circa 500-600 metri s.l.m.: un’altitudine imponente, soprattutto se parliamo di vino, che influenza non poco tanto la vita della vite (perdonateci il gioco di parole) quanto gli aromi e i sapori del prodotto finale. In questo speciale areale, il Chianti assume così un carattere fine e sottile, senza perdere però la verve volitiva del Sangiovese (vitigno per eccellenza di queste zone). 

La padrona di casa, almeno in occasione della nostra visita, è Susanna Grassi, volto de I Fabbri, viticoltori a Lamole dal lontano 1620.

La sua è la “classica” cantina a conduzione familiare, proprio nella parte più alta del Chianti Classico, e la nostra interlocutrice rappresenta addirittura l’undicesima generazione, nonché la prima donna a gestire l’azienda da quando nel 2000 ha voluto intraprendere quest’affascinante avventura. «Per due generazioni il vino era stato venduto sfuso a importanti produttori locali, avvertivo la chiamata di questo luogo magico che ho sempre sentito come casa, con le sue antiche terrazze e la sua bellezza fuori dal tempo», ci racconta durante la degustazione del suo I Fabbri Chianti Classico DOCG 2018 Terra di Lamole e I Fabbri Chianti Classico Riserva DOCG 2016. Vini figli della tradizione, contraddistinti da un elegante bouquet aromatico e da una caratteristica acidità

Famiglia è anche la parola chiave dell’azienda di Serena, che col suo Podere Castellinuzza segue il progetto e il sogno di suo padre Paolo, così come quello di tante altre generazioni prima di loro.

La tradizione di questo piccolo podere affonda infatti le proprie radici nella mezzadria, acquistato dai Coccia nei primi anni ’60 pur lavorandoci già dall’inizio del ’900. I loro vini, in questo caso il Podere Castellinuzza Chianti Classico DOCG 2018 e il Podere Castellinuzza Chianti Classico Riserva DOCG Vigne Vecchie, sono profumati, snelli, autentici e di grande beva. 

È quindi il turno di Sofia, svedese di nascita ma toscana d’adozione, che insieme alla sua famiglia ha scoperto e subito amato il cuore del Chianti Classico, iniziando a produrre vino dal 1988.

Lo stile dei suoi Terreno Chianti Classico Riserva DOCG 2017 Sillano e Terreno Chianti Classico DOCG 2016 ASofia Vigne Vecchie, e della sua proposta più in generale, è chiaro e riconoscibile, capace di valorizzare il carattere dinamico e pragmatico della cultura svedese, armonizzandosi al contempo con il rispetto delle secolari tradizioni chiantigiane. “Terreno” è non a caso il nome della sua azienda, quale omaggio al territorio che l’ha accolta e che oggi Sofia (seconda generazione) coltiva tra sapori genuini e confortevole accoglienza. 

Chiudiamo, non certo per minor importanza, col Tregole Chianti Classico DOCG 2017 e il Tregole Chianti Classico Riserva DOCG 2015, senza dimenticare lo speciale Sangiovese bianco – sempre firmato Tregole – con cui avevamo rotto il ghiaccio non appena arrivati alla nostra destinazione.

La realtà guidata da Sophie sorge su un angolo intimo del Chianti Classico, in una collina contornata da tre piccole gole. Un locus amoenus ubicato nel comune di Castellina in Chianti, del quale proprio la giovane produttrice e la sua famiglia hanno ripreso la longeva tradizione di viticoltura, olivicoltura e preservazione del territorio dalla fine degli anni ’90. Vini di personalità, ma anche contemporanei, che chiudono al meglio una Wine Experience davvero da ricordare.

Foto di Luca Managlia