A che cosa si ispira la tradizione del fashion fiorentino? FUL ha ricostruito in un excursus storico cosa influisce – o ha influito nel tempo – sullo stile dei fiorentini e quali siano le caratteristiche principali del suo settore dell’abbigliamento.
La moda nasce nelle città e diventa la componente rappresentativa di un luogo insieme ai suoi monumenti e quartieri, ristoranti, negozi e rete di trasporto. La cultura urbana in ogni città è diversa come lo è il modo di vestirsi. Ogni luogo ha uno stile riconoscibile che permette di identificare quasi accuratamente la provenienza di una persona. I fiorentini, coloro che sono nati e vivono qui da molto tempo, hanno un gusto tutto loro.
La moda come fenomeno culturale non può essere padroneggiata senza la conoscenza del contesto. Firenze ha guadagnato e giustificato il suo status di capitale delle arti. La chiamano museo a cielo aperto: è ricca di capolavori architettonici di epoche diverse, quindi dovreste guardarvi intorno attentamente mentre camminate. È ricca anche di ricordi e tradizioni.
Firenze fu la prima capitale della moda in Italia: dopo la sfilata svolta nel 1951 presso Villa Torrigiani si iniziò a parlare di moda italiana anche se ben presto tutte le attenzioni si sono spostate a Milano. Ma i fiorentini non si sono arresi e nel 1972 è iniziata la storia della manifestazione Pitti Uomo, l’evento di moda maschile più famoso d’Italia. Oggi si svolge due volte l’anno e riunisce designer e buyer provenienti da tutto il mondo.
L’industria della moda a Firenze conta circa 9.000 aziende. Il capoluogo toscano è diventato la culla di diversi importanti case di moda, tra cui Emilio Pucci, Salvatore Ferragamo, Gucci, Roberto Cavalli e Ermanno Scervino. Grazie alle scuole specializzate nei settori della moda e dell’arte qui emergono costantemente nuovi designer e stilisti di talento.
Così la moda fiorentina contemporanea rappresenta una combinazione unica di patrimonio storico, artigianalità e innovazione. È un settore in continua evoluzione che si adatta al cambiamento dei gusti e delle tecnologie, ma rimane fedele alle sue radici.
La moda sportiva, minimalista e di strada degli ultimi tempi ci ha quasi privati della capacità di indossare cose belle nel senso tradizionale del termine, ma a Firenze rimane ancora l’eleganza dei tempi passati. La prima cosa che noti passeggiando per le sue vie è che un posto speciale nella vita della città è occupato dal vintage.
Ai fiorentini piacciono gli outfit provenienti dai guardaroba di famiglia o dai negozi locali e mercatini dove si possono trovare veri e propri tesori che hanno una storia unica da raccontare. Possono essere capi sconosciuti così come gli abiti di vecchi marchi di lusso italiani, i cui nomi sono noti solo agli storici della moda.
Due volte l’anno la città ospita la fiera vintage alla Fortezza da Basso che attira tutti gli appassionati della moda vintage. A differenza delle metropoli, a Firenze non c’è passione per il lusso eccessivo. Se a Milano tutto è pretenzioso e portato alla perfezione, i vestiti dei fiorentini sono meno appariscenti e non danno troppo nell’occhio. Possono sembrare persino un po’ negligenti, anche se naturalmente è solo apparenza. L’equilibrio al limite della compostezza e della spensieratezza è la qualità unica dei fiorentini, che contraddistingue il loro stile di vestirsi.
L’eleganza fiorentina è semplice, naturale e perfino democratica, fatta eccezione per una sottigliezza che rende molto condizionale la democrazia. L’importante è che tutti i materiali siano della massima qualità e il lavoro degli artigiani impeccabile. È consigliabile utilizzare al massimo i metodi tradizionali poiché i capi cuciti a mano sono più comodi.
I fiorentini danno preferenza ai capi realizzati su misura nelle sartorie locali e le cose particolari trovate in piccoli negozi sparsi per i vicoli della città. Ci sono un’infinità di laboratori artigianali e showroom. Particolare attenzione si presta ai dettagli e alle piccole cose che arricchiscono il tutto. Giovani, adulti e anziani, i fiorentini sanno vestirsi bene, ma non fanno dell’abbigliamento e del loro aspetto un culto. Seguono le tendenze della moda e spesso le creano, ma non ne fanno il fulcro della loro vita.
C’è ancora molto colore nella moda fiorentina moderna, anche se il nero per l’abbigliamento femminile sarà sempre un classico intramontabile. Tra tutti gli abitanti della città un posto speciale nell’Olimpo della moda spetta alle signore di una certa età con il loro stile veramente unico. Tutto ciò che è certamente incluso negli elenchi di divieti dei critici di moda, queste signore lo indossano in modo tale da lasciare senza fiato.
Le combinazioni che possono trasformare altre persone in pappagalli, queste donne le giustificano grazie al loro gusto ricco e delicato, la nobiltà e l’enorme cultura. L’amore per i gioielli è un’altra caratteristica importante dello stile delle signore fiorentine, mentre gli attributi obbligatori dei gentiluomini fiorentini sono sciarpe e cappelli sempre attuali indipendentemente dalla stagione. Invece dei tacchi alti, le fiorentine preferiscono spesso comode décolleté basse o scarpe sportive che non tolgono nulla alla loro eleganza.
La moda da una parte è creata dall’ambiente, ma contemporaneamente la modella. L’abbigliamento dice molto del nostro background, dei nostri valori, del nostro gusto e del nostro stile di vita. Firenze vive a un ritmo tranquillo e questo è il motivo per cui qui regna la slow fashion. I “fashionist” fiorentini si concentrano sull’abbigliamento di qualità e alle tendenze passeggere preferiscono il classico immortale. È sicuramente una città per chi è innamorato della moda nel suo senso più ortodosso.
Lo stile ha un vitale bisogno di ispirazione e la nostra capitale ne è una fonte quasi infinita. Qui la moda è di casa. È un fenomeno complesso che coniuga il sistema simbolico della creatività con quello materiale della produzione. Nonostante Milano sia la capitale universalmente riconosciuta della moda, in Toscana sono concentrate le industrie del tessile, della gioielleria e della pelletteria. Così buon gusto e passione per il bello sono supportati da una solida componente tecnica che fa parte del saper fare italiano.
Foto di Andrey Nastasenko