Matrimoni, fiori e vino: i settori in Toscana al collasso

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Quelli che sono sempre stati i simboli del Made in Tuscany sono ora i primi prodotti pronti a scomparire, che fanno pare dei settori in Toscana al collasso. Un buon bicchiere di vino come il Brunello di Montalcino e le campagne e i vigneti del Chianti, insieme al turismo che ha sempre visto la città di Firenze come città prototipo indiscussa nella ricezione di vacanzieri provenienti da tutti il mondo, oppure gli eventi celebrativi e i matrimoni di lusso, insieme a tutta l’industria che oggi gira intorno agli eventi, sono oggi ai ferri corti, al limite della sufficienza di sopravvivenza, dopo la perdita di fatturati che nessuno mai avrebbe immaginato.

Di queste tematiche è stato trattato durante il programma Presadiretta di Rai 2 con due inchieste dal titolo La bufera perfetta e Il prezzo ingiusto che hanno percorso i gravi disastri economici causati dal lockdown e dalla pandemia dovuta al Covid-19. La Toscana emerge in entrambe le inchieste come una regione disastrata e quei simboli citati come primizia ed eccellenza, sono oggi gli stessi che barcollano e lasciati senza respiro.

Toscana al collasso: gli alberghi vuoti di Firenze

Tra questi, in primis il settore turistico: il centro storico di Firenze, prima del Covid, ha sempre ospitato 200.000 turisti al giorno, 11 turisti per abitante. La città di Firenze contiene 600 alberghi e oltre 3000 attività ricettive di cui dipendono circa 12.000 attività con 41.000 persone che vivono direttamente di turismo. Tra questi, non rientrano nei documenti ufficiali una serie di lavoratori, come ad esempio i contratti intermittenti per cui si fa riferimento ad almeno altre 20.000 persone.

Un esempio lampante preso in considerazione dall’inchiesta condotta da Presadiretta è la perdita di fatturato del rinomato Strozzi Palace Hotel, che ha sempre ospitato circa il 70% di turisti stranieri. Ad oggi ha perso il 100% del fatturato a marzo, aprile a maggio e, fino a settembre, il 70%. Lo stesso vale per tutti gli esercizi correlati al settore turistico, come quello degli eventi.

Eventi e matrimoni cancellati in Toscana

La città di Firenze è stata sempre scelta come palcoscenico per numerosi eventi di importanza internazionale come il Firenze Rocks o il Pitti Immagine. Per entrambi, la ripartenza degli eventi sembrerebbe far data dal 2022. Ma per questo settore, la perdita non è solo causata dagli eventi internazionali, musicali o di moda. Si parla anche degli eventi di celebrazioni come i matrimoni, per cui la Toscana è la meta che va più in voga tra i miliardari o magnati del business.

Ed ecco che il lockdown ha bloccato non solo il mercato, ma il distanziamento fisico e con questo cancellato un anno intero di cerimonie ed eventi. Negli ultimi mesi sono stati cancellati 70.000 matrimoni e per le aziende toscane che vivono di celebrazioni, matrimoni ed eventi simili, si parla di cali di fatturati irrecuperabili. Per l’azienda Tuscany flowers il 98% dei clienti sono stranieri. Tutti gli eventi erano programmati da marzo a settembre. Ora è tutto cancellato. La Toscana è infatti la meta più gettonata del mondo di matrimoni di lusso. Ma le colline del Chianti, che fino all’anno scorso erano il teatro di feste da sogno, oggi sono semplicemente deserti.

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Fiori, vino e piante: il collasso del Made in Tuscany per il Covid

E come sempre, ai matrimoni e alle feste sono connessi il buon cibo, la tavola, i fiori e il buon vino. L’Italia è il secondo produttore d’Europa di fiori di piante e e il 5 di tutto il mondo. E poi il vino, simbolo del made in Italy in tutto il mondo, fa parte oggi di uno dei settori al collasso trainanti dell’economia della regione Toscana. La ditta Maffucci di Pistoia ha gettato 2 milioni di euro di piante nel macero. Il mercato dei fiori di Pescia di Pistoia, uno dei più importanti d’Italia, è rimasto chiuso per due mesi. Da quando ha aperto nulla è più tornato come prima è. 170.000 m² di serre d’avanguardia che per la prima volta sono quasi vuote.

Per quanto riguarda i vini che non arrivano nei supermercati ma vengono venduti solo ad hotel ristoranti enoteche esclusivi, uno di questi è il Brunello di Montalcino, il cui consorzio ha chiesto alla regione Toscana lo stato di calamità d’azienda.

Se si pensa che con il nuovo DPCM del 13 ottobre, ai matrimoni è richiesto la partecipazione di massimo 30 persone, le feste in casa sono vietate, come anche l’aggregazione di massimo 6 persone in casa, settori come questi fondati sulla collettività e convivialità, vedono una ripresa sempre più lontana. Una ripresa che, ad oggi, pare solo ad un miraggio.