Un muro a Barberino di Mugello che sa di nuovo inizio

Sul retro del Teatro Corsini il collettivo MEG mette le ruote alla fantasia su di un muro

 
Sul retro del Teatro Corsini a Barberino di Mugello, il neo-nascituro collettivo MEG – composto dall’illustratore e pittore barberinese Mattia Sarti, presidente dell’associazione ‘Bottega delle Arti Varie’, dal livornese Enrico Bagnoli che ha esperienze nel mondo dei graffiti e dal pratese fumettista e colorista Giulio Zeloni – ha realizzato un murales di 200 mq in cui sullo sfondo in toni nero-grigi sono rappresentati un drago, un gatto nero ed un cavaliere, sulla destra spicca l’immagine a colori di un bambino in bici con elmetto e lancia pronto ad affrontare qualsiasi insidia, che rappresenta la forza e la fortuna dei ragazzi di affrontare il mondo e la vita con fantasia. Sarà inaugurato oggi, domenica 14 ottobre alle ore 16, durante la giornata conclusiva del Mugello Comics, festa dei fumettisti e dei disegnatori giunta alla terza edizione. Noi gli abbiamo incontrati per chiedergli alcune curiosità, intervistando Mattia Sarti.
Come nasce questo progetto e come avete fatto a far aprire un territorio come il Mugello, legato molto alle tradizioni, all’arte urbana con un intervento di queste dimensioni?
C’è stata una persona, molto attenta al futuro di questo territorio, che si è appassionata particolarmente al progetto, l’assessore alla Cultura del Comune di Barberino, Fulvio Giovannelli. Il Comune cercava da tempo di realizzare un progetto di questo tipo e, quando l’assessore ha capito che la proposta era interessante, gli è piaciuta subito, l’ha portata in Consiglio comunale ed è stata approvata con entusiasmo. Il Comune ci ha anche sostenuti economicamente; noi abbiamo regalato il nostro tempo ed il nostro lavoro, ma tutte le spese di materiali, montaggio del ponte sono state coperte dall’Amministrazione e da alcuni sponsor (Banco Fiorentino e la Ferramenta Santini di Barberino).
Mi sono accorto facendo il Mugello Comics che il Mugello, come gran parte delle città dell’area metropolitana, abbia bisogno di stimoli, di scintille che accendano qualche fuoco qua e là. Allo stesso tempo è difficile sensibilizzare a questo tipo di progetti, perché le porte che si aprono sono davvero poche e devi trovare la forza di andar avanti perché non è facile. Anche le persone stesse non rispondono sempre con entusiasmo, anzi sono spesso restie a reagire agli stimoli. E ci vuole sempre chi si innamora di un progetto. A noi, per fortuna, questo è successo.

 
Raccontateci chi si cela dietro questo muro. Come vi siete conosciuti e come vi siete trovati a lavorare a sei mani?
Io e Giulio non siamo graffitari, non veniamo dall’ambiente strada, Enrico è l’unico dei tre che ha un passato più street. Io ho conosciuto Enrico alla scuola Comics e siamo rimasti amici, lavorando insieme come imbianchini e decoratori per diversi anni. La fase dell’imbianchinismo è stata sicuramente fondamentale perché ci ha permesso di gestire un intero cantiere utilizzando secchi, pennelli, rulli e facendo un’importante gavetta. Senza il lavoro che abbiamo fatto di artigianato vero e proprio tutto questo non sarebbe stato possibile. Con Giulio ci siamo invece conosciuti quando sono andato da lui nel suo studio per imparare a disegnare, lui era uno dei disegnatori top dello studio.
È la prima parete grande che facciamo, siamo tutti e tre decoratori, ma una cosa di queste dimensioni è stata davvero tosta. Una vera avventura. All’inizio ci ha un po’ stranito per le dimensioni, ad esempio ci faceva effetto che l’occhio del gatto fosse della stessa misura della testa di una persona, però poi abbiamo preso il ritmo e abbiamo fatto tutto nei tempi che ci erano stati assegnati.  Noi tre ci siamo trovati molto bene a collaborare e a gestire all’unisono una superficie così importante. Ognuno ha messo un po’ del proprio talento per arrivare ad un risultato comune.
Qual è il messaggio che volete trasmettere a chi andrà a vedere la vostra opera? È stato pensato all’unisono o c’è stato uno dei tre che ha dato un input più decisivo al lavoro?
Ognuno aveva pensato un proprio soggetto: nei primi bozzetti uno aveva disegnato un drago ed un cavallo, un altro voleva raffigurare un clochard che vive qui a Barberino e gira sempre in bicicletta. Ad un certo punto era passata una bozza con un bambino che veniva illuminato dall’alto vestito da Spiderman. Alla fine si è cercato di unificare le varie idee e di rispettare il tema che ci era stato indicato dall’Amministrazione comunale. E questo che vedete è il risultato finale, con il bambino in bicicletta con l’elmo che raffigura la forza dei giovani nell’affrontare le sfide quotidiane con la fantasia, che fa vedere la vita in maniera più nobile.

Un momento del Mugello Comics

Per voi cos’è la fantasia e a cosa ci serve?
La fantasia ci serve per sopravvivere nel mondo. È un po’ quello che ci rende speciali alla fine e ci differenzia dagli altri animali. Se non avessimo la fantasia saremmo dei bambini impauriti, invece la fantasia ci aiuta e ci serve ad affrontare il mondo meglio.
Sarà un inizio di qualcosa che non si fermerà qua?
Quando ho presentato questo progetto, girando un po’ per il paese, ho notato tanti muri che sarebbero perfetti per realizzare interventi di questo tipo e dei possibili fogli per disegnare. Ci piacerebbe nel futuro ampliare questo album da disegno sperando che questa mentalità possa contagiare un po’ tutto il Mugello. Questo per noi è stato un biglietto da visita per farci conoscere e per fortuna ci sono già state altre richieste in questo senso. Allo stesso tempo ci piacerebbe aprire il territorio ad altri artisti nazionali, e perché no, anche internazionali.
 Per saperne di più…
Consulta il programma del Mugello Comics (13-14 ottobre)
Associazione ‘La Bottega delle Arti Varie
Francesca Nieri