5 calciatori della Fiorentina diventati idoli

Alla vigilia della seconda finale di Conference League, ricordiamo 5 leggende della Fiorentina sperando sia di buon auspicio per i Viola.

La Fiorentina sta acquisendo negli ultimi anni una caratura sempre più internazionale grazie alle ottime prestazioni in tornei come la neonata Conference League: pur essendo senza dubbio meno blasonata rispetto a Champions League ed Europa League, rappresenta pur sempre una vetrina internazionale, dando la possibilità ai gigliati di emergere ed essere riconosciuti anche al di fuori dei confini nostrani. Questo è avvenuto diverse volte in passato, con la Viola che in molti periodi della sua storia ha ricoperto un ruolo di tutto rispetto anche nei tornei internazionali, ed anche grazie a calciatori di grande valore. Spulciando gli annali toscani, l’ultimo grande risultato in chiave europea risale alla semifinale di Europa League nel 2014-2015.

Ora, quasi un decennio dopo, ha la possibilità di far meglio per il secondo anno consecutivo: dopo la finale dello scorso anno (persa contro il West Ham), anche in questa stagione la Viola risulta ai vertici delle quote vincente della Conference League, dopo aver centrare l’atto finale per due anni di fila. Nico Gonzalez e compagni potrebbero diventare le prossime leggende Viola. Spulciando però le rose delle grandi glorie fiorentine, sono numerosi i calciatori in grado di lasciare un segno indelebile non solo a Firenze ma all’interno del calcio.

Giancarlo Antognoni è tradizionalmente considerato come l’unico numero 10 di Firenze e ha legato l’intera sua carriera calcistica alla Fiorentina, giocando tra gli anni ’70 e ’80. Con la Viola vanta un numero record di presenze nel massimo campionato italiano, con ben 341 partite giocate. Vanta, inoltre, il primato per quanto riguarda la maglia dell’Italia: è infatti il giocatore della Fiorentina con più presenze nella nazionale maggiore (73 in tutto), coronate dalla vittoria del Mondiale nel 1982.

Gabriel Batistuta ha invece passaporto argentino ma la sua carriera calcistica è legata indiscutibilmente a Firenze: in maglia viola ha trascorso 9 stagioni, divenendo capitano. Resta ancora oggi il miglior marcatore dei gigliati, con 184 reti complessive, e vanta il record del gol per undici giornate consecutive, un primato ancora mai messo in discussione in Serie A. Durante la sua permanenza a Firenze, la squadra ha conquistato una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. 

Impossibile dimenticare le vicissitudini di Roberto Baggio in maglia gigliata, dove è rimasto dal 1985 al 1990. La prima parte dell’avventura viola è però segnata pesantemente da un infortunio al ginocchio destro, con la rottura contemporanea del crociato anteriore e del menisco (il primo di una lunga serie). Il sodalizio con Firenze si interrompe con il passaggio alla Juventus, ma il Divin Codino ha inizialmente dimostrato più di qualche riluttanza, resasi più che evidente già durante la conferenza stampa di presentazione per la Vecchia Signora, in cui rifiutò di indossare la sciarpa bianconera.

Il percorso opposto è stato fatto da Angelo Di Livio, il quale è passato dalla Juventus allenata da Marcello Lippi (vincendo ogni trofeo a disposizione) alla Fiorentina di inizio Duemila, club in corso di una totale ricostruzione. Anche in questo l’avventura è partita a rallentatore perché il legame con la compagine torinese era ancora fresco, ma bastano poche annate per conquistare la piazza e assumere la fascia di capitano. Nel 2002 si ha però il punto più basso della Fiorentina, con il fallimento della società e la sua ricostituzione, con la denominazione Florentia Viola, a partire dalla Serie C. Di Livio è rimasto anche in questo contesto, trascinando la squadra prima in cadetteria e poi al ritorno in Serie A.

L’ultimo giocatore che si è scelto di citare tra gli idoli in maglia viola è Kurt Hamrin. Ad oggi detiene ancora il record di reti con i gigliati, in tutto 208, mentre il primato in quanto a marcature in Serie A è stato superato solo nel 2000 da Batistuta. Formalmente viene ricordato come attaccante molto prolifico, ma secondo diversi quotidiani sportivi rientra più nella definizione di ala. La velocità sul campo da gioco, unita alla capacità nel dribbling e soprattutto a grandi doti di finalizzatore, lo rendono una delle ali più complete che abbia mai calcato il prato di Firenze. Il giornalista Beppe Pegolotti, autorevole firma della Nazione, scrisse un articolo su di lui intitolato “Uccellino che vola”, facendo passare alla storia questo soprannome. Con la maglia dei gigliati sottoscrisse il sodalizio più lungo della sua carriera, dal 1958 al 1967, e dove scelse di rimanere anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. In maglia gigliata ha sollevato al cielo due Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Coppa delle Alpi e una Coppa Mitropa.