Street Opera

Street opera: documentario, quattro storie, testa e croce del rap italiano, vincitore della Menzione Speciale ai Nastri d’Argento 2016. Guè Pequeno, Tormento, Clementino, Danno. Tramite Elio Germano. La nostra intervista a Omar Rashid di Gold.

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Omar & Haider Rashid. Non sono fratelli ma omonimi: padre iracheno e madre calabrese per entrambi, prima generazione di fiorentini, stesso cognome.
Nel 2003 Omar (Firenze, 1979) fonda il marchio Gold, lo street dealer, pioniere fiorentino. Ha studiato al Polimoda ma piuttosto che disegnarli i vestiti preferisce comprarli, indossarli: preferisce il marketing. Poi stage a New York: Zoo York, Supreme, Anything i negozi di riferimento. Omar viene dal mondo dell’hip hop, quello dei graffiti in particolare, e a Firenze lavora in maniera brillante sulla comunicazione non convenzionale: guerrilla marketing, stickering. Così Gold invade la città, con i suoi adesivi è dappertutto, la città ne è piena. All’inizio il marchio si sviluppa in un progetto di abbigliamento. Poi, resta il brand.Street-Opera---Still-08---Clementino-02
«Mi è sempre piaciuto disegnare, mi piaceva moltissimo l’idea del graffito. Il mondo dell’hip hop l’ho conosciuto a metà anni ’90 quando non era possibile che, come oggi, ogni disciplina potesse finire con il fare storia a sé… ad ogni modo, dopo 10 anni ho chiuso i negozi di abbigliamento, ma ho voluto mantenere il branding, il web: la comunicazione, mantenuta in un’accezione street. Ho conosciuto Haider quando era appena uscito con il suo film Sta per piovere».
Haider Rashid (Firenze, 1985), è un regista fiorentino. Anche lui da ragazzo ascoltava molto rap: nasce la collaborazione. I ragazzi lavorano per quasi tre anni a Street Opera: regia di Haider, co-prodotto e co-scritto insieme con Omar.
«Inizialmente volevamo fare un documentario sulla storia del rap, ma Enrico Bisi di Torino stava già sviluppando un progetto del genere, il suo Numero Zero. Allora siamo passati a selezionare una lista Street-Opera---Still-04---Gue-Pequeno02di nomi da coinvolgere, circoscrivendo il rap in quattro rappresentanti, dando uno sguardo in presa diretta sulle varie sfaccettature di quel mondo, in modo che venisse fuori più l’essenza del rap, non tanto quella della figura del rapper o della storia del rap».
Guè Pequeno, Tormento, Clementino, Danno dei Colle der Fomento. Le tante sfaccettature raccontano la stessa realtà: che sia underground, mainstream, giocoso o cupo, è sempre la stessa espressione, il rap, un toccante cerimoniale condiviso col pubblico. C’ è la testa, e la croce non manca, ma c’ è anche molto cuore: sono storie di pura passione, con tutto quello che ne consegue.
C’ è il tramite di Elio Germano, che come un Virgilio accompagna, scandisce, contestualizza quello che raccontano gli altri (ma si vede anche sul palco col suo gruppo rap romano, le Bestie Rare): «Fare uno spettacolo con niente raccontando quello da cui si proviene è una dimensione politica in senso alto, non partitica… La qualità viene per forza da un canale di gente che vuole fare qualcosa per gli altri».
Il film è stato selezionato tra i 40 finalisti dei Nastri d’Argento del documentario 2016.Street-Opera---Still-05---Clementino
«Il logo del film è stato disegnato da Luca Barcellona, in arte Lord Bean, calligrafo, ex writer e rapper, autore del brano Street Opera. La canzone racconta la passione che c’ è per questo ambiente, ed è la perfetta chiusa del film».
Info e saluti: «Il nostro sito: www.streetopera.it. Vogliamo proseguire con il lavoro che abbiamo iniziato, espandere nel tempo tutto il materiale che abbiamo raccolto. Le storie che abbiamo da raccontare sono veramente tante, ne vogliamo fare davvero un’Opera. Lentamente stiamo inserendo interviste a vari rapper, a breve faremo anche una mappa del rap, città per città, parliamo di nomi grossi, li intervistiamo e poi li mappiamo… tanti cari saluti agli amici di FUL!» •
Testo di Martina Scapigliati, foto tratte da Street Opera
 
ENGLISH VERSION>>>>
Street-Opera---Still-06---DannoStreet Opera is a documentary about Italian Rap – and this is our interview to Omar Rashid.
Omar and Haider Rashid have the same last name but they’re not brothers. In 2003, Omar (Florence, 1979) founded the brand Gold. He studied at Polimoda, then went to New York for a internship. Omar comes from the hip hop and the graffiti world, and in Florence he did a great job with a non-conventional marketing for Gold, invading the city with its stickers.
«I’ve always liked drawing and designing, I love graffiti. I got to know hip hop in the mid-90s. Anyway, I closed down Gold clothing shops after 10 years, but kept the brand. I met Haider right after his film Sta per piovere came out».
Haider Rashid (Florence, 1985) is a Florentine director. He also listened to rap music, that’s how his cooperation with Omar was born. The two worked for almost three years to Street Opera’s realization: Haider is the director, Omar is co-producer and co-writer.
«At the beginning we wanted to realize a documentary about the history of rap, but Enrico Bisi from Torino was already working on a similar project called Numero Zero. So we selected a few names and elected four representatives of rap, then looked into various aspects of this world, so to try and catch its essence instead of its history.»Street-Opera---Still-02---Bestierare-Germano
Guè Pequeno, Tormento, Clementino, Danno dei Colle der Fomento. They all share the same reality: they may be underground or mainstream or happy or sad but their manifestation is the same: rap. The movie was selected among 40 finalists of Nastri d’Argento 2016.
«Our website is www.streetopera.it. We want to take this project forward, the stories we want to tell are so many, we want to make a real Opera. We’re adding more interviews and we’ll soon make a rap’s map, city by city. Bye bye to our FUL’s friends!» •