Zie (e Zii): i super eroi che salvano intere famiglie.

Cosa ne sai del mondo dei bambini? Mah, fondamentalmente poco…sono zia, i bambini mi piacciono il giusto ma sfortunatamente io piaccio a loro. Anzi, diciamo la verità, mi piacciono i bambini che mi piacciono, un po’ come funziona tra adulti. Però tutto quello che riguarda questi piccoli mostri lo adoro, dai giochi, ai cartoni passando per l’abbigliamento e il design. Quindi sì, posso parlarvi di bambini sotto le spoglie di una zia: la Zia Mini Pony, single e con i capelli rosa. E oggi vi spiego perché zii e zie andrebbero caldamente rivalutati.

 
Quando si parla di bambini si parla sempre di mamme, qualche volta si nominano i padri e nell’aria ci sono sempre i nonni. Zie e Zii non sono minimamente presi in considerazione, eppure giocano un ruolo fondamentale e prezioso nel quadretto familiare. Soprattutto quelli sprovvisti a loro volta di prole, ma in generale la “zia” ha una funzione sociale importantissima, specie per il/la nipote in questione, che può trovare il più valido modello e alleato nella vita proprio in questa figura sfuggente all’apparenza poco interessata che può regalare grandi perle e piccole soddisfazioni; ed anche per i genitori, che possono contare (a volte) su un sostegno pratico e psicologico a costo zero (la zia costa sempre meno della tata).

ZIE (E ZII): ISTRUZIONI PER L’USO

La zia gode di una posizione privilegiata, non essendo iper-presente e pressante come i genitori ma nemmeno così accogliente e viziante come i nonni; il suo segreto è nel tempo, spesso poco e ben dosato, che è riempito di qualità e contenuti o anche di divertentissimo nulla che creano un’aura magica intorno al personaggio. Il che implica anche una discreta dose di responsabilità: avere un’ascendente particolare vuol dire dover stare attenti a dare il buon esempio, anche se non tradizionale (insomma, prima di farsi le canne con il nipotino aspettate almeno che abbia compiuto i 18 anni…e in quel momento sarà lui/lei a passarvela)!

La zia è tre in uno, come quelli potenti del regno dei cieli, ma un po’ meno influente: ha un vago sentore di genitore, per via di quella noia chiamata età adulta, sa di fratello o sorella per quel legame di sangue che non si vede ma si percepisce, somiglia molto a un amico/a, in virtù di una complicità silenziosa che s’instaura solo tra chi si sceglie volontariamente. La zia è un ponte tra nipote e genitori, morbida come un cuscinetto che attutisce i colpi in entrambe le direzioni, sicura come un isolotto in mezzo al mare sul quale sedersi quando ci si è allontanati troppo dalla costa. In fondo avere qualcuno su cui contare quando la spiaggia è troppo stretta e la vita è ancora uno spaventoso mare aperto, fa sempre comodo.
La meraviglia di tutto ciò è che il suo impegno, che pure è impegnativo, è a tempo determinato (la zia non si vorrà mai e poi mai sostituirsi alla mamma, non ci pensa nemmeno); ed è forse questo il punto a favore, una cosa bella a piccole dosi non ti stancherà mai. La zia perfetta, infatti, non è quella onnipresente, ma quella che sa defilarsi e farsi da parte al momento opportuno, dopo aver fatto l’occhiolino al nipote vittima dell’ennesima partaccia da parte della mamma.
Che sia una zia-materna, accogliente e super protettiva, una zia-amica, di quelle che porterebbe la nipote di 3 anni a fare l’aperitivo, una zia-creativa che Art Attack in confronto non è niente, o una zia-cinica poco orientata al mondo dei bambini né a quello degli adolescenti, non fa differenza: quella degli zii/zie è una specie che va protetta, rivalutata e ascoltata. Perché è grazie al suo essere al di fuori del contesto che riesce ad avere lucidità, intuizioni e consigli differenti. Che poi siano utili o no, solo la vita potrà dirlo. 
Marina Savarese

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