Ricette toscane: i cialdoni di Lorenzo il Magnifico

cialdoni toscani dolci amati da lorenzo il magnifico

Ci sono poche figure innalzate agli onori della storia come Lorenzo de’ Medici, noto ai più anche con il nome di Lorenzo il Magnifico. Nato a Firenze il 1 gennaio 1449, da una delle famiglie più potenti e influenti della sua epoca, Lorenzo de’ Medici diventa in brevissimo tempo un’icona, l’incarnazione del principe umanista rinascimentale.

È infatti un politico abile e accorto, capace di gestire il potere con scaltrezza e lungimiranza, ma non solo. È anche un prolifico scrittore e un ispirato poeta e un prodigo mecenate.

La cosa più sorprendente è l’impegno che Lorenzo il Magnifico profonde in prima persona in ogni cosa lo appassioni. Ama l’arte e diviene il mecenate dei più grandi artisti che all’epoca hanno operato a Firenze, rendendo Firenze la capitale storica del Rinascimento europeo. È appassionato di gioco, tanto da inventare egli stesso dei giochi di carte.

Si interessa di enogastronomia e il suo interesse per il cibo non si limita alla tavola. Si reca in prima persona ad amministrare le sue tenute di campagna, cura gli animali delle sue fattorie, è spettatore curioso e attento dei ritmi della natura. Inizia a produrre egli stesso miele, vino e formaggi. Quando arriva il momento di portare i prodotti della campagna sulla tavola, diventa fine gastronomo, osserva e studia le alchimie del cibo, sperimenta accostamenti audaci.

Prende nota di diverse ricette, alcune di queste le mette in poesia. Possiamo conoscere ancora oggi quali erano i suoi piatti preferiti. Stupirà sicuramente sapere che non si trattava di raffinatissimo cibo di corte, ma di portate tipiche della Toscana contadina dell’epoca, piatti tradizionali, apprezzatissimi ancora oggi. Leggendo brani tratti dai “Canti Carnescialeschi” e dalla “Nencia da Barberino” ci accorgiamo che Lorenzo de’ Medici descrive con entusiasmo la schiacciata, il pecorino di Pienza, il “cacio marzolino”, il migliaccio, le aringhe, le fave arrosto, le salsicce, le cosce di rana fritte e molto altro ancora. Il tutto viene solitamente accompagnato da buon vino toscano, uno su tutti, il preferito del Magnifico, vale a dire il Chianti.

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Molte delle ricette riportate da Lorenzo il Magnifico appartengono alla secolare tradizione enogastronomica fiorentina e molto facilmente le troviamo ancora oggi sulle nostre tavole. Tra queste vi è la ricetta di un dolce da lui particolarmente amato, la ricetta dei cialdoni. Li amava a tal punto da dedicar loro un componimento noto come la “Canzona de’ Cialdoni”. Scrive come realizzarli:

«Metti nel vaso acqua e farina, quando hai menato, poi vi si getta quel ch’è dolce e bianco zucchero: fatto l’intriso, poi col dito assaggia, se ti par buono ponilo in ferri scaldati e al fuoco ponili … quando senti frigger, tieni i ferri stretti. Quando ti par sia fatto abbastanza, apri le forme e cavane è cialdoni… e ‘n panno bianco li riponi».

La realizzazione di questi dolci è molto semplice, ma il gusto è garantito dal Magnifico stesso. Oggi se ne producono in quantità, soprattutto nella zona di Lucca e solitamente vi si aggiunge l’anice, che conferisce questi un aroma inconfondibile. Croccanti e friabili sono buoni sia caldi che freddi, perfetti se accompagnati da creme e panna montata. Adeguatamente conservati, si mantengono molto a lungo. Per realizzarli in casa occorre solo procurarsi delle piastre o degli stampi adatti alla preparazione di cialde e i seguenti ingredienti:

  • 2 uova
  • 500 gr di farina
  • 100 gr di strutto
  • 125 ml di latte
  • 170 gr di zucchero
  • 25 gr di semi d’anice
  • 1 bustina di vanillina

Si inizia sciogliendo lo strutto nel latte. Si dispone su un piano la farina a fontana, unendovi poi zucchero, vanillina, semi d’anice e uova. A questo punto bisogna unire al composto il latte con lo strutto e iniziare a lavorare l’impasto con le mani, fino ad ottenere un composto morbido e omogeneo. Si procede tagliando dei cilindretti della misura di un dito circa, al quale si darà poi la forma di anello. Si scaldano due piastre e dopo averle unte vi si schiaccia un anello per volta, per circa un minuto. Ricordate sempre che, per per garantire una cottura uniforme, entrambe le piastre dovranno essere calde in modo omogeneo.

Buon appetito!

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