
Cinque anni on the road: il viaggio del Necciaio tra castagne, pop-up e food truck
Dai boschi di Pescia ai grandi eventi: Il Necciaio, alias Giorgio Filippelli, celebra 5 anni di necci, pop-up e cucina gluten free. Il food truck che racconta un modo nuovo di fare street food in Toscana.
Festeggiare cinque anni di attività è sempre un traguardo importante, ma per Il Necciaio, il food truck toscano specializzato in necci e piatti della tradizione montanara, rappresenta molto di più: è il racconto di una sfida, di un’identità in movimento, di un modo diverso di fare ristorazione, con radici nomadi ma ben salde nella tradizione. Tutto è cominciato a fine 2019 da un’idea di Giorgio Filippelli: un progetto semplice, ma ricco di sapore e significato. I necci – crespelle di farina di castagne cotte tra due piastre roventi – sono diventati il cuore pulsante di un’offerta che unisce tradizione, creatività e sostenibilità . Un piatto nato tra le montagne dell’Appennino lucchese e pistoiese, a metà tra la piadina e la crêpe, preparato istantaneamente e perfetto in ogni momento della giornata. Poi è arrivato il Covid, e come per molti, anche per Il Necciaio è stato necessario reinventarsi. Un pop-up alla Manifattura Tabacchi di Firenze ha mantenuto vivo il legame con il pubblico e segnato l’inizio di una nuova fase. Oggi il progetto ha la sua base nel cuore delle montagne di Pescia, in uno spazio immerso nel bosco, attivo dalla mattina alla sera nei mesi più caldi. La riapertura di Gavurella – questo il nome scelto per il luogo – è fissata per il 25 maggio: una giornata intera dedicata a chi ama la montagna, la buona cucina e l’autenticità .

Durante l’anno, però, è la strada percorsa dal food truck ad essere protagonista. Negli ultimi mesi Il Necciaio è stato impegnato in un pop-up natalizio di 45 giorni a Lucca, al Carnevale di Viareggio e alla 16ª edizione di Verdemura. Presente anche recentemente al Bright Festival di Firenze, il food truck sarà tra i protagonisti dell’estate in tanti eventi in giro per la regione e con un corner nella VIP area del Lucca Summer Festival, in occasione del concerto dei Thirty Seconds to Mars.

Nonostante la natura itinerante, Il Necciaio è riuscito a costruire un pubblico sempre più fedele. «Con il tempo – racconta Giorgio – ci siamo accorti che anche se ci muoviamo molto, le persone tornano da noi. Si crea un legame, anche senza un locale fisso». Un altro pilastro del progetto che ha aiutato nella fidelizzazione del cliente, è l’attenzione alla salute e all’inclusività alimentare: sin dall’inizio Il Necciaio è certificato senza glutine in collaborazione con AIC (Associazione Italiana Celiachia), una scelta che ha ampliato il pubblico e rafforzato l’identità del brand. Come per ogni realtà in crescita, anche Giorgio Filippelli ha dovuto affrontare ostacoli. Il Covid ha costretto a un momentaneo cambio di format. «Nel 2023 poi, un evento particolarmente critico: un pino è caduto sulla nostra postazione durante un evento a Montecatini, causando danni ingenti». E ancora, le difficoltà iniziali, tipiche di chi fa street food: trovare il giusto contatto con il pubblico, guadagnare la fiducia degli organizzatori, inserirsi nel circuito degli eventi. «All’inizio non è stato facile, ma con il tempo e il passaparola abbiamo trovato il nostro spazio».
Un punto di forza consolidato nel tempo è l’approccio consapevole alla gestione del cibo. Grazie al modello just in time, i pasti vengono preparati sul momento, riducendo al minimo gli sprechi e garantendo la freschezza. È attualmente in fase di sviluppo anche l’idea di un gruppo d’acquisto, per limitare le perdite economiche in caso di cancellazioni dovute a maltempo o imprevisti. Cinque anni dopo l’inizio del viaggio, Il Necciaio non è solo un food truck, ma un esempio concreto di come si possa fare impresa rimanendo fedeli al territorio, aperti al cambiamento e profondamente umani. E, a giudicare dal calore con cui i clienti li seguono ovunque, la strada davanti è ancora tutta da gustare.