Reejensiamo: Madame Flo dona nuova vita ai jeans

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Reejeansiamo, il nuovo progetto del Laboratorio di Sartoria Madame Flo che riutilizza e personalizza vecchi capi di jeans rendendoli unici, con dettagli realizzati su misura per chi lo indosserà.

Secondo una ricerca della Ellen MacArthur Foundation, la produzione di abbigliamento continua ad aumentare ed è raddoppiata negli ultimi 15 anni, mentre il numero medio di volte in cui indossiamo gli indumenti è diminuito del 36%. Entro il 2030 il consumo di abbigliamento salirà del 65% e l’impatto sul Pianeta sarà notevole. Ecco perché dobbiamo imparare a non sprecare riutilizzando ciò che già possediamo fino all’esaurimento della sua vita.

Da qui l’idea chiamata Reejeansiamo, il nuovo progetto del Laboratorio di Sartoria Madame Flo: grazie alle abilità degli artigiani che lavorano in sartoria, verranno riutilizzati e personalizzati vecchi capi di jeans rendendoli unici. Ogni dettaglio, realizzato su misura per chi lo indosserà, consentirà di donare una seconda vita ad un pantalone oppure ad una giacca di jeans. Una sorta di rivoluzione nel concetto di sartoria in cui il jeans diventa l’elemento base dell’upcycling.

Tramite il sito, è possibile scegliere il tipo di personalizzazione e procedere con l’acquisto. Successivamente verranno ritirati direttamente all’indirizzo indicato in fase di acquisto, i capi che si intendono personalizzare e/o riciclare e a tutto il resto penserà il laboratorio (consegna inclusa). Il grande vantaggio è che non ci saranno più problemi di taglia e/o resi: saranno direttamente i clienti a selezionare un vecchio capo a cui donare una seconda chance. I capi vengono completamente realizzati artigianalmente e sono pronti in 4/5 settimane dalla ricezione del materiale da personalizzare e/o riciclare. Un’opportunità che consentirà di sfoggiare un modello di alta qualità, creato artigianalmente in sartoria.

La durabilità (o robustezza) è la caratteristica di un prodotto di durare nel tempo. Ma non solo. La sartoria Madame Flo la intende in senso ben più ampio: alla durabilità fisica, la capacità di resistere al tempo e ai lavaggi, associa la durabilità emozionale, cioè la capacità di un prodotto di rimanere attraente e desiderabile nel tempo, per fare sì che venga indossato il maggior numero di volte possibile, anche da più persone (per es, per riciclo, ri-uso, condivisione).

Un progetto sostenibile

Si parla tanto di moda sostenibile e di quanto sia importante la sua diffusione. Ma cosa si intende per moda sostenibile? Il riciclo degli abiti risulta essere uno dei punti chiave della diffusione della moda eco sostenibile, puntando a riutilizzare tutto il possibile e a ridurre al minimo gli scarti. La sartoria fiorentina di Vittoria Valzania, sta implementando nuovi modelli di business e tecnologie per ridurre al minimo il consumo di risorse e l’impatto sull’ambiente facendo proprio uno dei principi dell’economia circolare: generare valore dallo scarto, dando nuova vita a materiali destinati alla discarica.

Pensateci: a un vecchio jeans potremmo tagliare le gambe all’altezza del cavallo, cucire le estremità rimaste aperte e utilizzarlo come resistente sacca per la spesa, comodissima se infiliamo nei passanti un laccio per farla diventare una tracolla. Cucendo l’estremità inferiore della gamba del jeans tagliato si ottiene una custodia utile per oggetti lunghi, come l’ombrello, l’ombrellone da mare, oppure può essere un’ottima sacca salvaspazio per i giochi dei bambini.

La moda sostenibile in cifre

7° è la posizione dell’Italia nella top 10 di crescita della moda sostenibile secondo Lyst. La green fashion cresce a velocità diverse: in testa c’è la Danimarca (+114%), seguita da Australia (+110%), Germania, Spagna, Francia e Canada. In Italia siamo al 20%.

63% è la percentuale dei consumatori che nel 2020 ha scelto prodotti sostenibili, valutando, per le proprie scelte di acquisto, gli sforzi ambientali e sociali dei brand. Nel 2019, sostiene l’Osservatorio Millennials e Generazione Z di PWC Italia, erano solo il 29%.

-1% è la quota di tutti i prodotti tessili nel mondo che, secondo la Fondazione Ellen MacArthur, vengono riciclati in nuovi prodotti.

8,25 miliardi di dollari è il valore che il mercato del fashion green potrebbe raggiungere nel 2023, arrivando a quota 9,81 miliardi nel 2025 e a 15,2 nel 2030. Lo sostengono le ultime ricerche di PWC Italia.

663.000 le tonnellate di rifiuti tessili prodotti ogni anno in Italia e destinati a discarica o inceneritore e che, in gran parte, potrebbero essere riutilizzati (dati Ispra). P.S. Sai che dal 1° gennaio 2022 la raccolta differenziata del tessile è obbligatoria?