Anna Capolupo nasce a Lamezia Terme nel 1983, vive e lavora tra Firenze e Torino. Nell’anno 2008/2009 si diploma in Pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Terminati gli studi accademici si trasferisce a Berlino per un anno: lì a modo di mettersi in discussione su un tema per lei totalmente nuovo, il paesaggio urbano, creando diverse opere sulle stazioni della capitale tedesca. Nel 2013 è una degli artisti selezionati per partecipare al progetto espositivo itinerante Young at Art del MACA ( Museo Arte Contemporanea Arci). L’anno successivo si tiene la sua prima personale, dal titolo TorinoNowhere, Inconscio metropolitano V.1 presso Burning Giraffe Art Gallery, a Torino, occasione per la quale realizza una serie di 10 dipinti e 10 disegni che sono altrettanti elementi di un’indagine pittorica sui siti abbandonati o rivalutati della periferia urbana-post industriale del capoluogo piemontese. Nel 2015 ci sarà Inconscio metropolitano V.2, sempre presso la stessa galleria torinese e avrà come soggetto la città di Berlino, così da mettere in relazione le due città, che nel 2015 saranno protagoniste di un gemellaggio culturale. Attraverso una pittura realistica, ricca di verità ruvide che sfociano in colori intensi capaci di esaltare le architetture suburbane, ritratte con rigorosa geometria e graffi e tagli che ne restituiscono la matericità, l’artista esamina e misura i non-luoghi della città. Sempre nel 2014 è finalista al Combat Prize e al Premio Terna06. Nella primavere del 2015, il MACA di Acri (CS) le dedicherà la sua prima personale in un’istituzione museale pubblica.
“La mia indagine pittorica, affronta ,soprattutto negli ultimi anni il tema delle città, i luoghi della periferia urbana, le fabbriche, i cantieri, le discariche, intendendoli nella loro accezione di architetture dell’inconscio cittadino; esaminare i ”non luoghi”, quelli che apparentemente appartengono a tutte le città e a nessuna, ma che diventano testimonianze di una città viva e in costante mutamento. Così i luoghi perdono la loro funzione primaria trasformandosi in contenitore suburbano di attività.
Giocare con la memoria del luogo che unita alle diverse percezioni dello spazio tenta di racchiudere in quella visione un’esistenza, non per raccontarla ma per evocarla. Così la città comincia a esistere attraverso segni ripetuti, luci colori, ombre, e atmosfere che vibrano ai miei occhi, nature reinventate. La pittura diventa una compagna di viaggio e anche pretesto, per dare il senso del mio viaggio personale, alla ricerca di un luogo, di un cielo, di un volto, un’emozione in cui identificarsi”
a cura di NICCOLO’ BRIGHELLA
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