Esce oggi l’EP che segna l’esordio discografico del chitarrista Luca Arduini, intervistato in anteprima da FUL.
Luca Arduini è un giovane chitarrista blues – jazz che ha fatto della musica una passione prima e una professione poi. Ha vinto l’Afro e Panama Guitar Competition nel 2013 e si è diplomato con il massimo dei voti al Modern Music Institute di Riccione nel 2015. Ha un’intensa attività come chitarrista turnista sul palco e in studio di registrazione con numerose collaborazioni, una tra queste con il cantautore Giuseppe Novelli con cui ha calcato il palco del teatro Ariston di Sanremo per la finale di Sanremo Rock nelle edizioni del 2020 e del 2021. Sempre attivo con la didattica online tiene rubriche e lezioni su varie piattaforme come “Guitar Languages” sul sito di Lezioni-Chitarra di Claudio Cicolin, “Lo Stile di George Benson” e “la chitarra Neo Soul 1” sulla piattaforma Vibly.
Adesso è venuto il momento del suo esordio discografico e oggi esce l’EP Voce del verbo raccontare.
L’EP, prodotto da Gianluca Morelli, è stato realizzato presso il Deck Lab di Rimini e il Photophonica Studio di Riccione, i musicisti che hanno affiancato Luca Arduini in questo suo racconto musicale sono Rodolfo Valdifiori al basso e Pako Montuori alla batteria, oltre ad alcuni prestigiosi ospiti come Andrea Guerrini alle trombe, Osvaldo Lo Iacono alla chitarra e Roger Beaujolais al vibrafono.
Un debutto discografico che nasce dall’esigenza di mettere al proprio servizio il suo essere artista, partendo dagli aspetti più intimi e personali mettendo in musica ricordi ed emozioni. Voce del Verbo Raccontare, Nuove Tradizioni, La Pioggia di Honfleur e Carillon del Castello sono i quattro brani strumentali che raccontano il mondo musicale di Luca che parte dal rock e approda al blues e al jazz. Per questo esordio Luca Arduini ha deciso di avere un occhio di riguardo anche per quanto riguarda la grafica che è stata affidata alle mani esperte di Lorenzo Anzini in arte Loreprod che ha saputo sapientemente interpretare le vibrazioni sonore del disco con l’artwork.
Dopo le anteprime live realizzate al Guitar Show di Padova e al Namm Show di Los Angeles, Voce del Verbo Raccontareè disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire da oggi. Ho incontrato Luca presso il laboratorio di Dophix guitar effects sulle colline fiorentine e fatto una chiacchierata per permettere ai lettori del nostro magazine di scoprire un po’ di questo talentoso musicista.
<<”Voce del verbo raccontare” – esordisce Luca – nasce appunto dall’esigenza di raccontarsi. Come musicista sono sempre stato un esecutore, suono da 14 anni, metà della mia vita, e benché avessi buttato giù delle idee sentivo di non aver ancora trovato il modo giusto perché il risultato mi rappresentasse. Ho composto molto ma avevo spesso l’idea di aver fatto il compitino o una brutta copia. Finalmente questi brani invece mi raccontano e non qualcosa di già sentito in giro. Lo stimolo è nato al Namm Show di Los Angeles a gennaio 2020 quando ho eseguito una cover e mi sono reso conto che in quella vetrina internazionale importante non avevo portato me stesso! Quello che invece mi poteva esporre era un pezzo inedito>>.
Poi è arrivata la pandemia, il lockdown e per tutti i musicisti si è posto il problema di continuare a vivere facendo musica. Con i suoi allievi ha continuato a suonare facendo didattica a distanza, ma quando a settembre è andato a suonare al Sanremo Rock è scattata la scintilla.
<<Ricordo che ero sul palco del teatro Ariston con Giuseppe Novelli e stavo settando la mia pedaliera per fare quella comparsata e lì per lì mi venne fuori il tema del primo brano, “Voce del Verbo Raccontare”, appunto. Lo registrai e quando poi tornai a casa decisi di creare qualcosa dal quel tema improvvisato… Da lì è nato tutto, il brano che da’ il titolo all’album e l’approccio a comporre. E soprattutto avevo trovato la chiave di volta, perché prima non mi piaceva niente di quello che componevo. Stavolta la composizione aveva un’immagine e un significato collegato alla mia figura>>.
A fine 2021 il materiale era pronto con tre pre-produzioni per registrare e fare un EP.
<<Ho ingaggiato dei musicisti con cui avevo già lavorato su album di terzi. Mi ero segnato degli appunti e glieli passavo di volta in volta per renderli partecipi di quello che volevo esternare, tutti i brani sono collegati a una mia esperienza personale>>.
Sbricio in questi famosi appunti che convinco Luca a mostrarmi, ma è lui che mi introduce ai brani.
<<Voce del Verbo raccontare è un racconto a cuore aperto, uno stile variegato che può portare l’ascoltatore su tante strade diverse, ha sonorità sospese che sfociano in qualcosa di consapevole, sereno e che distende il brano. Il tema appunto è venuto fuori in un momento in cui avevo tante incertezze e il calore che sprigionava la prima volta che l’ho suonato mi ha convinto e rimasto in testa. Un po’ come quando ti viene raccontata una storia con il lieto fine e ogni tanto ti risalta in mente volentieri. Carillon del Castello ricorda quando per caso mi capitò di metter lo sguardo su questo vecchio carillon che mi donarono dei parenti tantissimi anni fa. Al che mi venne il desiderio di provare a suonare un tema, quasi una ninna nanna,
una serie di note dal sapore leggero che si discostavano da un pomeriggio grigio di quelle giornate che sembrano perse. Nuove tradizioni è un ossimoro, una domanda che a mio avviso dovrebbe essere sempre nella testa di un musicista e che bisogna tramandare. Pensare che tutto il mercato discografico si muova esclusivamente con questo ideale è ovviamente una utopia, ma è anche vero che ultimamente non è presa tantissimo in considerazione…
Il brano che chiude l’EP – conclude Luca – La Pioggia di Honfleur, nasce dal ricordo di un pomeriggio d’estate in una cittadina della Normandia di nome Honfleur. In quella occasione io e Eleonora, la mia ragazza, avevamo delle date in un locale italiano e abbiamo trascorso un periodo lassù suonando e visitando posti incredibili, uno su tutti, questa piccola cittadina portuale. La pioggia che cadeva sull’ombrello eguagliava il rumore delle onde che accarezzavano le barche ormeggiate. Poteva sembrare che quella pioggia fine rovinasse il paesaggio, ma in realtà le dava quell’aspetto più accogliente, tanto da non avere nemmeno il bisogno di chiudersi da qualche parte. Bastava stare sotto l’ombrello, camminare allo stesso passo e vivere quell’attimo di amore e serenità>>.
Ho avuto il piacere di sentire suonare dal vivo Luca e spero che anche i nostri lettori possono farlo presto in un futuro prossimo concerto a Firenze. Nel frattempo, andate a recuperarvi l’EP!