Una mostra che riflette e racconta artisticamente la divisione per colori delle regioni italiane nella dimensione pandemica.
Nuovi confini, nuove regole, divisioni e muri. Bianco, giallo, arancione, rosso. Arizona, ancora una zona, ancora un cambio di colore. Ad ogni decreto il rosso diventa il colore più temuto, il bianco l’agognata libertà e il giallo e l’arancione il simbolo di situazioni intermedie dove ci adattiamo e cerchiamo di accontentarci auspicando il meno peggio.
Il virus ha creato un nuovo status dove i colori, quella cromia confortante in cui siamo abituati a spaziare con la fantasia sin dalla nascita, diventano pareti da oltrepassare, nuovi bordi e limiti.
Gli artisti hanno creato una tetralogia di opere per raccontare la loro visione su questo nuovo impattante modo di vivere che ha cambiato il senso del viaggio e dello spostamento. In ognuna delle quattro opere è presente uno dei ‘colori decreto’: bianco, giallo, arancione, rosso.
La mostra è una collettiva a cui prendono parte Abel Bael, Be Purple, Egeon, Libertà, Michael Rotondi, Oblo, Sick Boy e Valeria Aretusi: ogni artista ha interpretato il concetto di restrizioni e di divisione a zone di colore, con tutto ciò che questa comporta, seconda la propria personale sensibilità, come nel racconto della storia di una mascherina chirurgica o con un gioco di anagrammi crea una sorta di formula magica per la libertà, in cui rosso, giallo, bianco, arancione diventano “sorso l’aglio bacino e canarino”,
Il titolo della mostra gioca su quel cambio di status che in questi mesi è stato all’ordine del giorno: “A-ri-zona rossa un’altra volta!” abbiamo gridato disperati più volte dall’inizio di questo sistema per colori. Il titolo però è anche un chiaro richiamo all’Arizona quello stato famoso per i suoi paesaggi desertici punteggiati da cactus. È risaputo quanto siano estremamente calde le sue estati e afose, rosse.
E’ proprio in questa incertezza, potenziale deserto dell’anima che ha paura, che l’arte deve mettersi ancora in gioco per farsi collante, trampolino di barriere e placare la sete di contatto e vicinanza, l‘arte unisce dove il virus divide, i colori rimbalzano dalle regioni circoscritte fino alle opere che diventano racconto contemporaneo.
La mostra è aperta dal 2 giugno al 31 luglio tutti i sabati 16,30-19,00 su appuntamento uovoallapop@gmail.com -3381499181
Uovo alla Pop, via Scali delle Cantine, 38, Livorno