Dopo il grande successo di pubblico e critica per le date di Castiglioncello al Castello Pasquini e a Prato al Teatro Metastasio, lo spettacolo richiesto anche dalla città di Firenze, sarà ospitato al Teatro Puccini il 17 Maggio 2015, un giorno speciale per tutti gli amanti di Cecco che coincide con il suo sessantesimo compleanno.
Andata, caduta e ritorno è uno spettacolo teatral-musicale, scritto e diretto dal regista e sceneggiatore romano Valerio Groppa, interpretato da due artisti toscani: Nicola Pecci (voce recitante e cantante) nel ruolo di Francesco Nuti e Alessio Sardelli nel ruolo del narratore. Ad accompagnarli cinque grandi musicisti che eseguiranno dal vivo le musiche di Giovanni e Francesco Nuti, per la direzione musicale del Maestro Marco Baracchino.
Lo spettacolo racconta la storia di Francesco Nuti che ci ha incantato per oltre due decenni con i suoi film, un vero e proprio viaggio che ripercorre la vita dell’uomo e dell’artista, le sue passioni e le delusioni.
Abbiamo incontrato il regista Valerio Groppa per farci raccontare un po’ di più di quello che andremo a vedere e quali sono gli aspetti della profonda sensibilità di Francesco Nuti che nello spettacolo vorranno essere trasmessi al pubblico.
Da dove nasce l’ammirazione e la stima per Francesco?
Ho sempre amato la commedia e Francesco Nuti è stato un fenomeno della commedia negli anni 80. Un’ammirazione dunque da fan prima di tutto. Quando poi ho seguito la sua vicenda, la sua storia personale sono rimasto copito da quanto fosse complessa e da come la vita possa proporti momenti altissimi e bassi pericolosi. Ma lasciandoci sempre la possibilità di rialzarci. E Francesco si è rialzato.
Descrivici con poche parole il francesco attore/regista che comicità è quella dei film epici come “Donne con le gonne”, “Willy signori e vengo da lontano” , “Caruso Paskoski di padre polacco”.
Francesco è unico, provate a pensare un attore che riesca ad essere credibile nella recitazione quando è comico, romantico, malinconico, surreale, passionale, nostalgico, buffo. Non c’è un attore che contiene tutti questi ingredienti insieme. Oltre tutto la scrittura di quelle commedie era molto curata e di altissimo livello. Quando poi è passato anche dietro la macchina da presa ha dimostrato di avere un talento innato anche come regista.
Dici che è uno spettacolo per chi conosce Francesco ma anche e soprattutto per chi non lo conosce, ecco cosa vuol trasmettere lo spettacolo a chi non conosce Francesco?
Innanzi tutto racconto la storia di un grande artista, ma anche di un uomo.
Tutti noi abbiamo momenti di gloria e degli inciampi. Ma dobbiamo non vergognarci delle nostre debolezze e avere la forza di riconoscerle e di superarle. Inoltre la sua è una storia cinematografica non una storia qualunque.
Quale lato del carattere di francesco cerchi di portare fuori dallo spettacolo?
La frase simbolo è “ chi si vergona di me si vergogni di sè”.
E poi sicuramente la sua passionalità e la sua voracità con la quale si è mangiato la vita a bocconi grandi. E adesso è ancora qui. Come tutti i soldati tornati dalla guerra porta le sue ferite. Ma ha ancora voglia di lavorare e di vivere ed ha mantenuto il suo sorriso obliquo e criminale. Viva Cecco.