Realpolitik: la satira politica nelle foto di Luca Santese & Marco P. Valli

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La satira fotografica sulla classe politica italiana, a opera dell’agenzia CESURA, ha prodotto una serie di immagini “pop” così apprezzate da essere pubblicate anche all’estero. Uno degli autori, Luca Santese, ha raccontato a FUL la genesi di questo lavoro di sovversione della propaganda dei nostri politici.

Luca Santese, milanese classe 1985, è un fotografo, curatore e regista, membro della prim’ora di CESURA. Il collettivo, fondato ufficialmente nel 2008 su iniziativa di Alex Majoli – uno dei fotografi della famosa agenzia Magnum – al momento è composto da diciassette autori, più il compianto Andy Rocchelli (il fotoreporter ucciso in Donbass nel 2014, ndr). Oggi è una realtà unica nel mercato italiano, un gruppo forte e indipendente capace di produrre qualità e ricerca in ambito artistico: agenzia fotografica con la propria casa editrice, laboratorio di stampa, allestimento mostre, curatela e ovviamente masterclass di fotografia. 

Luca, dopo l’Accademia di Belle Arti di Brera e la formazione sotto la supervisione di Alex Majoli, ha dimostrato subito il suo talento di fotografo a livello internazionale; nel 2010 è stato infatti selezionato dal premio World Press Photo con il progetto Detroit 2009-2010. Nello stesso anno ha esposto Found Photos in Detroit al Le Bal Space di Parigi, a cui sono seguite le esposizioni al Kulturhuset di Stoccolma, alle OGR di Torino e al MoCP di Chicago. Dal progetto è nato anche un libro nel 2011 – pubblicato con Arianna Arcara – che ha collezionato molti riconoscimenti.

Le fotografie di Luca sono state pubblicate ed esposte in mostre in Italia, Europa, Russia e Stati Uniti. Negli ultimi anni, insieme al collega di CESURA Marco P. Valli, si è dedicato a smascherare in chiave ironica l’iconografia della “Terza Repubblica”. Dalla documentazione delle ultime due campagne elettorali e altre manifestazioni politiche è nata la serie fotografica Realpolitik, che sovverte la comunicazione politica italiana, più il volume Il Corpo del Capitano (2020), ovvero il sabotaggio della propaganda di Matteo Salvini! Ho fatto con Luca una chiacchierata in merito.

CESURA a mio avviso ha creato uno stile in Italia nella fotografia documentale, definendo un canone pop ben visibile nella serie Realpolitik.

CESURA è una realtà che fin dal principio nasce ibrida tra fotogiornalismo e fotografia sperimentale dove alcuni membri venivano dalla cronaca e altri avevano un background artistico. Sotto la guida di Alex Majoli si è creato un gruppo dedicato alla documentazione e alla sperimentazione del linguaggio fotografico. Per quanto riguarda Realpolitik, mi ci sono dedicato in modo organico dal 2018 con Marco Valli, ma considera che fin dall’inizio, non avendo grandi budget, lavoravamo sulle storie che accadevano intorno a noi. L’agenzia, essendo anche casa editrice indipendente, ci ha permesso di mostrare il nostro lavoro senza alcun tipo di mediazioni.

Dopo aver coperto le ultime due campagne elettorali, Realpolitik sembra non aver finito di raccontare il populismo degli attuali protagonisti della scena politica italiana.

Realpolitik nasce perché noi ci siamo sempre interessati alle vicende della politica e Valli in particolare segue la Lega Nord da tempo in quanto originario di Brugherio, quindi il territorio che rappresenta questo partito nella sua essenza. Nel 2018 c’è questo nuovo governo, Lega più Movimento Cinque Stelle, che è un cambiamento epocale sotto certi aspetti. Noi decidiamo di raccontare la vicenda fin dall’inizio con delle pubblicazioni “rapide”, in tempo reale, sulla loro propaganda. Seguiamo la campagna elettorale dei partiti e i loro eventi pubblici. Durante la pandemia abbiamo lavorato sulle manifestazioni di piazza e poi di nuovo l’ultima campagna elettorale del 2022, da cui è nata l’ultima pubblicazione della serie: TIK TOK TAK.

Prendiamo di mira i politici, la loro immagine e cerchiamo di farne una satira fotografica che sovverta i canoni con cui loro si rappresentano attraverso i social. La cosa più interessante di questa propaganda è che gli autori sono gli stessi attori del meccanismo. I politici mimano estetiche di massa e così l’elettore s’identifica con loro. È molto efficace e se restasse l’unica forma di rappresentazione dei politici sarebbe un torto al vero! Quindi noi proviamo a metterci del nostro, rendendoli grotteschi, per smascherare la banale superficie di spettacolo con cui continuamente ci bombardano. 

Il personaggio più iconico è Matteo Salvini e una delle foto del duo Santese-Valli è finita in copertina sulla celebre rivista americana TIME. Uscito il libro fotografico Il Corpo del Capitano, siete riusciti a consegnare di persona una copia al ministro. Ma come è finita questa sfida con “il capitano”!? 

È finita che lui ha perso! All’inizio con questa copertina su TIME la prima battaglia l’ha vinta Salvini, perché ha sfruttato la foto a pro suo. Per noi è certo motivo d’orgoglio che una nostra immagine sia stata usata negli USA come cover, ma lui l’ha utilizzata per avvalorarsi come politico di caratura internazionale.

Allora, dato che Salvini è stato un innovatore del linguaggio populista, ci siamo detti che dovevamo fare un libro fotografico che producesse un’immagine di satira, quindi inutilizzabile dal punto di vista della sua propaganda. Attraverso le nostre foto, per il tipo di scatti, di luci, la scelta del bianco/nero, è stato “fatto a pezzi”: abbiamo prodotto una collezione di immagini grottesche inutilizzabili per la sua “iconografia da Instagram”. 

Essendo vostro coetaneo, anch’io sono cresciuto negli anni Novanta bombardato dalla propaganda di Silvio Berlusconi, è naturale fare un paragone con la comunicazione della nuova classe politica.

Berlusconi era inarrivabile, non ti potevi nemmeno avvicinare a lui, era l’uomo ricco che diceva agli italiani quello che volevano sentirsi dire, mentre questi “nuovi” sono interessanti. 

Sì, è indubbio che Berlusconi – nel momento in cui le campagne elettorali si fanno su Twitter – appaia vecchio di un secolo. 

Salvini, per esempio, dice quello che gli italiani gli direbbero, mentre Giorgia Meloni ha una militanza definita e prova a legittimarsi anche a livello culturale.

Alla fine di tutto questo lavoro fatto per Realpolitik, cosa hai capito in più del rapporto tra gli italiani e la loro classe politica?

Ho capito che è un rapporto estremamente superficiale e di fatto, poi, il nostro stile fotografico esplicito vuole mostrare il lato pop di questi individui. Noi non raccontiamo l’uomo ma l’immagine che produce di sé come personaggio politico, ne rappresentiamo “la pelle” con questi scatti ravvicinati che gli facciamo. Quello che si vede di loro, con le manifestazioni, gli eventi, è tutto molto orchestrato da un punto di vista propagandistico e penso che l’elettore medio vada per simpatia o per quello che gli passa in testa al momento. Quindi ecco il “voto all’italiana”, si cambia facilmente bandiera e la memoria è cancellata.

Foto di Luca Santese e Marco P. Valli

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